Test chimici
La tossicità delle sostanze chimiche (vernici, plastica, ecc.) è controllata attraverso test condotti su animali, di dubbia efficacia scientifica oltre che mortali per le cavie.
Circa 700 mila animali (ratti, conigli, cani e scimmie) ogni anno nell'Unione Europea sono sottoposti a test per verificare se una sostanza:
- è tossica per l’essere umano
- è nociva per gli occhi umani
- è irritante per la pelle umana
- provoca tumori o malformazioni nell’uomo
- interferisce con il sistema endocrino umano (ghiandole, fegato, pancreas, ecc).
Gli animali sono costretti a:
- ingoiare pesticidi, vernici, colle, disinfettanti
- inalare vapori chimici
- verificare su pelle e occhi l’azione corrosiva e irritante dei prodotti
Tutti gli animali utilizzati muoiono:
- uccisi dagli effetti dei test
- soppressi alla fine della sperimentazione
Ma numerose sostanze sperimentate sugli animali, ritenute sicure e quindi immesse sul mercato, si sono rivelate pericolose per l’uomo:
- l’amianto - il ratto si è dimostrato 300 volte meno sensibile dell’uomo all’insorgenza del cancro per inalazione delle fibre d’amianto, ma nonostante questo rimane la specie più utilizzata nei test di inalazione
- il benzene - impiegato nei combustibili, nelle plastiche e nelle vernici è innocuo per il ratto mentre è altamente tossico per l’uomo
- il metanolo - rende cieche le persone ma non gli animali su cui è stato sperimentato.
La normativa europea REACH (Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals) prevede:
- la regolamentazione delle sostanze chimiche
- la verifica della tossicità di 30.000 sostanze, immesse sul mercato senza controllo prima del 1981 e potenzialmente dannose per l’uomo.
In vista di un massiccio impiego di animali per questi discutibili test (le stime indicano tra i 12 e i 50 milioni di animali), fin dal 2005 siamo ci siamo impegnati in una campagna finalizzata a modificare la normativa in direzione:
- del divieto di testare su animali
- dell’uso di metodi sostitutivi, affidabili e sicuri.