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Doris, mucca maltrattata per finire nel piatto

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Ultimo aggiornamento

lunedì 18 novembre 2013

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"C’era un preciso interesse economico dietro le ore di sevizie inflitte alla mucca, soprannominata ‘Doris’ dai volontari, prima al mercato ed infine al macello dove arrivava dopo percosse e sevizie, ormai in agonia":così l'avvocato Carla Campanaro, del nostro ufficio legale, illustra nel suo commento alla sentenza di condanna della Corte di Appello di Torino che ha confermato le pene contro gli aguzzini di Doris, il retroscena venale, oltre che crudele, del caso che nel 2006 portò al centro della cronaca il fenomeno delle "mucche a terra".

Le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello di Torino non lasciano alcun dubbio: Doris, una mucca che non era  più in grado di camminare, e che era stata spinta lungo il pavimento con l’ausilio della pala di un trattore, sollevata,  picchiata, pungolata con un bastone elettrico e fatta rotolare nel camion con inusitata crudeltà, è stata maltrattata per farla finire nel piatto.

Il fatto che un animale sia considerato "da reddito" non è una condizione che giustifica il maltrattamento.

Un dato che oltre la questione etica ne pone una strettamente giuridica (e "di filiera"): la mucca non avrebbe dovuto essere destinata al consumo.

I fatti furono acclarati non solo dalle testimonianze, ma dai filmati realizzati dai volontari: prove fondamentali in questo processo, avviato presso il Tribunale di Cuneo grazie alla nostra denuncia con Animal's Angels.

 

Leggi il commento di Carla Campanaro sulla sentenza della Corte d'appello di Torino sul caso Doris, mucca a terra.