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Caccia, rischio per pubblica incolumità: Ministro dell'Interno la sospenda

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 08 ottobre 2014

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Sono passati 18 giorni dall’apertura della caccia e in soli 12 giornate di caccia effettiva già si contano le vittime dell’attività più odiata dai cittadini italiani. Milioni di animali innocenti uccisi e un numero imprecisato di persone, altrettanto innocenti, ferite o addirittura uccise dai fucili da caccia.

Riferendosi alle sole notizie reperibili sul web risulta che, nel periodo compreso tra il 21 settembre e l’8 ottobre, siano 3 le persone uccise, tutti cacciatori, e 5 quelle ferite, 2 cacciatori, due donne e un ragazzo di 12 anni. Particolarmente drammatici i casi della donna incinta di 11 settimane, ferita a un occhio dai pallini da caccia mentre passeggiava lungo una pista ciclabile nei pressi di Saronno, e il  ragazzo di 12 anni ferito da una fucilata in provincia di Lecco mentre si trovava all’esterno di una baita in compagnia del fratello di soli due anni, entrambi avvenuti il 28 settembre.

E’ chiaro quindi che la caccia, oltre a costituire il massacro di milioni di animali, in un territorio fortemente antropizzato com’è il nostro Paese, sia oramai un’attività pericolosissima per chiunque, cacciatori e non.

Una situazione gravissima che richiede un intervento urgente allo scopo di tutelare la pubblica incolumità. Per questo chiediamo l’intervento immediato del Ministro dell’Interno Alfano: è quanto mai inderogabile una sua presa di posizione a tutela della sicurezza pubblica, e quindi l’immediata sospensione dell’attività venatoria in tutto il Paese. E’ inaccettabile che le istituzioni possano tollerare ferimenti ed uccisioni derivanti dall’esercizio di un’attività che quasi l’80% dei cittadini italiani vuole vietare.

Quanto accade nelle nostre campagne è emblematico dell’incoerenza dei politici nel garantire la tranquillità e soprattutto la sicurezza dei cittadini. Meno di due mesi fa la provincia di Trento ha emesso un’ordinanza per l’uccisione dell’orsa Daniza a seguito di un’ipotetica aggressione nei confronti di un cittadino che si era avvicinato ai suoi cuccioli. Il 25 settembre il sindaco di Verona ha disposto un’ordinanza, ora sospesa dal TAR Veneto, che avrebbe consentito a chiunque di uccidere i lupi con qualsiasi strumento, nonostante non vi sia stato un solo episodio di aggressione nei confronti degli uomini.

E’ fondamentale che le Istituzioni siano coerenti e puntuali nelle loro azioni a protezione dei cittadini. La sospensione dell’attività venatoria è una misura non solo di buon senso ma necessaria per garantire la sicurezza dei cittadini. I cacciatori, con la loro sanguinaria attività, hanno ampiamente dimostrato di essere enormemente più pericolosi di tutti i lupi e gli orsi presenti sul territorio italiano.