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Bimba ricoverata per malnutrizione: sbagliato attaccare scelta vegan

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 29 giugno 2016

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Il caso della bimba cosiddetta “vegan” di Ventimiglia riportato dai media ieri, non può essere utilizzato per denigrare, facendo “di tutta l’erba un fascio”, una scelta alimentare che, se correttamente praticata e ben bilanciata, ha solo benefici, come confermato ormai dai maggiori istituti scientifici internazionali.

La storia della piccola Chiara rappresenta comunque un caso limite, oltre che raro, in rapporto all’altissima percentuale di bambini onnivori obesi (9,8%) e in sovrappeso (20,9%) - di cui l’Italia è leader in negativo a livello europeo - con le relative patologie connesse ed elevati costi per il Servizio Sanitario Nazionale, per i quali però nessuno grida allo scandalo.

E’ evidente che, affidandosi alla guida di professionisti qualificati e preparati, l’alimentazione vegana non ha controindicazioni per nessuna fascia d’età. Ma in tema di scelta veg esistono, anche tra i professionisti, molta disinformazione e preconcetti diffusi. 

Per colmare un gap formativo che, se riempito, sarebbe di fondamentale aiuto per le famiglie che optano per un’alimentazione vegan, la LAV rivolge un appello al Ministro della Salute, al Ministro dell’Università, ai Rettori delle Facoltà di Medicina, ai Direttori delle Scuole di Specializzazione in Pediatria, alle Società Scientifiche di Pediatria e ai competenti Ordini Professionali affinché aumentino le opportunità di formazione e informazione a favore di questo genere di alimentazione, all’interno della programmazione dei loro Istituti.

COMUNICATO INTEGRALE