Home | Notizie | Damien Hirst: LAV Arezzo scrive al Sindaco

Damien Hirst: LAV Arezzo scrive al Sindaco

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

martedì 03 giugno 2014

Condividi

La LAV di Arezzo, in collaborazione con Enpa e Leal, ha inviato una lettera aperta al Sindaco della città, Giuseppe Fanfani, per criticare la scelta di esporre un’opera di Damien Hirst - una pecora morta “conservata” in formaldeide - nell’ambito della rassegna Icastica, in programma dal 14 giugno prossimo.

“Non ci esprimiamo sul valore delle opere, anche se ricordiamo che la carriera di Hirst è stata dichiarata dai critici in parabola discendente, ma ci esprimiamo sul valore etico o morale di tali creazioni che risultano anche profondamente diseducative per le nuove generazioni”, scrivono le Associazioni al primo cittadino aretino.

Numerose le critiche rivolte anche dagli addetti ai lavori alle “opere” di Hirst: Julian Spalding in una intervista per La Repubblica del 4 aprile 2012, non esita, tra le altre cose, a dichiarare: “È un artista fallito che si è preso la sua rivincita con l’ arte. Hirst non ha creato nulla che sia arte in sé. Lo è solo nella mente della gente. Hirst è un imprenditore.” E da buon imprenditore di se stesso sembra che Hirst sia “l’artista” attualmente più ricco al mondo.

“Usare gli animali per uno scopo economico o di celebrità è metodo che ci ripugna in quanto non rispettoso nei loro confronti. Non ci scandalizziamo per un corpo già privo di vita ma ci indigniamo per la mancanza di rispetto che viene evidenziata. – proseguono le Associazioni – Uccidere animali o sacrificarli per cosiddette “opere d’arte” messe in atto allo scopo di richiamare attenzione non ha, e non può avere, nessuna giustificazione artistica. E’, e rimane, un atteggiamento diseducativo non rispettoso della VITA”.

Evidenziando la contraddittorietà tra l’esposizione di un’opera di Hirst e la recente approvazione di un “Regolamento Comunale di Tutela e Benessere animali” all’avanguardia, le Associazioni ipotizzano che l’Assessore alla Cultura e al Turismo, Pasquale Macrì, non ha creduto opportuno tenerne conto, manifestando una imperdonabile lontananza dal tessuto sociale a cui deve fare riferimento in quanto assessore del Comune di Arezzo.

Per questo motivo LAV, Enpa e Leal di Arezzo hanno chiesto le dimissioni dell’Assessore, e invitato l’Amministrazione comunale a valorizzare il patrimonio artistico cittadino, impiegando a questo scopo i fondi del Comune, e degli sponsor.