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Vivisezione: limite anche per ricerca pediatrica

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Ultimo aggiornamento

domenica 16 febbraio 2014

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L’indice di fallimento della sperimentazione con il modello animale supera il 90%, esponendo la nostra specie a dati fortemente fuorvianti e pericolosi.

E i bambini? Le differenze metaboliche, di superficie corporea, di volume di distribuzione tra adulto e bambino fanno si che l'80% dei farmaci usati in pediatria siano “off label” o non autorizzati.

I dosaggi per minori, infatti,  sono spesso derivati da quelli per gli adulti e semplicemente ricalcolati in  base al peso corporeo. Ma nei bambini il rapporto superficie corporea/peso può essere fino a tre volte maggiore che negli adulti, provocando un maggiore assorbimento dei farmaci per somministrazione topica. Il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci, inoltre, vanno incontro nel tempo a forti processi di sviluppo e possono variare moltissimo nelle diverse fasce di età. 

Nuove branche scientifiche come la farmacogenomica e l’epigenetica, che dimostrano l’alta specificità delle cure in relazione all’individuo, sono in grande sviluppo. In molte Nazioni si promuovono le ricerche condotte su modelli non animali, ma non in Italia, che non sembra voler “approfittare” neanche dei fondi messi recentemente a disposizione dall’UE con il progetto Horizon 2020 (che ha stanziato più di 72 miliardi per i metodi alternativi). 

L’Italia deve cambiare rotta e preoccuparsi concretamente del futuro delle nuove generazioni e dei malati implementando lo sviluppo di tecniche realmente predittive per la nostra specie e può farlo cominciando a rispettare i principi dell’articolo 13 della legge di delegazione europea 96-2013 nel nuovo Decreto legislativo. 

 

La vignetta è stata realizzata per noi da Marco Gavagnin