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Visoni, Olanda vieta allevamenti. E l'Italia cosa aspetta?

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 11 novembre 2015

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"L’interesse generale è più importante degli interessi dei singoli allevatori di visoni": pesante come un macigno, il pronunciamento dell’autorità giudiziaria olandese si abbatte sull’industria della pellicceria, confermando la fine dell’allevamento di animali allo scopo di ricavarne pellicce.

E’ questa la decisione finale della Corte di Appello olandese sul contenzioso avviato dagli allevatori contro il Governo dell’Aja dopo che, nel dicembre 2012, il Parlamento approvò la legge che metteva al bando questa forma di allevamento (LAV era presente nella delegazione internazionale che seguì i lavori del Senato olandese).

Il bando entrerà effettivamente in vigore dopo un lungo periodo di transizione che si concluderà nel 2024, e prevede compensazioni economiche per gli allevatori (che erano state ritenute inadeguate nella prima sentenza del 2014, ora ribaltata). Nel nuovo pronunciamento il lungo periodo di transizione è stato ritenuto sufficiente per consentire agli allevatori di recuperare gli investimenti, assorbendo gli effetti negativi conseguenti all’impossibilità di proseguire nella loro attività. 

L'Olanda è il quarto Paese allevatore di visoni nel mondo, con una produzione annuale di circa 6 milioni di animali. In Italia, invece, sono circa 150.000 i visoni uccisi ogni anno nei 20 allevamenti ancora attivi. Presso le Commissioni Sanità al Senato e Agricoltura alla Camera sono già stati presentati e assegnati tre distinti Disegni di Legge (a firma Sen. Amati, PD - On. Brambilla, FI - On. Gagnarli, M5S) che riassumono le istanze della LAV per porre fine a questa barbarie. Analoghi provvedimenti sono stati presentati anche presso i Consigli Regionali di Emilia Romagna e Sicilia.

Negli ultimi tre anni al Parlamento italiano abbiamo già presentato oltre 100.000 firme raccolte in diverse petizioni, abbiamo scritto direttamente al Governo (e in particolare ai Ministri dell’Agricoltura Martina, e della Salute, Lorenzin), abbiamo scritto ai Presidenti ed ai Senatori ed Onorevoli componenti delle Commissioni Salute del Senato e Agricoltura della Camera (le due commissioni dove sono assegnate le proposte di legge per il divieto di allevamento).

Il Parlamento ed il Governo devono necessariamente dare in tempi rapidi una risposta concreta agli italiani e vietare definitivamente anche nel nostro Paese questa anacronistica forma di allevamento.

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