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Citati a giudizio i responsabili della mattanza dei pulcini a Brescia. Noi custodi giudiziari dei superstiti attendiamo la condanna.

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Ultimo aggiornamento

lunedì 02 febbraio 2015

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Sono stati chiamati a giudizio con decreto immediato il veterinario e i proprietari di un’azienda di produzione di polli del Bresciano, che uccideva i pulcini giudicati “non idonei”, tra atroci sofferenze. Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica è di maltrattamenti e di “uccisione senza necessità”.

La citazione fa seguito all’inchiesta avviata dopo il blitz dello scorso giugno, quando il Sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, lo stesso del caso giudiziario Green Hill, insieme agli uomini del Corpo Forestale dello Stato, aveva fatto irruzione nell’allevamento, filmando la mattanza dei pulcini che venivano brutalmente schiacciati sotto i piedi degli operai dell’azienda. 
 

In quella occasione venne disposto il sequestro dei 74 pulcini superstiti, che furono affidati alla LAV in qualità di custode giudiziario. 

“Un sequestro esemplare – commenta Roberto Bennati, Vice Presidente LAV – 74 pulcini destinati alla macerazione, perché considerati inutili o difettosi, proprio come i beagles uccisi a Green Hill, furono salvati.” Una storia che la LAV aveva raccontato in un proprio video.

“Oggi esprimiamo la nostra soddisfazione per gli esiti dell’inchiesta, che ha portato all’accusa di maltrattamento di animali e di uccisione non legale per i proprietari dell’azienda ed il veterinario responsabile – Roberto Bennati, Vice Presidente LAV  –  è più che mai necessario contrastare la violazione dei diritti degli animali, proprio in quegli ambiti economici dove tutto viene considerato normale, come l’allevamento a fini di macellazione o a fini di sperimentazione, come nel caso Green Hill. Si tratta di prassi diffuse e in molti casi tollerate, la cui eradicazione rappresenta un importante fattore di civiltà, che può essere ottenuto anche grazie alla integrità e indipendenza dei servizi veterinari delle ASL, i principali organismi di controllo.”

Claudia Squadroni

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