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Orso ucciso nel Parco di Abruzzo: si accertino le responsabilità!

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Ultimo aggiornamento

giovedì 19 aprile 2018

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La sera del 18 aprile un orso marsicano è stato ucciso dal personale del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), intervenuto per un’operazione di cattura e sedazione di un individuo considerato “problematico”, che in seguito si è rivelato non essere l’orso in questione.

“Quanto accaduto richiama alla memoria l’uccisione dell’orsa trentina Daniza, avvenuta a causa dell’imperizia del veterinario intervenuto per la sua sedazione – dichiara Massimo Vitturi, Responsabile LAV Animali Selvaticicosì come accertato nelle indagini conclusesi con l’oblazione per l’articolo 727 bis cp. ‘Uccisione di specie protette’ da parte del veterinario”

Eppure il Parco d’Abruzzo è stato sempre indicato come un modello virtuoso di gestione del rapporto tra uomini e orsi, a differenza di quanto accade in Trentino, dove l’Amministrazione provinciale gestisce la convivenza predisponendo ordinanze urgenti per l’uccisione degli orsi, che talvolta si rivelano vere e proprie “condanne a morte”.

Chiediamo quindi alla Procura di Avezzano ed al PNALM di fare rapidamente chiarezza sulle cause della morte dell’orso e sulle procedure adottate dal personale intervenuto, anche affidando il corpo dell’animale a un istituto indipendente e di comprovata capacità investigativa quale il Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria, presso l’Istituto Zooprofilattico di Grosseto.