Le cruente "abitudini" negli allevamenti di maiali


Solo in Italia ci sono circa 31 mila allevamenti di suini che uccidono ogni anno più di 10 milioni di animali.
Quelli macellati in Europa ogni anno sono circa 260 milioni.

In UE, molti Paesi  hanno aderito alla Dichiarazione di Bruxelles “Boars 2018” che prevedeva la fine della castrazione chirurgica dei suini entro il 1° gennaio del 2018. Ancora oggi, però, la situazione è drammatica. L’Italia, insieme alla Francia, è tra i paesi che più applicano la castrazione chirurgica senza anestesia.

Nel nostro Paese, tra il 90 e il 100% dei suini maschi vengono castrati. Secondo la Direttiva europea 2008/120/CE, la castrazione chirurgica è consentita se effettuata entro i primi sette giorni di vita dei maialini, può essere effettuata senza anestesia e senza l’obbligo che sia eseguita da un veterinario.

La castrazione è una pratica molto cruenta, così come le altre mutilazioni comuni nella filiera, quali il taglio della coda e il troncamento dei denti. Inoltre, le investigazioni mostrano che sono frequentissimi i casi in cui la castrazione viene effettuata dopo il limite consentito dei primi sette giorni di vita, causando sofferenze ancora più grandi a questi animali. 
 


Per fare emergere la realtà nascosta, abbiamo documentato filmando ciò che avviene all’interno degli allevamenti.
Il nostro team investigativo, entrando nelle realtà produttive più intensive dove gli animali soffrono ogni giorno, ne ha registrato le condizioni di vita in tutti i passaggi dell’allevamento: la nascita, le gabbie di gestazione, le gabbie da parto, lo svezzamento, l’ingrasso.

Grazie alle investigazioni, possiamo denunciare la realtà degli allevamenti di suini con immagini che testimoniano animali mutilati e maltrattati.?Abbiamo documentato le condizioni delle scrofe costantemente confinate in gabbie nelle quali possono a malapena stendersi e la condizione dei maiali all'ingrasso in recinti sovraffollati e sporchi. Sono stati ripresi maiali malati, con ferite e tumori non trattati, così come corpi di maiali morti nella più totale incuria e lasciati a contatto con gli altri animali.

La pubblicazione dei documenti raccolti consente a tutti di entrare in luoghi per lo più inaccessibili e vedere, con i propri occhi, cosa accade davvero a un maiale prima di diventare un prosciutto.

Una realtà di sofferenza che milioni di maiali ogni giorno subiscono negli allevamenti. È arrivato il momento che anche l’industria italiana della carne se ne renda conto e prenda atto che queste pratiche crudeli non devono più esistere. Queste mutilazioni non sarebbero necessarie se gli animali potessero vivere rispettando le proprie esigenze, senza essere costretti in situazioni di forte stress che causano aggressività ed autolesionismo.

Vogliamo porre fine alla castrazione chirurgica e a qualsiasi altra forma di mutilazione e vogliamo maggiore tutela per tutti i suini confinati negli allevamenti di tutta Europa, Italia compresa. Lo stiamo chiedendo anche attraverso la campagna europea #NoAnimalLeftBehind.

L’alternativa a questa catena di dolore e morte esiste: scegli un’alimentazione priva di ingredienti di origine animale, scopri come su cambiamenu

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