Galline ovaiole

Sono circa 39 milioni le galline attualmente allevate in Italia (Fonte: BDN).
Le galline confinate negli allevamenti soffrono per danni psicologici – la reclusione le rende aggressive, spesso addirittura cannibali, al punto che è necessario tagliare loro il becco – e danni fisici – dall’osteoporosi alla frattura delle ossa, dalla deformazione degli arti alla crescita incontrollata delle unghie, tanto da girarsi intorno alle gabbie.
Un’altra grave patologia che colpisce le galline ovaiole a causa dello scarso movimento è la steatosi epatica, anche conosciuta come fegato grasso, che può avere conseguenze improvvise anche letali.

LAV ha contribuito alla Direttiva del Consiglio dell'Unione europea 1999/74/CE, che ha imposto, dal 1° gennaio 2012, la modifica delle gabbie di batteria convenzionali in gabbie arricchite.

Nonostante 14 anni di tempo avuti a disposizione per mettersi in regola con la normativa europea, ancora nel 2012 molti allevatori lamentavano difficoltà economiche per procedere all’adeguamento delle gabbie. Ciò ha causato in poco più di un anno l’apertura di ben due procedure di infrazione da parte della Commissione europea a carico dell’Italia. 
LAV ha più volte denunciato la cronicità dell’atteggiamento di parte degli allevatori di ovaiole italiani, chiedendo indagini a 360 gradi sui possibili profili di illegalità, presenti ancora oggi.

In Italia il 55% delle galline ovaiole vive ancora nelle gabbie arricchite.

Le gabbie arricchite devono prevedere almeno 750 cm² di superficie a disposizione di ciascuna gallina, un nido, una lettiera, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie in modo da soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali. Tuttavia, nonostante un leggero miglioramento delle condizioni di detenzione, l’evidenza scientifica ha chiarito che anche le gabbie arricchite che rispettano i requisiti della normativa non riescono a garantire un livello sufficiente di benessere delle galline.

Lo spazio a disposizione rimane poco, e non consente alle galline di sbattere le ali spiccare il volo per brevi tratti come farebbero in natura. Inoltre, la presenza di lettiera è insoddisfacente per consentire a tutte le galline di fare i bagni di polvere, espressione naturale della loro necessità di igiene, o di becchettare il terreno in cerca di cibo. Le galline confinate nelle gabbie arricchite non hanno modo di isolarsi dalle proprie compagne o di sfuggire ad eventuali comportamenti aggressivi, dettati da sovraffollamento e frustrazione.

Condizioni migliori di vita possono essere garantite a questi animali solo prevedendo una totale abolizione delle gabbie, in favore di sistemi di allevamento alternativi che consentano alle galline di soddisfare le proprie esigenze etologiche. Questa la richiesta della campagna europea End The Cage Age, recentemente accolta dalla Commissione europea che ha decretato la graduale e progressiva dismissione delle gabbie dagli allevamenti di tutta Europa, fino ad un totale divieto a partire dal 2027.

LAV continuerà a fare pressione sia a livello italiano che europeo per assicurare che tale divieto sia effettivo e compiere un primo passo verso la fine dello sfruttamento di questi animali, e sta lavorando ad uno studio sulla situazione delle galline, oppure no ed aggiungerlo dopo.

Puoi fare di più: cambiamenu e non contribuire a questa sofferenza!