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Babbuini e maiali usati per xenotrapianti: la vivisezione più nera

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Ultimo aggiornamento

giovedì 15 maggio 2014

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All’orrore non esiste fine e il campo dei trapianti di organi fra specie è uno dei lati più oscuri della vivisezione. Nonostante gli evidenti insuccessi si continuano a finanziare progetti che prevedono animali, in particolare maiali, utilizzati come bacini di organi da trapiantare sulla specie umana, ma la cecità di fronte ad una ricerca così inutile e fallace non ha fine. Invece di orientare le procedure a modelli con metodi alternativi si continuano a finanziare obsolete sperimentazioni come nella recente ricerca dell’American Association of Thoracic Surgery, a Toronto, che ha visto  impiantati i cuori di maiali geneticamente modificati nell’addome dei babbuini, senza che i cuori delle scimmie venissero rimossi, ma collegando gli organi dei suini al sistema circolatorio dei babbuini (leggi l’articolo del Corriere.it).

La modificazione genica nasce dalla necessità di ovviare il rigetto, uno dei numerosi problemi legati ai trapianti, ma non basta rimuovere i geni «responsabili» del rigetto sostituendoli con geni umani per avere un modello che funzioni. Le difficoltà, oltre alle ovvie considerazioni etiche, sono numerose, come per gli agenti patogeni innocui perché specie specifici frutto di un percorso evolutivo che se trapiantati in un'altra specie possono essere molto pericolosi, soprattutto se viene azzerato il sistema immunitario come nel processo di trapianto. Qual è il limite per cui si parla di essere umano o di altro?

In Italia il recente Decreto legislativo che regolamenta la sperimentazione ha vietato queste sperimentazioni folli e infruttuose dal 2017; speriamo mantenga tale importante bando in modo da stimolare ricerche alternative altamente promettenti che possono, realmente, salvate la vita ai milioni di malati che aspettano un trapianto.

Perché l’alternativa esiste ed è già parte del presente, ad esempio le stampati di cellule umane su idrogel: un liquido ricco di sostanze nutritive le mantiene in vita e introduce agenti biologici o chimici (farmaci, tossici). Ci vuole solo mezz'ora per stampare un rene in miniatura!

Michela Kuan
Responsabile del Settore Vivisezione della LAV