COMUNICATI STAMPA LAV TRIESTE

Comunicato Stampa LAV settembre 2017

A partire da sabato 21 e domenica 22 ottobre la LAV (www.lav.it) sarà nelle principali città d’Italia con una petizione a sostegno di una Proposta di legge per l’abolizione della caccia e a difesa degli animali selvatici, da presentare al nuovo Governo, che si insedierà verosimilmente nella primavera 2018.

A TRIESTE puoi firmare presso i tavoli LAV allestiti SABATO 21 OTTOBRE IN PIAZZA CAVANA E DOMENICA 22 OTTOBRE IN PIAZZA HORTIS dalle 10.00 alle 18.00.

Un obiettivo semplice e chiaro, per porre fine al massacro legale di milioni di animali: sono, infatti, 464 milioni l’anno, circa 500.000 ogni ora di ogni giornata venatoria, gli animali che i poco più di 600.000 cacciatori italiani (stima ISPRA) sono legittimati a uccidere con il fucile, ma anche utilizzando l’arco oppure i falchi.

Un numero all’apparenza esageratamente enorme, però realistico, che deriva da una stima eseguita a partire dai dati raccolti in quattro regioni campione e poi rapportati a tutti i cacciatori nazionali. Un numero che non tiene conto, però, degli animali vittime della caccia “gestionale”, che indica gli interventi eseguiti per prevenire i conflitti derivanti dalla presenza delle attività umane sul territorio, e del bracconaggio, troppo spesso praticato anche da cacciatori con regolare licenza di caccia, come dimostrano diverse sentenze di condanna.

La caccia, quindi, è una delle principali cause di morte violenta per gli animali, vittime di un’attività di esclusivo divertimento, percepita sempre con maggiore contrarietà dall’80% dei cittadini italiani che, secondo numerosi sondaggi, ne chiede l’abolizione.

“Purtroppo non basta essere contrari alla caccia per fermarla, occorre l’impegno di tutti per far arrivare la nostra vastissima voce nelle Sedi istituzionali – afferma Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali selvatici – firmare la nostra petizione a sostegno della Proposta di Legge per fermare il massacro venatorio (scopri dove su www.lav.it) è un passo decisivo che tutti possono fare, in pochi minuti, perché questa sia l’ultima stagione di caccia”.

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18/06/2017

COMUNICATO STAMPA
Partita di calcio tra Licei: occasione per educare al rispetto antispecista
Le Associazioni LAV Trieste, NAICA, MUJAVEG e LEAL Trieste si dicono amareggiate, ma per nulla stupite, dell’episodio accaduto alla partita di calcio tra Licei scientifici.
Non c’è da meravigliarsi, visto il mondo educativo che circonda i giovani d’oggi se non c’è empatia in questi ragazzi, non c’è rispetto per gli altri, siano persone o animali di qualunque specie.

E’ importante che le famiglie e la scuola, facciano tesoro di questi segnali per mettere in discussione e riesaminare il proprio piano educativo, chiedendosi se forse con uno sforzo in più, non si possa migliorare la nostra cultura, la nostra società e le nostre tradizioni.
Specialmente lo sport, dovrebbe essere veicolo di rispetto: verso le regole, verso l’avversario, verso l’arbitro, verso l’ “altro” di qualsiasi specie.
Ricordiamo inoltre, che chiunque costringa un animale a situazioni non compatibili con la sua natura è perseguibile penalmente per l’ Art 727 e 544 ter del Codice Penale.

E’ chiaro che è difficile sensibilizzare al rispetto degli animali, se la nostra società si basa sul loro sfruttamento in ogni modo possibile e sull’antropocentrismo, ma sicuramente da qualche parte, si può sempre iniziare a migliorare.
Ecco allora che questa potrebbe essere una buona occasione per analizzare assieme quanto è successo, capendo e facendo capire, come qualsiasi essere vivente provi paura, dolore e sofferenza in virtù delle proprie caratteristiche etologiche e come qualsiasi essere ucciso necessiti di compassione.

CD LAV Trieste
CD Naica Associazione Culturale
CD Muja Veg
CD LEAL Trieste

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Comunicato Stampa LAV FVG 21 maggio 2017

Il problema del recupero degli animali salvati non a fine di lucro, nella regione Friuli Venezia Giulia: primo Convegno organizzato da LAV FVG.

Si è svolto domenica 21 maggio 2017, il primo Convegno "Centri di ospitalità una realtà salvAnimali", organizzato dalla LAV Lega AntiVivisezione, presso Ez’s Place Onlus Rifugio del Cavallo a Montereale Valcellina (PN)
Si è discusso per la prima volta a livello regionale e nazionale il problema del recupero degli animali, salvati non a fine di lucro, nella regione Friuli Venezia Giulia.
Gli Stati Generali sono stati condivisi dalle associazioni: Amici della Terra, Animalisti FVG, Associazione naturalisti, Dingo, Enpa, Ez’s Place Rifugio del cavallo, Oipa, Rete dei Santuari di animali liberi in Italia, Vita da cani Porcikomodi, Ricomincio da cane, Sentiero di Ares, Wwf FVG.
Si è parlato della realtà dei Centri di ospitalità per animali, del ruolo delle Associazioni protezioniste e delle Autorità Giudiziarie ed Amministrative e si sono inoltre affrontati i problemi per l’attuazione delle Leggi : LR 20/2012 e L. 189/2004 e cercate relative soluzioni.
La Normativa nazionale ed internazionale, prevede in alcuni casi il sequestro e la confisca degli animali da reddito, esotici, selvatici, e d’affezione.
Lo Stato e la Regione Friuli Venezia Giulia si sono assunti l’impegno di prendersene cura direttamente o indirettamente garantendogli consone aspettative di vita.
Però in Italia, nella Regione FVG, i Centri di ospitalità per animali, a differenza di quanto accade all’estero, non hanno ancora riconoscimento giuridico e sono purtroppo tutti considerati degli allevamenti. Non esistono infatti norme specifiche per gli animali “da reddito” ospitati in maniera rispettosa, sono comunque definiti come animali da produzione.
Negli anni le associazioni e i cittadini hanno sopperito a un generale disimpegno di Stato ed Enti locali e tutto questo deve cambiare.
Durante il Convegno si sono fatte conoscere le varie realtà di custodia degli animali maltrattati, i loro problemi, sono state messe a confronto tutte le figure interessate e ci sono state delle proposte risolutive come quella avanzata dalla LAV con la “CARTA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA” PER IL RECUPERO DI ANIMALI SALVATI NON A FINI DI LUCRO.
Un Piano di azione che preveda:
- Una norma di riconoscimento e inquadramento giuridico dei Centri di ospitalità per il recupero degli animali non a fini di lucro nel rispetto delle Leggi, con protocolli univoci per la gestione degli animali, che non siano più equiparati, per storia e attività, a zoo o allevamenti a fini di riproduzione, esposizione o macellazione;
- Nuovi strumenti normativi univoci che garantiscano una destinazione degli animali oggetto di sequestri e confische in linea con le loro esigenze etologiche ,senza andare a peggiorarle (per esempio, dando la custodia a colui che è imputato per maltrattamenti) e che svincolino la loro vita da processi che possono durare anche dieci anni e con esiti imprevedibili (prescrizione), permettendo così di essere definitivamente adottati da Centri o cittadini;
- Stabilire procedure di riconoscimento delle strutture che si occupano di ricovero e cura di animali sequestrati o confiscati, attraverso definizione univoca standard e criteri minimi riguardanti: funzionamento, competenza, strutture necessarie, figure professionali, con stesura di Elenchi regionali delle strutture;
- Individuare e dare riconoscimento alla rete regionale delle strutture in grado di gestire correttamente gli animali nelle diverse fasi secondo le diverse competenze;
- Standardizzare la procedura che consenta periodici e regolari controlli a tutte le strutture coinvolte nelle diverse fasi di gestione degli animali sequestrati e/o confiscati, con la definizione di adeguati protocolli sanitari;
- Informatizzare tutti i dati disponibili in apposite banche dati regionali e prevedere le procedure per la loro regolare implementazione al fine di consentire una più semplice e lineare gestione degli animali affidati;
- Individuare e promuovere programmi di collaborazione con Santuari fuori dall’Italia.

Guido Iemmi
Responsabile regionale Rapporti istituzionali
+39 3204795023
lav.friuliveneziagiulia@lav.it
www.facebook.com/lavpordenone

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Comunicato Stampa 12/05/2017

Individuare le reali problematiche della città senza scaricarle sugli animali

Dalle ultime comunicazioni date sui media, spiace constatare come ci sia una forte strumentalizzazione sui problemi della città a discapito degli animali selvatici che, come sempre, devono pagare con la vita gli errori dell’uomo.

Come sempre succede quando vi è un problema in città, si cerca un capro espiatorio: ratti e gabbiani un giorno, cornacchie e gazze un altro, cinghiali e nutrie un terzo. Ma cosa c’è realmente di vero? Quali colpe possono avere questi animali se non la normale necessità di mangiare o di sopravvivere?

Se gli animali selvatici escono da boschi e prati spingendosi sempre più nelle zone urbane e periurbane vi è una ragione naturale: come tutti gli animali, uomini compresi, vanno dove possono trovare cibo ed ecco che si presenta loro una città (ma non certo l'unica) dove la pulizia e la cura corretta del verde lascia piuttosto a desiderare e dove le specie che più si adattano al territorio, trovano un luogo che offre molteplici possibilità di sopravvivere e riprodursi.
Togliamo loro la vegetazione che gli serve per nascondersi e riprodursi, azzeriamo le fonti naturali di cibo, diamo loro la caccia nel resto del territorio. Dove dovrebbero andare tutti gli animali selvatici se costruiamo su tutto il territorio disponibile ed il loro si riduce sempre di più?

Per quanto riguarda i ratti, potremmo suggerire l'idea che forse compaiono di più in questo momento perché ci sono molteplici lavori in corso in città, lavori che si protraggono da anni, mettendo, con le vibrazioni degli scavi, in allarme questi animali che cercano di mettersi in salvo comparendo anche di giorno e in zone insolite.

Ci appaiono, poi, davvero incredibili le affermazioni di Massimo Donadon che viene considerato un esperto per la conoscenza del problema ratti, ma quando esterna il problema del colera legato a questi roditori, non solo dimostra molta ignoranza in materia ma tralascia di riferire che il colera si sviluppa in mancanza di igiene e di acqua potabile, causa esclusivamente umana.
Sarebbe più esatto affermare che il proliferare dei ratti sia la conseguenza della nostra incuria e non la causa (come si può facilmente verificare, anche su Wikipedia).

Noi consigliamo di porci una domanda: come mai nel 2017 non siamo in grado con tutte le nostre conoscenze, con tutte le nostre tecnologie, con tutte le possibilità che i nostri tempi offrono, di convivere pacificamente con le specie animali che ci sono vicine?

Perchè invece di “contenere” ed “eliminare” non cerchiamo di conoscere questi animali cercando di trovare il modo migliore per poter vivere fianco a fianco?
Quelli che vengono definiti “problemi” sono esseri viventi che condividono il mondo insieme a noi e forse anche da prima di noi.

Dovremmo investire maggiormente nella conoscenza di altre specie ed educazione al rispetto degli animali per sconfiggere la paura del diverso, anche perché è provato, come l’uomo sia la razza più pericolosa e distruttiva che esista

Non comprendiamo inoltre, come le persone che più difendono il diritto alla vita nelle campagne anti-abortista, poi abbiano una posizione totalmente diversa quando non si tratta della specie umana.

Li abbiamo vivisezionati, studiati nel loro habitat ed in laboratorio, conosciamo tutto di loro, enciclopedie intere e documentari, elencano ogni loro comportamento ma quando ce li troviamo davanti li sentiamo sconosciuti, minacciosi  e pericolosi, esseri che invadono i nostri spazi e che provocano una serie infinita di problemi per la nostra vita.
I problemi da affrontare pensiamo siano ben altri.

Vorremmo suggerire di utilizzare i 20 milioni di Euro destinati al progetto del Parco del Mare, inutile e crudele prigione d’acqua, per migliorare la nostra costa facendola diventare un’attrattiva particolare, risistemare i parchi pubblici lasciati in stato di abbandono, per curare di più e meglio il verde pubblico, per restaurare gli edifici storici, per curare l'acquario già esistente e per sovvenzionare adeguate ed importanti mostre nei nostri musei che portino richiamo e lustro alla città, per migliorare le condizioni del Parco di Miramare, del Castello di San Giusto e per la pulizia delle strade.

Pensiamo che Trieste meriti di essere valorizzata nella sua naturale bellezza quale città ospitale e piena di cultura e storia quale è.
E se nel contempo riuscirà a mantenere la nomea di città animalista, riuscendo a risolvere le odierne “problematiche” con metodi incruenti, con la sensibilizzazione e la conoscenza dei nostri concittadini animali, pensiamo che sarà ancora più apprezzata e potrà diventare un'ispirazione ed un esempio per le altre città.

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COMUNICATO STAMPA aprile 2017

La LAV Lega Anti Vivisezione, Sede Territoriale di Trieste, ha inviato ieri, ai Capogruppo del Consiglio Comunale di Trieste, un documento, che chiede di voler esprimere un parere negativo in merito al Progetto sul Parco del Mare, durante la seduta straordinaria che si terrà il giorno 6 APRILE 2017.
La LAV Trieste, sulla base delle considerazioni e motivazioni descritte nel documento sottostante, ribadisce la contrarietà ad un progetto che inneggia alla sofferenza e prigionia di esseri viventi, alla spettacolarizzazione della biodiversità, spacciando il tutto per pseudo educazione e  ricerca scientifica, con lo spreco di risorse pubbliche per interventi privati, invece di migliorare le realtà cittadine.
Una rappresentanza della LAV Trieste, sarà comunque presente alla presentazione di giovedì, per capire le specifiche del progetto.
Consiglio Direttivo LAV Trieste

La LAV Sede di Trieste dice NO al Parco del Mare di Trieste

“Ritengo che gli acquari come gli zoo sono ergastoli per animali nati per viveri liberi. Costringere un delfino, un pescecane, una balena nati per i grandi spazi degli oceani a vivere in una vasca significa ridurli a uno stato molto simile alla pazzia.
Perciò acquari e zoo non sono nemmeno utili per far conoscere le caratteristiche e le abitudini di questi animali. D’altra parte oggi ci sono tante istruttive trasmissioni televisive che ci mostrano questi animali nel loro habitat naturale. Io spero che si voglia riflettere su questa inutile, dispendiosa e crudele impresa, che altro non è che una delle tante sofferenze che l’uomo egoisticamente e vigliaccamente infligge a creature innocenti.”
Margherita Hack
E’ da tanti anni che ciclicamente si ricorre alla pubblicizzazione del progetto del Parco del Mare di Trieste ed in modo particolare l’annesso grande acquario, dove la sbandierata riqualificazione territoriale può abbinarsi a facili proclami di sviluppo e lavoro.
Gli stessi addetti del settore rilevano come nei primi tre - cinque anni di vita, la struttura deve affrontare un fisiologico calo di visitatori pari, in alcuni casi, al 30% degli afflussi.
Solo una costante e massiccia promozione, abbinata ad un continuo e costoso rinnovamento, può salvare l’acquario dal fallimento. Sono proprio i costi di rinnovo a costituire una delle maggiori spese, che finiscono poi sempre sulle spalle dei contribuenti.
Nella storia degli acquari pubblici, alle fantastiche dichiarazioni degli ideatori, raramente si abbina la preoccupazione per lo stato di salute dei futuri detenuti.
In merito ci sono i mai superati Dossier dell'ENPA del 2008 e 2009, firmati da Giovanni Guadagna dell'Ufficio Cattività dell'Ente, scritti proprio in risposta alla reiterata idea del Parco del Mare a Trieste.
Noi, come associazione animalista ed ambientalista diciamo NO ALLA SOFFERENZA ED ALLA PRIGIONIA DI ESSERI VIVENTI
Gli acquari, anche senza gabbie o sbarre, sono carceri d’acqua dove gli esseri viventi vengono tenuti in condizioni innaturali non senza ripercussioni sul piano scientifico ed etologico.
Ogni animale nasce con caratteristiche comportamentali innate che si possono esprimere e svilupparsi totalmente nel loro ambiente naturale, non in un ambiente dove essi devono appena adattarsi, variando le loro abitudini naturali.
La sofferenza per la prigionia rende le creature apatiche, spente, foriere di atteggiamenti aggressivi o autolesionisti, quindi un'inutile crudeltà.
NO ALLA SPETTACOLARIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITA’
La spettacolarizzazione della vita acquatica è eticamente inaccettabile perché passa un messaggio fuorviante sia dal punto di vista dell’educazione che della cultura della biodiversità.
Costringere gli animali all’umiliazione e alla restrizione della cattività è diseducativo per le nuove generazioni alle quali si deve cercare di trasmettere il valore del rispetto alla vita di ogni essere vivente.
La sofferenza altrui, benché animale, porta come conseguenza la violenza gratuita: dobbiamo avere il coraggio di cambiare e dare esempi positivi, non riprodurre modelli obsoleti ed empiricamente sbagliati.
NO ALLA PSEUDO-RICERCA SCIENTIFICA
Questo si è dimostrato un utile paravento per avventure commerciali che causano una mortalità altissima e non giustificabile degli esseri prigionieri, non essendovi neppure una decente opzione di studio e ricerca scientifica
Quale messaggio educativo riceve uno studente dalla visita ad un acquario dove gli animali privati della loro libertà di espressione vengono esposti in luoghi artificiali e dove la loro vita, finchè vivono, dipende dall’intervento dell’uomo?
Che cosa può significare per un ricercatore universitario una tesi sulla cattività? Non è forse un modo come un altro per vedere le cose come in realtà non sono e non potranno mai essere? Che cosa vogliamo per il futuro dei nostri figli? Mettere la natura in una scatola per “usarla” all’occorrenza come svago e divertimento senza averne alcuna responsabilità se non quella di fare il minimo indispensabile affinchè non si sciupi? Vogliamo evitare questo tipo di sfruttamento inutile, crudele e con false prospettive.
NO ALLO SPRECO DI RISORSE PUBBLICHE PER GLI INTERVENTI PRIVATI
Il costo dell’opera è enorme e la ricaduta economica sulla città minima. Dati ormai noti sull’acquario di Genova e sugli altri acquari italiani sono una ineludibile testimonianza di quanto questa avventura altro non sia che una speculazione immobiliare con ricadute positive solo sugli imprenditori e i costruttori.
Trieste è una bella città che potrebbe offrire molto di più al turista ma non è su un acquario che c’è bisogno di puntare: il turista che vogliamo qui è attratto dalle bellezze architettoniche, affascinato dalla nostra storia, amante delle passeggiate sul Carso e dei bagni in mare che potrebbero attirare maggiori flussi con un adeguato litorale!
E poi perché non usufruire delle risorse economiche per curare quello che già c’è?
Abbiamo già un Acquario Comunale non troppo curato e abbiamo la Riserva Marina del Parco di Miramare che potrebbe diventare polo di attrazione dell’ambiente marino … dal vero!
Tutto ciò premesso vi chiediamo di prendere in considerazione quanto sopra esposto, per il bene degli animali ma soprattutto per il bene della nostra città.

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COMUNICATO STAMPA 01/02//2017
La LAV (Lega Anti Vivisezione) di Trieste da sempre contesta la realizzazione del Parco del Mare poiché rinchiudere in piccole gabbie, animali che vivono in spazi aperti, è anacronistico, crudele ed anche sadico pensare di godere della sofferenza di un’altra vita per un unico scopo: il denaro.
Ma in questo caso specifico, come ben sottolineato dal dr. Rumiz nell’articolo de “Il Piccolo” del 25/01/2017, gli acquari paradossalmente sono dei “buchi nell’acqua” dove vi sono solamente spese, sofferenza animale e spreco di denaro pubblico, tutto questo per il capriccio di una singola persona.
Tralasciando per un momento l’argomento animalista, vorremmo ricordare tutte le piccole aziende artigiane e non, realtà storiche in difficoltà o chiuse in questo lungo periodo di crisi, che con i soldi racimolati dalla Camera di Commercio per il parco del mare, si potevano aiutare.
Inoltre se realmente si vuole attrarre con innovazione e salvaguardia dell’ambiente, (termini citati in ogni campagna elettorale) basterebbe rendere speciale l’area della riserva di Miramare, magari assieme al WWF che saprebbe come divulgare il rispetto del mare e degli animali che lo abitano.
Con gli stessi soldi del Parco del Mare, si potrebbe realizzare un centro recupero fauna marina dove non solo veterinari o ricercatori potrebbero aiutare specie in difficoltà ma anche molti studenti appena laureati potrebbero trovare un posto di lavoro.
I termini usati hanno il loro peso e a noi PARCO ci fa pensare ad un area naturale con grandi spazi, dove gli animali vivono liberi e protetti e non sicuramente carceri d’acqua piccole e finte.
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Comunicato stampa LAV marzo 2017


RICERCA CON #ZEROANIMALI: IL 25 -26 MARZO E L’1-2 APRILE LA LAV (www.lav.it) IN PIAZZA PER CHIEDERE AL GOVERNO DI DESTINARE IL 50% DEI FONDI PER LA RICERCA ALLO SVILUPPO DEI METODI SOSTITUTIVI: FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE A TRIESTE


Abbandonare gli animali è un dovere della ricerca. Adottiamo la scienza giusta, quella che utilizza #ZEROANIMALI nei test di laboratorio. Nessun paradosso dunque, bensì la scelta di sostenere una ricerca che mette tutti d’accordo: una ricerca scientificamente affidabile e dunque utile, non crudele con gli animali. Per questo nei fine settimana del 25-26 marzo e dell’1-2 aprile chiederemo al Governo di destinare il 50% dei fondi per la ricerca allo sviluppo dei metodi sostitutivi: in centinaia di piazze sarà possibile firmare la petizione e sostenere questa campagna scegliendo l’uovo di Pasqua della LAV (scopri dove su www.lav.it).


A TRIESTE puoi firmare presso i tavoli LAV allestiti in VIA SAN LAZZARO ANGOLO VIA PONCHIELLI, SABATO 25 MARZO E 1 APRILE, DALLE 10.00 ALLE 18.00.
IN CASO DI MALTEMPO, ANCHE DOMENICA 26 MARZO E 2 APRILE.


In questo modo potrete sostenere importanti progetti di ricerca che non utilizzano animali, come quelli ai quali la LAV ha dato il suo contributo, offrendo una speranza in più ai malati che attendono una cura, ai milioni di animali vittime della sperimentazione, e ai ricercatori un posto di lavoro:

• Università di Genova, in collaborazione con lstituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro: sono state prodotte 100 milioni di cellule HUVEC (estratte dal cordone ombelicale).
• Università di Pisa: è stato messo a punto un bireattore con cellule umane in colture tridimensionali per lo studio delle sostanze inalate.
• Laboratorio LARF dell’Università di Genova: è stato avviato un progetto sulle cellule staminali umane.
• Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna-Ospedale S. Orsola: sarà avviato uno studio di modelli alternativi all’uso di animali per i test sui farmaci e le nuove molecole. Al momento il processo di ricerca e sviluppo di un farmaco richiede oltre 10 anni e soltanto 1 su 10.000 molecole testate in modelli animali arriva sul mercato dimostrando come la mancanza di modelli attendibili contribuisca all’elevato tasso di insuccesso. Grazie al nostro sostegno saranno sviluppati “organ-on-a-chip” e sistemi multi-organoide sfruttando co-colture cellulari 3D per simulare le interazioni tra i diversi tipi di cellule: un progetto ambizioso, con ricadute in vari ambiti, tra cui lo studio delle malattie metaboliche.


LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE IN NUMERI

• 700 mila animali usati ogni anno nei laboratori italiani.
• Topi (485.820) e ratti (129.446) sono le specie più utilizzate, ma anche conigli (7.059) e uccelli (29073); il numero di macachi è aumentato da 302 a quasi 450, e sono 500 i cani ancora utilizzati in test dolorosi e dalla dubbia valenza scientifica.
• 2.000 al giorno muoiono per le conseguenze dei test: avvelenamento, ustioni, mutilazioni, infezioni e altre malattie.
• Il 95% dei test su animali non supera le prove cliniche per gli esseri umani.
• Italia “fanalino di coda” nel finanziamento di metodi alternativi alla sperimentazione animale: l’Unione Europea (70 miliardi di euro), la Germania (50 milioni), l’Italia (500 mila euro).

Cristallina la posizione di Maurice Whelan del JRC – servizio scientifico interno della Commissione Europea – che dichiara come il punto non sia solo implementare i metodi alternativi riducendo o migliorando l’uso di cavie, ma trovare nuovi approcci sperimentali che non usano animali per salvare il pianeta e gli uomini perché è chiaro che finora abbiamo fallito.

Mentre l’Europa dichiara prioritari i metodi alternativi e il Governo olandese si impegna per raggiungere una ricerca solo con metodi sostitutivi entro il 2025, in Italia la lobby che usa animali rema contro il futuro ancorando il nostro Paese a un modello mai validato scientificamente e diffuso nell’Ottocento come quello animale. I rari casi in cui sono stati approvati fondi per le alternative, come successo in Toscana  e in Friuli-Venezia Giulia , grazie a leggi regionali, i finanziamenti sono spariti nel nulla.

“Salvare gli animali migliora la ricerca – spiega la biologa Michela Kuan, responsabile LAV Area Ricerca senza Animali –. Per questa ragione LAV negli ultimi anni ha finanziato con migliaia di euro progetti sperimentali che non impiegano animali, contribuendo così a sostenere anche economicamente una scienza giusta, in proporzione più di quanto faccia attualmente lo Stato italiano. Ecco perché il 25-26 marzo e l’1-2 aprile saremo in tante piazze per chiedere al Governo di destinare il 50% dei fondi per la ricerca allo sviluppo dei metodi sostitutivi. Tutti potranno aiutarci: con la firma della petizione presso i tavoli LAV (scopri dove su www.lav.it) e/o scegliendo il tradizionale Uovo di Pasqua della LAV: l’uovo che fa bene alla ricerca”.

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COMUNICATO STAMPA 01/02//2017
La LAV (Lega Anti Vivisezione) di Trieste da sempre contesta la realizzazione del Parco del Mare poiché rinchiudere in piccole gabbie, animali che vivono in spazi aperti, è anacronistico, crudele ed anche sadico pensare di godere della sofferenza di un’altra vita per un unico scopo: il denaro.
Ma in questo caso specifico, come ben sottolineato dal dr. Rumiz nell’articolo de “Il Piccolo” del 25/01/2017, gli acquari paradossalmente sono dei “buchi nell’acqua” dove vi sono solamente spese, sofferenza animale e spreco di denaro pubblico, tutto questo per il capriccio di una singola persona.
Tralasciando per un momento l’argomento animalista, vorremmo ricordare tutte le piccole aziende artigiane e non, realtà storiche in difficoltà o chiuse in questo lungo periodo di crisi, che con i soldi racimolati dalla Camera di Commercio per il parco del mare, si potevano aiutare.
Inoltre se realmente si vuole attrarre con innovazione e salvaguardia dell’ambiente, (termini citati in ogni campagna elettorale) basterebbe rendere speciale l’area della riserva di Miramare, magari assieme al WWF che saprebbe come divulgare il rispetto del mare e degli animali che lo abitano.
Con gli stessi soldi del Parco del Mare, si potrebbe realizzare un centro recupero fauna marina dove non solo veterinari o ricercatori potrebbero aiutare specie in difficoltà ma anche molti studenti appena laureati potrebbero trovare un posto di lavoro.
I termini usati hanno il loro peso e a noi PARCO ci fa pensare ad un area naturale con grandi spazi, dove gli animali vivono liberi e protetti e non sicuramente carceri d’acqua piccole e finte.
Consiglio Direttivo LAV Trieste
 

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Comunicato Stampa LAV novembre 2016
LAV IN PIAZZA ANCHE A TRIESTE SABATO 3 E DOMENICA 4 DICEMBRE PER SOSTENERE IL DISEGNO DI LEGGE CHE PREVEDE LA GRADUALE DISMISSIONE DEGLI ANIMALI NEI CIRCHI. APPOGGIA LA NOSTRA CAMPAGNA PER FAR FARE ALLA LEGGE SUI CIRCHI “UN BEL PASSO AVANTI”, E DIVENTA ANCHE TU PARTE DEL CAMBIAMENTO
Dopo la campagna dello scorso anno “Al circo con animali non daremo un euro”, a dicembre la LAV tornerà in piazza con una grande mobilitazione per sostenere il Disegno di Legge del Governo sulla disciplina dello spettacolo, che prevede la graduale dismissione degli animali nei circhi, il cui esame inizia giovedì 3 novembre in Commissione Cultura al Senato.
Il 3 e 4 dicembre saremo nelle principali città d’Italia con una petizione dal messaggio chiaro e semplice, “UN BEL PASSO AVANTI”: la fine dell’utilizzo degli animali in tutti i circhi italiani. Sono sempre di più i Paesi, in Europa e nel mondo, che hanno già vietato o posto serie limitazioni all’utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli (18 gli stati Membri dell’UE che lo hanno bandito, in modo totale o parziale).
A TRIESTE puoi firmare presso i tavoli LAV allestiti: 3 E 4 DICEMBRE DALLE 10 ALLE 17, in VIA PONCHIELLI ANGOLO VIA SANTA CATERINA E SABATO 10 DICEMBRE, PRESSO IL CENTRO COMMERCIALE “LE TORRI” DI TRIESTE ED IL CENTRO COMMERCIALE “FREETIME” MONTEDORO SHOPPING CENTER DI MUGGIA, DALLE 11 ALLE 16.
Anche in Italia il vento sta cambiando: il Rapporto Eurispes 2016 rivela che il numero di chi vorrebbe abolire la pratica di utilizzare animali nei circhi è aumentato dal 68,3% al 71,4% in un solo anno, segno di una crescente sensibilità del pubblico e di una maggiore informazione sulle condizioni degli animali nei circhi. Tutto questo è senza dubbio il risultato di molte inchieste e campagne di sensibilizzazione condotte dalle associazioni animaliste, LAV in primis, supportate anche dalla recente posizione assunta dalla Federazione dei Veterinari Europei (FVE)  - che attraverso oggettive e qualificate argomentazioni scientifiche, ha chiesto “di proibire l’utilizzo di mammiferi esotici nei circhi in quanto non vi è affatto la possibilità che le loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali, possano essere adeguatamente soddisfatte” - nonché dalle numerose condanne a carico di circhi, disposte dai Tribunali nel corso degli ultimi anni.
Soltanto nel 2016 sono stati ben cinque i casi di circhi condannati in vari gradi di giudizio, per reati che vanno alla detenzione di animali incompatibile con le loro naturali necessità, al maltrattamento. Queste condanne, insieme ai recenti orientamenti dell’opinione pubblica, rappresentano segnali inequivocabili di un nuovo corso nella giurisprudenza e di una mutata condizione culturale, cui le Istituzioni stanno mostrando di voler attribuire significato, introducendo proposte di modifica delle leggi vigenti. Il Disegno di Legge di riforma del settore dello spettacolo, infatti, nella sua formulazione iniziale includeva anche una disposizione per la progressiva chiusura dei circhi con animali. Questa disposizione allo stato attuale è stata stralciata dal testo del DDL, ma il Governo ha preannunciato di voler mantenere la natura di collegato, anche per le disposizioni stralciate.
Noi chiediamo che questo impegno venga mantenuto e:
1. che venga adottata una nuova norma nazionale che preveda la graduale eliminazione  dell’utilizzo degli animali nei circhi;
2. la garanzia che gli animali  attualmente utilizzati nei circhi siano ricollocati in strutture autorizzate con finalità di Centri di recupero, in grado di garantirne il miglior mantenimento, senza alcun utilizzo in spettacoli;
3. il sostegno alle attività circensi realizzate senza l’uso di animali.
Lo scenario nazionale e quello internazionale sono decisamente favorevoli alla fine del circo con animali, un obiettivo perseguito da tempo, che oggi può finalmente realizzarsi. Diventa anche tu parte del
cambiamento, sostieni la nostra campagna per un circo senza animali: ti aspettiamo sabato 3 e domenica 4 dicembre nelle principali città d’Italia. Scopri tutte le piazze su www.lav.it
LAV di TRIESTE

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COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO: LAV, OIPA, LIPU, LEAL, LAC (Sedi di Trieste) NAICA e Mujaveg

Trieste, 21/10/2016

Alcune Associazioni animaliste ed ambientaliste, tra le quali LAV, OIPA, LIPU, LEAL, LAC (Sedi di Trieste) NAICA e Mujaveg, hanno presentato a promotori e autorità, una richiesta di chiarimenti e specifiche, riguardo al progetto di ripopolazione del Lago dei Cigni a Miramare, promosso da alcuni gruppi social come “Te son de Trieste se…” e “NDIMDVM” e concordati con la Direzione del Parco.
Le perplessità sollevate non hanno avuto risposte, da parte della Direzione del Parco, alle specifiche in questione e si è chiesto quindi di rinunciare a tale progetto, per il bene dei poveri animali.
Qualche tempo fa è stato comunicato l’acquisto dei cigni da un allevamento, da parte dei gruppi, ma non sono stati resi noti alcuni passaggi molto importanti a garanzia del benessere animale così come da Normativa:
1) SICUREZZA
Non è chiaro come si pensi di tutelare la sicurezza di questi splendidi uccelli, sia diurna che notturna da attacchi predatori di animali selvatici o domestici ospiti del Parco e dallo scorretto o doloso comportamento dei visitatori.
A tal proposito, si ricorda la triste fine dei cigni precedenti, con morti dovute al cibo non corretto che veniva loro dato dai visitatori e che li hanno portati ad avere organi, come ad esempio il fegato, abnormemente ingrossati.
Ci sono stati poi episodi di vandalismo per ingenti danni sugli edifici storici del Parco e gravi eventi violenti in Regione contro i cigni autoctoni, per bracconaggio o per alimentazione, che sicuramente non fanno star tranquilli.
Ricordiamo che nel nostro paese gli avvelenamenti di animali sono purtroppo all’ordine del giorno. Le vittime non sono soltanto cani e gatti ma anche gli animali selvatici. Di recente, a Bologna nel parco di Corticella, qualcuno se l’è presa perfino con gli innocui cigni neri che vivono nel laghetto, somministrando loro un diserbante come riferito dai referenti della Lega Cani in una nota stampa.
I laghetti di Miramare inoltre sono tristemente noti perché ci sono stati molti animali selvatici che vi si sono trovati in difficoltà o che hanno trovato la morte, sottolineando così gli scarsi controlli notturni e l’inadeguatezza dei luoghi che dovrebbero venir sistemati per permettere loro di risalire sulle sponde.
2) SALUTE
Non è chiaro chi si occuperà della qualità dell’acqua e del corretto apporto di regolari sostanze nutritive da parte dei cigni, soprattutto nelle stagioni dove la vegetazione diventa scarsa e chi sarà il Responsabile Veterinario della struttura.
3) BENESSERE
Il laghetto, dopo parecchio tempo in stato di totale abbandono, è stato ripulito, ma ci vogliono ulteriori accorgimenti.
La profondità dello specchio d'acqua dev'essere tale da permettere al cigno di nuotare distendendo completamente le zampe, nonché di poter raggiungere il nutrimento sui fondali grazie al lungo collo, presentare zone più profonde per difesa da predatori e vaste aree meno profonde per nutrirsi con minor dispendio di energie.
Un parco destinato ad ospitare un cigno va recintato, con una rete interrata d'almeno 20cm, per evitare intrusioni di potenziali animali ostili. Infine bisogna prevedere l'esistenza d'uno o più ricoveri, in legno o muratura, alti un metro o più, dove i cigni possano rifugiarsi durante le intemperie e deporre e covare le uova.
4) DISPONIBILITA’ FINANZIARIA
Infine ci si chiede come i gruppi promotori e la Dirigenza del Parco, pensi di supportare finanziariamente la manutenzione e la buona salute degli esemplari, quando altre parti del Parco, avrebbero necessità di un ripristino che non viene svolto, proprio per motivi finanziari.

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COMUNICATO STAMPA
Ennesimo sconcertante regalo della Regione Friuli Venezia Giulia al mondo venatorio. Dopo aver appena consentito, in deroga alla legge regionale che tutela il benessere degli animali, l'utilizzo di gabbie di dimensioni inferiori a quanto dalla legge stessa previsto, dopo aver autorizzato l'uccisione delle nutrie a mezzo arma da fuoco per tutto l'anno - con il concreto rischio di gravi danni all'ambiente e alla fauna selvatica protetta – apprendiamo ora che ad agosto è stato deliberato che da ottobre sarà consentito a due impianti di cattura (uno sito a Porcia e l'altro a Tricesimo) di catturare merli, cesene e tordi mediante l’uso delle reti, allo scopo dichiarato di “potenziare gli allevamenti destinati alla riproduzione di individui da destinarsi ad uso di richiamo per l'attività venatoria”. E questo perchè gli allevamenti già presenti in Regione di queste specie “non risultano in grado di soddisfare la richiesta proveniente dai soggetti esercitanti l'attività venatoria”.  Le parole del decreto dipingono un quadro desolante. Poichè i  cacciatori utilizzano come “richiami vivi” queste povere bestiole e gli allevamenti regionali non ne avrebbero per loro a sufficienza, ecco subito pronta l'autorizzazione in regione a catturare esemplari selvatici da rinchiudere in allevamenti.  Allevamenti che dovranno “produrre” altri uccelli il cui destino è quello di essere messi in gabbiette piccolissime per richiamare con il loro canto altri uccelli che i cacciatori impallineranno. Inoltre l’atto regionale si pone in netta contrapposizione con le disposizioni della direttiva europea sulla tutela degli uccelli migratori e della legge nazionale sulla tutela degli animali selvatici, che vietano espressamente la cattura degli uccelli con le reti. Quanto deliberato dalla Regione appare come un tentativo surrettizio di reintrodurre l’uccellagione vietata per legge dallo scorso anno, dopo che l’Unione Europea aveva aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia proprio a causa della cattura di uccelli migratori autorizzata nella nostra regione.
Amaro il commento di Guido Iemmi, referente LAV del FVG, “anzichè emanare provvedimenti per la protezione della fauna selvatica come stabilito dalla legge, la nostra Regione sembra molto più impegnata a rispondere positivamente e con solerzia ad ogni richiesta del mondo venatorio e a favorire gli interessi privati a scapito dell'interesse di tutti a godere di un territorio e di una fauna integri. Questi animali sono di noi tutti e consentirne la cattura e la reclusione per il divertimento di uccidere di pochi pare davvero ingiusto”. “LAV”, continua Iemmi, “combatterà in ogni modo ed in ogni sede questa desolante deriva della nostra Regione, anche segnalando il caso alla Commissione Europea e chiedendo l’intervento urgente del Ministero dell’Ambiente allo scopo di ripristinare la legalità e le misure previste dalla legge a tutela degli animali selvatici.
23.09.2016
Iemmi Guido
Referente Istituzionale regionale FVG

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Comunicato stampa, Trieste, 16/09/2016

La regione cede alla lobby di cacciatori e uccellatori. - Emendamento di modifica della Legge regionale 20/12
La Regione FVG nel 2012 ha approvato all’unanimità la Legge 20 per la tutela del benessere degli animali, colmando una grave lacuna legislativa ed allineandosi alle norme della Comunità Europea.
La legge prevedeva dei regolamenti attuativi anch’essi approvati all’unanimità dal Consiglio Regionale.
In fase esecutiva, però, si è modificato il regolamento in maniera irrituale con aggancio alla legge di assestamento di bilancio 2016 per consentire di carcerare uccelli canori in gabbie grandi poco più dell’uccello rinchiuso.
La motivazione starebbe nella difficoltà di spostare gli uccelli dalle gabbie e voliere alle gabbie da mostra, ma in realtà si vuole una permanenza continua nelle gabbiette (illegittime per la CEE) che diventano strumenti di tortura, inadeguate e lesive delle caratteristiche biologiche delle specie. Insomma un maltrattamento per tutta la vita.
Nella seduta del 28 luglio 2016 è stato approvato dal Consiglio Regionale un emendamento di modifica della L.R. 20/12, proposto dai consiglieri Agnola, Moretti, Marsilio, Piccin, che prevede per i soli uccelli allevati allo scopo di evidenziare le qualità del canto o destinati ai concorsi canori, venga autorizzato l’uso di gabbie di dimensioni inferiori a quanto previsto dal regolamento di cui all’articolo 36.
L'emendamento è stato approvato a maggioranza anche se, a quanto risulta, lo stesso sia in contrasto con la normativa europea (infrazione comunitaria EU PILOT EU 5391/13 /ENVI) e vada contro il parere vincolante dell'Istituto Superiore per la ricerca ambientale ISPRA
La LAV ha sottoscritto, assieme a numerose altre associazioni del Friuli Venezia Giulia, per la tutela degli animali e dell'ambiente, un Manifesto, inviato in Regione per rendere noto il comune dissenso a tale decisione ed auspica, con la presente, di informare i cittadini tutti.

Consiglio Direttivo LAV Trieste

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COMUNICATO STAMPA, Trieste, 22/08/2016

Siamo sgomenti davanti alle decisioni che questa Giunta Regionale ed in particolar modo l’Assessore Panontin hanno preso, per correre ai ripari dal “pericolo” nutria.

Aprire la caccia “senza limiti” ma soprattutto in un contesto di scarsità di controlli e vigilanza, è un fatto gravissimo, che favorisce il bracconaggio ed incoraggia le attività illegali che portano all’uccisione di specie protette e non cacciabili, garantendo l’impunità a chi violerà la legge.
Se infatti fino ad oggi sentire uno sparo a caccia chiusa era chiaro indizio di attività illegale, da domani, grazie al provvedimento della Giunta, qualcuno potrà dire: “stanno cacciando le nutrie” quando invece, vista la cronica scarsità di vigilanza in ambito venatorio da parte delle autorità preposte, a farne le spese saranno le specie protette.

La Nutria è stata spesso accusata di provocare gravi danni all’agricoltura, ma in realtà è provato che questi sono solo marginali, perché la specie non pascola mai lontano dall’acqua e non si addentra quindi mai per molti metri nei coltivi.

Le tane scavate negli argini vengono incentivate dalla rimozione della vegetazione arborea e arbustiva ripariale, infatti, le radici di alberi e cespugli che crescono sulle rive di canali e corpi acquatici, disturbano lo scavo del roditore, che predilige le sponde spoglie. La dissennata consuetudine di tagliare a raso le siepi e la vegetazione naturale in genere ha favorito, in realtà, la diffusione della Nutria.

Il nuovo provvedimento regionale non farà altro che incrementare la riproduzione delle nutrie che risponderanno all’aumentata pressione venatoria con il naturale incremento delle nascite, vanificando così ogni pretesa di ridurne il numero. Mentre i bracconieri ne trarranno sicuro giovamento garantendosi l’impunità anche per l’uccisione di specie protette.

Come sempre le soluzioni alternative per il contenimento ci sarebbero, ma vengono, ancora una volta, preferite quelle cruente e favorevoli all’avidità umana: le nuove tecnologie di contenimento della popolazione di nutrie, progettate dall’ingegneria naturalistica sarebbero incruente, economiche e durature.


Consiglio Direttivo
LAV Sede Territoriale Trieste
Tel. +39 3406839913
Email: lav.trieste@lav.it
Sito: www.lav.it/sedi/trieste

Trieste, 22/08/2016

COMUNICATO STAMPA,

Siamo sgomenti davanti alle decisioni che questa Giunta Regionale ed in particolar modo l’Assessore Panontin hanno preso, per correre ai ripari dal “pericolo” nutria.

Aprire la caccia “senza limiti” ma soprattutto in un contesto di scarsità di controlli e vigilanza, è un fatto gravissimo, che favorisce il bracconaggio ed incoraggia le attività illegali che portano all’uccisione di specie protette e non cacciabili, garantendo l’impunità a chi violerà la legge.
Se infatti fino ad oggi sentire uno sparo a caccia chiusa era chiaro indizio di attività illegale, da domani, grazie al provvedimento della Giunta, qualcuno potrà dire: “stanno cacciando le nutrie” quando invece, vista la cronica scarsità di vigilanza in ambito venatorio da parte delle autorità preposte, a farne le spese saranno le specie protette.

La Nutria è stata spesso accusata di provocare gravi danni all’agricoltura, ma in realtà è provato che questi sono solo marginali, perché la specie non pascola mai lontano dall’acqua e non si addentra quindi mai per molti metri nei coltivi.

Le tane scavate negli argini vengono incentivate dalla rimozione della vegetazione arborea e arbustiva ripariale, infatti, le radici di alberi e cespugli che crescono sulle rive di canali e corpi acquatici, disturbano lo scavo del roditore, che predilige le sponde spoglie. La dissennata consuetudine di tagliare a raso le siepi e la vegetazione naturale in genere ha favorito, in realtà, la diffusione della Nutria.

Il nuovo provvedimento regionale non farà altro che incrementare la riproduzione delle nutrie che risponderanno all’aumentata pressione venatoria con il naturale incremento delle nascite, vanificando così ogni pretesa di ridurne il numero. Mentre i bracconieri ne trarranno sicuro giovamento garantendosi l’impunità anche per l’uccisione di specie protette.

Come sempre le soluzioni alternative per il contenimento ci sarebbero, ma vengono, ancora una volta, preferite quelle cruente e favorevoli all’avidità umana: le nuove tecnologie di contenimento della popolazione di nutrie, progettate dall’ingegneria naturalistica sarebbero incruente, economiche e durature.


Consiglio Direttivo
LAV Sede Territoriale Trieste

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COMUNICATO STAMPA, Trieste, 17/08/2016

La LAV Lega Anti Vivisezione di Trieste, venuta a conoscenza dell’attendamento del Circo di Vienna ed Esposizione faunistica, nell'area di via Trieste a Muggia dal 18 al 28/08/2016 e che tale struttura deterrebbe specie animali inserite nell’elenco di animali pericolosi per la salute e l’incolumità del pubblico di cui al D.M. 19/6/1996, ha chiesto, assieme all’Associazione Muja Veg e Naica, alle autorità competenti in materia di salute e incolumità pubblica, un intervento volto alla verifica per quanto attiene a:

• Possesso delle autorizzazioni amministrative richieste per l’esercizio dell’attività;
• stato di detenzione di tutti gli animali e, per eventuali cani presenti, l’obbligo della microchippatura e l’iscrizione all’anagrafe canina;
• provenienza degli animali;
• situazione degli animali esotici e avvenuta denuncia alla Prefettura;
• regolare possesso delle autorizzazioni sanitarie, stato di salute e stabulazione di tutti gli animali e controllo sulla regolarità dei certificati veterinari relativi;
• idoneità degli animali al trasporto, pratiche di trasporto e mezzi, periodi di viaggio e di riposo, intervalli per l’abbeveraggio e l’alimentazione, densità di carico, accertamento delle conoscenze specifiche dei trasportatori sugli adempimenti previsti in merito al giornale di viaggio, così come previsto dal Regolamento
• avvenuto pagamento dell’imposta comunale relativa all’affissione di materiale pubblicitario (obbligatorio per privati e associazioni, anche per gli smemorati circensi);
• rispetto dei requisiti di sicurezza con particolare riguardo alle norme di prevenzione incendio e sicurezza degli impianti

La LAV Trieste, ha inoltre invitato, qualora non siano state rispettate le vigenti normative di cui alle menzionate verifiche da effettuare, a prendere i necessari provvedimenti e renderne conto alle Associazioni richiedenti.

La LAV, riguardo al tema dei Circhi che usano animali, ritiene che la detenzione, l’addestramento e l’esibizione in spettacoli comporti sofferenze e maltrattamento agli animali; che la vita degli animali nel circo sia incompatibile con le loro caratteristiche etologiche.
 E’ invece apprezzabile e fonte di divertimento condivisibile da tutti la visione dell’ espressione delle abilità umane negli spettacoli del circo, attività volontaria e non coatta.

Considerando anche il fatto che ogni anno lo Stato finanzia con più di 3 milioni di euro lo spettacolo con animali contribuendo alla loro sofferenza; la LAV ha ideato una petizione nazionale per chiedere Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali: di dare applicazione all’Ordine del giorno G9.205 attuando l’azzeramento dei contributi ai circhi con animali entro il 2018; Ai Ministri e al Parlamento: di sostenere la graduale ricollocazione, entro due anni, degli animali detenuti nei circhi, presso strutture in grado di garantirne il miglior mantenimento senza alcun utilizzo in spettacoli e di fornire sostegno ai centri di accoglienza che ospitano gli animali e la creazione di nuovi che possano mantenere e riabilitare gli animali non più utilizzati dai circhi.

La LAV Trieste sostiene i presidi organizzati da Muja Veg.
 Consiglio Direttivo
 LAV Trieste

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Comunicato stampa, Trieste, 25/7/2015

NO AI CIRCHI CON ANIMALI

Ieri 24/7/2016, si sono conclusi i presidi davanti al Circo Miranda Orfei in Via Trieste a Muggia, una protesta pacifica fatta da numerosi attivisti di varie associazioni e singoli cittadini arrivati anche da fuori provincia, armati solo di striscioni, cartelloni e volantini, schierati davanti al piazzale ex Alto Adriatico dove ha sede il tendone.
A guidare la contestazione l’Associazione Muja Veg Festival, con l’appoggio di altre associazioni: Associazione culturale triestina Naica (Natura animali individui cultura arte). LEAL, LAV Lega Anti Vivisezione di Trieste ed altre associazioni per dire un secco no allo sfruttamento degli animali nei circhi e sensibilizzare l’opinione pubblica: affinchè non ci siano più persone che vanno a vedere gli spettacoli dove gli animali vengono detenuti, addestrati ed esibiti con sofferenza e maltrattamento, perché incompatibili con le loro caratteristiche etologiche.
E’ invece apprezzabile e fonte di divertimento condivisibile da tutti la visione dell’ espressione delle abilità umane negli spettacoli del circo, come il famosissimo Cirque du Soleil.
Considerando anche il fatto che ogni anno lo Stato finanzia con più di 3 milioni di euro lo spettacolo con animali contribuendo alla loro sofferenza; la LAV ha ideato una petizione nazionale per chiedere Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali: di dare applicazione all’Ordine del giorno G9.205 attuando l’azzeramento dei contributi ai circhi con animali entro il 2018; Ai Ministri e al Parlamento: di sostenere la graduale ricollocazione, entro due anni, degli animali detenuti nei circhi, presso strutture in grado di garantirne il miglior mantenimento senza alcun utilizzo in spettacoli e di fornire sostegno ai centri di accoglienza che ospitano gli animali e la creazione di nuovi che possano mantenere e riabilitare gli animali non più utilizzati dai circhi.

Consiglio Direttivo
LAV Trieste

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Comunicato Stampa LAV Trieste: 24/03/2016
Pasqua, Cristo e l’agnello

Come ogni anno, in occasione della Pasqua, La LAV (Lega Anti Vivisezione) Sede Territoriale di Trieste, ha chiesto con una lettera indirizzata ai Parroci della Provincia, al Vescovo ed alla Curia, di dare un segnale di compassione nei confronti di milioni di agnelli, cuccioli, sacrificati ogni anno in occasione della Pasqua.
Con gioia abbiamo ricevuto risposte positive da alcuni Parroci che ci hanno manifestato il loro consenso e accogliendo il nostro appello, hanno sottolineato come dal punto di vista teologico, non è l'agnello ad essere simbolo di Gesù Cristo, ma al contrario, Cristo con la sua passione e morte sostituisce quell'agnello che perciò non è più necessario.
Per questo la fede cristiana non ha bisogno della macellazione dell'agnello, una pratica retaggio di una ebraicità che è rimasta e tuttora sopravvive, anche nella fede cristiana.
Proprio perché il sacrificio di Cristo ha sostituito e compiuto tutti i sacrifici cruenti dell'Antico Testamento è ormai inutile e priva di ogni significato.
Uniti nell’augurare una Buona Pasqua, senza agnelli morti.

LAV Lega Anti Vivisezione Sede Territoriale di Trieste
Lav.trieste@lav.it – 3206378852 – www.lav.it/sedi/trieste

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Comunicato Stampa LAV Trieste: 21/03/2016
Pasqua, che sia un festa per tutti

La LAV (Lega Anti Vivisezione) Sede Territoriale di Trieste con una lettera chiede ai Parroci della Provincia, al Vescovo ed alla Curia, di dare un segnale di compassione nei confronti di milioni di agnelli, cuccioli, sacrificati ogni anno in occasione della Pasqua.
Al Vescovo, Sua Eccellenza Monsignor Crepaldi, la LAV di Trieste, nel corso di un incontro, vorrebbe spiegare il senso di questa iniziativa che ha l’obiettivo più grande di educare al rispetto ed al benessere degli animali, creature di Dio. Un passo piccolo ma significativo, secondo la LAV, verso la misericordia tra le persone e la pace nel mondo
Di seguito riportiamo una sintesi della lettera inviata ai rappresentanti della Chiesa a Trieste.
Siamo ormai prossimi alla celebrazione della Pasqua, un giorno di festa, di speranza e di salvezza per tutti i credenti.
Da secoli le generazioni si tramandano un simbolo per quel giorno: l’agnello, emblema di Gesù Cristo.
Ma l’uccisione dell’agnello è un rito cruento, in forte contraddizione col concetto di resurrezione che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza; è un rito non necessario in una società, la nostra, già intrisa di violenza e di morte.
Dunque può oggi, una tradizione arcaica, continuare a perpetuarsi in un annuale sterminio di piccoli agnelli, che strappati alla nascita alle loro madri, soffrono grandi pene durante lunghi viaggi senza cibo, prima di arrivare al macello?
Esseri viventi, creature di Dio - come insegna la Chiesa – che nascono ad uso esclusivo dell’essere umano, senza alcun rispetto per il mistero della Vita, meri oggetti cui non è riconosciuto alcun benessere, come denunciano spesso i controlli effettuati dalle Forze dell’Ordine.
Quanto ancora fingeremo di non sapere? Quanto ancora rimarremo sordi al grido di quelle atroci sofferenze?
Potremmo tutti, la Chiesa in Primis, fare invece un passo avanti nella storia, nella cultura e nella civiltà, sarebbe un atto d’amore verso la vita in tutte le sue forme.
Sarebbe un’esortazione forte al rispetto di tutti gli esseri viventi, che oggi sembra trovare maggiore eco con Papa Bergoglio, il quale, scegliendo il nome del Santo di Assisi, richiama quello spirito francescano di umiltà, povertà, semplicità e di armonia col Creato.
Uno spirito d’amore universale per tutte le creature sull’esempio di Francesco d’Assisi.
Nella sua prima omelia in San Pietro, infatti, Papa Francesco ha pronunciato fra l’altro queste importanti frasi:
“Avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo” sottolineando come “quando non ci prendiamo cura del Creato, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce” ed esortando con forza “tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico e sociale, tutti gli uomini e donne di buona volontà” ad essere “custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente”. Concludendo con un “non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!”

L’Associazione LAV Lega Anti Vivisezione, saluta con speranza le parole pronunciate da Papa Francesco e spera che queste esortazioni possano tradursi subito in atti concreti, in scelte positive, a partire dalla fine della strage degli agnelli per la Pasqua.
Chiediamo dunque di diffondere questo messaggio d’amore nei prossimi giorni.
Chiediamo alla Chiesa di fare una scelta e di promuoverla presso i suoi Parroci e fedeli, chiediamo di far comprendere loro che non è necessario uccidere un agnello per sentirsi più cristiani, più vicini al Cristo risorto, ma anzi, significa solo uccidere un cucciolo innocente.
Basta poco: dire NO, io non mangerò l’agnello a Pasqua.


LAV Lega Anti Vivisezione Sede Territoriale di Trieste
Lav.trieste@lav.it – 3206378852 – www.lav.it/sedi/trieste

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Trieste, 20 dicembre 2015
Comunicato stampa LAV TRIESTE

BOTTI DI CAPODANNO: PERICOLOSI PER ANIMALI E PERSONE. LA LAV DI TRIESTE CHIEDE AI SINDACI DI TRIESTE, MUGGIA, SGONICO, MONRUPINO E DUINO – AURISINA, DI VIETARE L’UTILIZZO DI PETARDI, BOTTI E ARTIFICI PIROTECNICI DI OGNI GENERE SUL TERRITORIO COMUNALE

Accodandosi alla richiesta che LAV, Enpa e Lipu, congiuntamente hanno fatto nei giorni scorsi a livello nazionale, e a quella Regionale dell’evento Facebook: “No botti per Capodanno FVG”, LAV Trieste chiede ai Sindaci di: TRIESTE, MUGGIA, SGONICO, MONRUPINO E DUINO – AURISINA di emanare un’Ordinanza che vieti l’utilizzo di petardi, botti e artifici pirotecnici di ogni genere su tutto il territorio comunale, affinché i festeggiamenti di Capodanno non si traducano in una tragedia per gli animali, oltre che per salvaguardare l’incolumità delle persone.

L’emanazione di un’Ordinanza è un atto di responsabilità sia per tutelare l’incolumità pubblica, sia per evitare le conseguenze negative a carico degli animali domestici e della fauna selvatica. Il fragore dei botti, infatti, oltre a scatenare negli animali una naturale reazione di spavento, li porta frequentemente a perdere l’orientamento, esponendoli così al rischio di smarrimento e/o investimento. In caso poi di esplosioni a ridosso dell’animale, sia d’affezione che selvatico, vagante o di proprietà, le conseguenze possono essere molto più drammatiche, causandone spesso il ferimento o la morte per ustioni e bruciature.

“Gli animali, inoltre, hanno l’udito molto più sviluppato di quello umano e i forti rumori li gettano nel panico, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate, come gettarsi nel vuoto, divincolarsi spaventati, scavalcare recinzioni e fuggire in strada mettendo seriamente a repentaglio la loro incolumità e quella degli altri. – dichiara Massimiliana Viezzoli la responsabile di LAV TRIESTE e prosegue – “Contestualmente all’Ordinanza abbiamo chiesto aI Sindaci di avviare una campagna informativa rivolta sia agli organi di vigilanza affinché ne facciano rispettare le disposizioni sia ai cittadini per far comprendere loro come per festeggiare il nuovo anno e le feste in genere non si possa e non si debba mettere a rischio la propria incolumità, quella delle persone e quella degli animali.”

“Ogni anno sono tantissime le segnalazioni di cani smarriti dopo Capodanno – ricorda Ilaria Innocenti responsabile LAV settore cani e gatti – e numerosissimi gli ingressi nei canili, soprattutto di cani e gatti investiti dalle automobili, oltre, purtroppo, agli animali morti in seguito alla fuga dovuta al panico che si scatena in loro a seguito delle esplosioni”.
“Per gli animali selvatici la mezzanotte del 31 dicembre è un momento d’inferno – aggiunge Massimo Vitturi, responsabile LAV settore caccia e fauna selvatica – il rischio maggiore riguarda gli uccelli che vivono nei pressi delle aree urbanizzate”.

Le improvvise detonazioni, infatti, determinano negli uccelli che riposano sui posatoi notturni, spesso in colonie molto numeros