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Alieni sulla propria terra! Convegno sulle specie invasive

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Ultimo aggiornamento

giovedì 06 marzo 2014

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Alieni sulla propria terra. No, non è uno scherzo!

Nutrie, scoiattoli grigi, tartarughe dalle guance rosse, pesce siluro sono tra le più note, ma non uniche, specie non indigene accusate di aver invaso i territori nostrani e di causare danni.

Ne parliamo oggi al convegno organizzato a Milano, con il contributo della Fondazione Cariplo, che vede la partecipazione di esperti di fama internazionale  tra i quali Giovanna Massei (York, UK) ricercatrice presso AHVLA (Animal Health and Veterinary Laboratories Agency), collaboratrice allo studio sulla sterilizzazione dei cinghiali tramite il vaccino GonaCon, il dr. Allen Rutberg (USA), Scienze Biomediche della Facoltà di Medicina Veterinaria  della Tufts-Cumming School, North Grafton, MA, che dal 1991 sperimenta l’immunocontraccezione mediante il vaccino PZP, il Mauro Ferri del Servizio veterinario AUSL Modena, esperto nell’uso della nicarbazina per il controllo della fertilità dei colombi.

Si stima che in Europa, delle 10.000 “specie aliene invasive” presenti, il 10-15% avrà un impatto negativo. Uno studio realizzato nel 2009 stimava che “ le specie aliene invasive” costino all’Europa circa 12 miliardi di Euro l’anno, e si prevede che questa cifra continuerà a crescere. Su più ampia scala, le “specie aliene” costano all’economia globale 1,4 trilioni di dollari l’anno, il 5% della produzione globale (fonte Pimentel, 2005).

Gli "invasori" sono al centro di una vera e propria guerra, spesso con violenti e non condivisibili piani di abbattimento, senza alcun adeguato piano di prevenzione. 

Abbiamo raccolto i casi più rilevanti nel dossier "Alieni sulla propria terra", realizzato da Barbara Bacci e Massimo Vitturi, dove accanto alla dinamica delle invasioni, sono state analizzate le contromisure attivate per contrastare il proliferare degli animali nei nuovi territori. 

Nel corso del convegno sarà presentato in anteprima il trailer di "The Invasion": un documento d'inchiesta, realizzato da Ilaria Marchini con Silos Production, che punta i riflettori su una specie purtroppo sotto accusa in Italia, la nutria.

Le invasioni possono avvenire in tanti modi, seguendo diverse vie: il 90% di specie invertebrate giunge come contaminante a bordo di aerei o di altri mezzi di trasporto, oppure sulle piante importate; animali esotici da compagnia, normalmente detenuti in cattività, vengono continuamente rilasciati in libertà , gli allevamenti di animali "da pelliccia" rappresentano un altro importante canale.

La prima questione che dobbiamo porci è se possiamo veramente pensare di essere in grado di tenere sotto controllo le invasioni! 

I fatti dimostrano che, nella grande maggioranza dei casi, l’intervento umano non ha ottenuto alcun effetto se non, addirittura, quello di rivelarsi controproducente. Si stima che solo il 10% di tutte le diverse specie animali e vegetali introdotte in una nuova area riesca a stabilirsi sul territorio a tal punto da diffondersi. 

"La prima norma di buonsenso consisterebbe nel vietare il commercio di "specie aliene" - spiegano Massimo Vitturi e Barbara Bacci - eppure tale opportunità non rientra, se non marginalmente, nelle prospettive future dell’Unione Europea. E intanto gli animali fino ad oggi introdotti continuano a riprodursi perché i ritmi biologici sono certamente più dinamici di qualsiasi misura legislativa e amministrativa. Tanto che dovremmo chiederci se effettivamente abbia senso investire cospicue risorse economiche, ben sapendo che ogni intervento di rimozione definitiva di animali invasori si tradurrà in un fallimento.Dobbiamo essere pronti ad affrontare un futuro 'meticcio'. Cercare a tutti i costi di proteggere la biodiversità sotto una campana di vetro è un'impresa vana". 

Nel 2016 dovrebbe entrare in vigore “Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio recante disposizioni volte a prevenire e a gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive” 

La Commissione UE ritiene che le "specie esotiche invasive" possano determinare perdita di biodiversità, trasmissione di malattie e danni economici, per questi motivi propone le seguenti misure che dovranno essere approvate dal Parlamento Europeo:

  • il divieto totale di importazione, allevamento, vendita delle specie considerate più problematiche, definite “specie prioritarie”
  • l’attivazione di un sistema di controllo e sorveglianza alle frontiere dei paesi dell’Unione Europea
  • la predisposizione delle misure necessarie a tenere sotto controllo la diffusione delle specie invasive già presenti nei paesi dell’UE

Le invasioni sono ascrivibili unicamente alla responsabilità dell’uomo, come ammette la stessa Commissione UE.E’ importante tenere presente questo dato di fatto, perché invece le misure di contenimento del fenomeno prevedono azioni le cui conseguenze spesso ricadono quasi esclusivamente sugli animali. Vittime di un ossimoro: uccisi in nome della "protezione" di altri animali!

Guarda dove sono delle specie "aliene" in Italia