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Capretta uccisa ad Anagni: abbiamo depositato opposizione alla richiesta di archiviazione

Tanta indifferenza nei confronti di un animale ucciso non è ammissibile.

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venerdì 03 maggio 2024

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Non restino impuniti gli autori di una simile violenza

Dopo aver preso visione ed estratto copia integrale degli atti, LAV ha predisposto e depositato l'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione del caso, indirizzata al Giudice per le indagini preliminari dalla Procura di Frosinone.

Le indagini svolte, infatti, sono insufficienti e hanno portato il Pubblico Ministero ad accogliere acriticamente la tesi difensiva, secondo la quale la capretta fosse già morta prima di essere presa a calci. Questa decisione ci lascia sgomenti e chiediamo che invece le indagini proseguano.

Era lo scorso agosto, quando ad Anagni un gruppo di giovani, invitati ad una festa di compleanno che si teneva presso un agriturismo, ha deciso di uccidere una capretta a calci e riprendere il gesto in due video, poi pubblicati sui social.

Proprio dai video diffusi risulta chiaramente che la capretta di pochi mesi, indifesa e abituata al contatto umano, viene presa a calci da uno dei ragazzi che, anche incitato dagli amici, ripete il gesto spregevole, accanendosi sul piccolo corpo dell’animale, fino ad ucciderlo. In un secondo video si vedono gli stessi ragazzi trasportare la piccola capretta su una carriola e poi lanciarla da un muretto, tra sadiche risate e pericoloso entusiasmo dei presenti.

Le lacune investigative sono molte e gravi. Il dato che lascia veramente perplessi riguarda il fatto che, nonostante sia stato disposto il sequestro probatorio di sei telefoni cellulari (quelli in uso a tutti gli indagati) ‘al fine di reperire informazioni, foto/video e quant’altro utile all’accertamento dei fatti per cui si procede’, dagli atti risulterebbe che, invece, nulla di tutto ciò sia stato effettuato.Annarita D'Errico, Responsabile Nazionale Sportelli LAV contro i Maltrattamenti

E ancora: non è stata escussa la moglie del titolare dell’agriturismo, che pure è stata indicata da diversi soggetti come persona presente ai fatti, né il veterinario di riferimento della struttura, al fine di verificare se la capretta in questione fosse sana o se presentasse già problemi di salute.

Non è stata fatta un’indagine approfondita al fine di verificare se, tra il personale in servizio quella sera nella struttura ricettiva, vi fosse qualcuno che avesse assistito o potesse riferire informazioni utili come ad, esempio, l’aver visto i ragazzi aggirarsi nei pressi del recinto ove erano stallati gli animali, l’aver notato se tutti gli animali fossero rinchiusi all’interno del recinto e, ancora, l’aver notato la presenza dell’animale riverso per terra.

Non sono stati acquisiti, inoltre, tutti gli atti di indagine contenuti nel fascicolo della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, competente ad indagare in ordine ai fatti commessi da soggetti minorenni presenti quella sera.

Non è stata, infine, eseguita una consulenza tecnica sui video che riproducono le immagini incriminate al fine di   verificare con certezza l’orario in cui si è svolto il fatto e accertare se la capretta, mentre veniva brutalmente presa a calci, avesse reagito.

Alla luce di tutto questo, riteniamo che l’archiviazione del caso sia del tutto ingiustificata: è necessario invece proseguire con le indagini, verificando quanto ancora non è stato preso in considerazione.

Ci auguriamo che le istituzioni rispondano positivamente a questa nostra richiesta, la violenza infatti non è meno grave a seconda di chi sia la vittima. Un animale è morto di morte violenta e sono necessarie pene esemplari per chiunque li maltratti o li uccida.

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lunedì 15 aprile 2024

Capretta di Anagni: incredibile la richiesta di archiviazione delle indagini

È incredibile la richiesta di archiviazione delle indagini nei confronti di chi ha ucciso, prendendola a calci, una capretta, in un agriturismo di Anagni lo scorso agosto e di chi ha filmato l'intera vicenda, senza opporsi anzi incitando l'uccisione dell'animale.

Una pagina nera, che ha fatto a suo tempo indignare tutta l'Italia civile e che ora la Procura della Repubblica di Frosinone, vorrebbe cancellare.

A seguito del tam tam sui media dovuto della divulgazione del video da parte degli aggressori della capretta avevamo immediatamente richiesto indagini minuziose e dichiarato di volerci costituire parte civile al processo.

Siamo indignati e faremo opposizione, affinché sia chiaro il messaggio che la violenza non è meno grave a seconda di chi sia la vittima. Un animale è morto di morte violenta, sul suo corpo c'è chi ha infierito e se ne è fatto anche vanto.

La pericolosità di soggetti simili deve essere circoscritta, e stigmatizzata.

Sono tanti i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono necessarie pene esemplari per chiunque li maltratti o li uccida.

Saremo attivi e presenti nelle prossime fasi dell'iter giudiziario, per ribadire, come sempre, la necessità di un cambio assoluto di considerazione per gli animali e per il valore intrinseco delle loro vite. Sempre.

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venerdì 17 novembre 2023

Capretta di Anagni: responsabili a processo per uccisione di animale e istigazione

Il 27 agosto 2023, in un agriturismo di Anagni, un gruppo di ragazzi ha partecipato a una festa di compleanno. Durante la serata, un diciassettenne e un maggiorenne hanno preso a calci una capretta, uccidendola.

Gli altri hanno incitato e filmato all'azione violentissima e mortale contro l'animale. Successivamente, hanno caricato la capra esanime su una carriola e lo hanno lanciato nel vuoto, dietro un muretto.

Avevamo chiesto indagini minuziose e dichiarato che ci saremmo costituiti parte civile al processo.


Le indagini si sono concluse.

La Procura della Repubblica di Frosinone ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini a sei ragazzi accusati di essere coinvolti nel caso.

Manuel Pesoli, 20 anni, risponde di uccisione di animale, gli altri 5 amici di istigazione poiché lo incitavano a picchiare più forte e riprendevano la scena coi cellulari. Per un settimo ragazzo si procede separatamente alla Procura dei Minori di Roma in quanto ha 16 anni.

Gli indagati sostengono che l'animale fosse già morto mentre lo colpivano. Una scusa che suona falsa e assurda, quando si è trattato dell'uccisione di un animale fiducioso e abituata ad avvicinarsi alle persone.

LAV si costituisce parte civile nel procedimento.

La pericolosità di soggetti simili deve essere circoscritta, e stigmatizzata. Sono ancora troppi i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono necessarie pene esemplari per chiunque li maltratti o li uccida. Saremo attivi e presenti nelle prossime fasi dell'iter giudiziario, per ribadire, come sempre, la necessità di un cambio assoluto di considerazione per gli animali e per il valore intrinseco delle loro vite. Sempre.


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martedì 29 agosto 2023

Una vera e propria azione criminale

Poche parole di commento servono a descrivere la nostra indignazione e il nostro dolore.Quanto accaduto alla capretta uccisa ad Anagni è una vera e propria azione criminale di giovani che, con estrem... LEGGI I DETTAGLI

Poche parole di commento servono a descrivere la nostra indignazione e il nostro dolore.

Quanto accaduto alla capretta uccisa ad Anagni è una vera e propria azione criminale di giovani che, con estrema crudeltà, hanno agito con l’intento di far soffrire e uccidere un animale di pochi mesi che si era amichevolmente avvicinato loroBianca Boldrini, responsabile Animali negli Allevamenti

Pochi giorni fa ad Anagni un gruppo di giovani, invitati ad una festa di compleanno che si teneva presso un agriturismo, ha deciso di uccidere una capretta a calci e riprendere il gesto in due video, poi pubblicati sui social.

Siamo  pronti ad intervenire nel processo che confida si aprirà e in cui chiederà di costituirsi parte civile. La pericolosità di soggetti simili, che davanti all’innocenza di un cucciolo decidono di terrorizzarlo e di massacrarne il corpo, e l’entusiasmo che questo gesto deplorevole suscita in loro è lampante e spaventa terribilmente. Per questo gli assassini, perché è difficile definirli semplicemente “giovani” o “ragazzi” dopo il crimine che hanno commesso, devono essere assicurati alla giustizia”Bianca Boldrini, responsabile Animali negli Allevamenti

Proprio dai video diffusi (il fotogramma in alto) risulta infatti chiaramente che la capretta di pochi mesi, indifesa e abituata al contatto umano, si lascia avvicinare, ma viene presa a calci da uno dei ragazzi che, anche incitato dagli amici, ripete il gesto spregevole, accanendosi sul piccolo corpo dell’animale, fino ad ucciderlo. In un secondo video si vedono gli stessi ragazzi trasportare la piccola capretta su una carriola e poi lanciarla da un muretto, tra sadiche risate e pericoloso entusiasmo dei presenti.

La violenza e la spregiudicatezza di queste azioni, aggravate dal giubilo delle riprese, che non mostrano paura alcuna di subire eventuali conseguenze penali, ricordano inevitabilmente le azioni efferate e mostruose di violenza di genere protagoniste ogni giorno nei quotidiani di tutta Italia. La matrice è la stessa: la violenza e il dominio su soggetti considerati inferiori, oggettificandoli e privandoli di possibilità di scelta, libertà e dignità.

Chiediamo a Carabinieri e Procura che le indagini in corso siano minuziose e portino a una condanna esemplare per un episodio tanto grave di violenza.Bianca Boldrini, responsabile Animali negli Allevamenti

Il reato di maltrattamento di animali è punibile, infatti, con la reclusione fino a 18 mesi di carcere che, in questo caso, dovrà essere aumentata della metà per la morte dell’animale. Pertanto  auspichiamo che i responsabili vengano individuati e puniti con la pena massimaaffinché venga dato il giusto peso a tali atrocità ed episodi simili non si ripetano più, soprattutto fra i giovani. 

Da quanto viene riportato sulla stampa, infatti, la capretta era abituata alla presenza umana e alle visite delle famiglie in un agriturismo tra Anagni e Fiuggi. Il proprietario della struttura ha denunciato l'episodio ai carabinieri di Anagni, in provincia di FrosinoneQuesto è solo uno dei tanti episodi ai danni degli animali, e proprio nella stessa provincianei mesi scorsi, era stato registrato un altro evento simile: a Piedimonte San Germano un ragazzino veniva filmato mentre prendeva a calci con violenza un gatto. 

Sono ancora troppi i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono necessarie pene esemplari per chiunque maltratti o uccida tali esseri senzienti.

Come ribadiamo da tempo, occorre potenziare la normativa sulla tutela penale degli animali con una legge più efficace e più severa per coloro che li maltrattano e uccidono, per contrastare ogni forma di violenza e di maltrattamento nei loro confronti. 

Molto spesso, inoltre, gli animali considerati “da reddito” sono vittime di soprusi e violenze, spesso implicitamente giustificate alla luce della considerazione di questi animali alla stregua di oggetti, vittime di un sistematico sfruttamento da parte dell’uomo nella filiera alimentare.

La capretta torturata e uccisa ad Anagni non tornerà più, ma tantissimi altri animali potranno essere salvati da sofferenze atroci imposte da individui senza scrupoli. 

Cruciale è la sensibilizzazione, ma altrettanto potente è la possibilità di segnalare i soprusi. Ecco perché LAV ha deciso di aprire gli Sportelli contro i maltrattamenti sugli animali, attivati quest'anno a Verona, Trento e Bari.

Gli Sportelli LAV offrono la possibilità di salvare qualunque animale si trovi in difficoltà o sia vittima di soprusi e violenze, in collaborazione con le Istituzioni preposte. Raccolgono, infatti, le segnalazioni riguardanti comportamenti costituenti reato in danno agli animali e le gestiscono in collaborazione con le Forze di Polizia.


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