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Il delfinario di Rimini è chiuso: non ne vogliamo un altro!

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 11 settembre 2013

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Non c'è bisogno di un nuovo delfinario a Rimini! Per questo ci appelliamo, insieme ad Enpa e Marevivo, al Sindaco di Rimini affinché non conceda alcuna eventuale autorizzazione alla creazione - e chissà con quali tempi - alla realizzazione di un nuovo delfinario in città.

La struttura è infatti chiusa al pubblico dal mese di agosto, a seguito della nostra indagine  dell'ispezione del Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato i cui esiti sono stati depositati presso la competente Procura della Repubblica. Le irregolarità contestate al delfinario dal Servizio Cites del Corpo Forestale hanno comportato sanzioni amministrative per un ammontare fino a 18.000 euro.

Siamo certi che il Primo cittadino saprà farsi garante della legalità, anche in questa delicata fase. Del resto da lungo tempo abbiamo segnalato inaccettabili irregolarità in questa struttura, tanto da chiederne l'immediato sequestro e la sua chiusura definitiva, anche per esercizio abusivo delle attività al pubblico poiché la struttura non possiede i requisti previsti dalle normative vigenti in materia.

Le attività condotte all'interno della struttura non rispettano i dettami della normativa vigente in materia di detenzione di delfini e continuare a proporre spettacoli con gli animali oltre ad essere eticamente inaccettabile è vietato dalla legge.

Chiediamo a questa città dalla forte attrazione turistica di fare un salto di qualità, risparmiando ai delfini la segregazione della cattività, e di non spendere un solo euro di denaro pubblico, di tutti i cittadini, per far sopravvivere questa inaccettabile prigione per mammiferi marini. La città e i suoi tanti turisti non hanno bisogno del delfinario.

E’ patetico che la struttura tenti di difendersi dicendo che attende dal Comune l’autorizzazione a costruire una vasca aggiuntiva, visto che lo poteva fare fin dalla sua apertura quasi 45 anni fa! I delfinari inoltre non hanno alcun valore educativo né tanto meno scientifico come è ampiamente dimostrato dalle ricerche condotte in numerosi Paesi. Le associazioni richiedono inoltre che si proceda nei confronti degli altri delfinari di Riccione, Fasano e Torvaianica.

Nei delfinari, le prescrizioni previste dal Decreto Legislativo 73 del 2005 e del Decreto Ministeriale 469 del 2001 sono continuamente disattese, vi è manipolazione degli animali e contatto diretto con il pubblico, i delfini sono sottoposti a comportamenti innaturali e addestrati attraverso la deprivazione alimentare, non sono presenti le vasche di quarantena, gli animali sono sottoposti a rumori costanti gravemente invasivi quali quelli provocati dai motori delle pompe di filtraggio ed inoltre sono sottoposti ad un livello ed a frequenze di suoni altamente invasivi causati da concerti e manifestazioni ludico-circensi.

Si effettuano inoltre pseudo programmi di pet therapy che sono del tutto vietati dalla norma, ignorando così le motivazioni sanitarie e di prevenzione dei potenziali rischi alla base della norma poiché i delfini, nonostante in cattività, sono e restano animali selvatici e molto pericolosi - non sono di certo pet - sebbene costretti ad essere addestrati per compiacere il pubblico. Non vi e', inoltre, alcuna evidenza scientifica relativa alla efficacia di simili progetti.

 

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