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Ice bucket challenge: sostenere la ricerca senza animali

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Ultimo aggiornamento

martedì 26 agosto 2014

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Imperversa tra i media e i social network l’ice bucket challenge, il fenomeno virale per cui versandosi una secchiata d’acqua ghiacciata in testa si testimonia il sostegno alla lotta contro la SLA, che ha bisogno di fondi per la ricerca. Un’iniziativa lodevole che ha coinvolto moltissime persone, tra cui personaggi famosi e politici.

E’ incoraggiante percepire l’impegno comune contro una malattia terribile come la sclerosi laterale amiotrofica, che colpisce cinquemila persone solo nel nostro Paese. Il messaggio importante da dare, però, è anche il sostegno a una ricerca che sia veramente utile.

Da decenni vengono sperperati fondi e lavoro per la creazioni di modelli animali ammalati artificialmente, nei quali vengono indotte sintomatologie simili a quella della SLA, ma le cui cause sono completamente diverse. Pesci, topi e cani, infatti, non si ammalano naturalmente di questa malattia neurodegenerativa!

E' fondamentale il sostegno alla ricerca, ma che sia basata su modelli alternativi attendibili e realmente utili per la nostra specie; una scienza che abbia per oggetto l’uomo, e non un organismo completamente diverso come un topo; una scienza capace di dare speranze concrete ai malati, ai ricercatori che si impegnano quotidianamente e ai familiari che assistono affranti la progressione della malattia  dei loro cari.

Studi sull’uomo hanno permesso enormi passi avanti nella comprensione della malattia e soprattutto nella diagnosi precoce, fondamentale per la cura della progressione della malattia. Bisogna sottolineare l’importanza  di investigazioni i cui dati siano ricavati dalla diretta osservazione della specie umana e quindi delle malattie spontanee che la colpiscono, permettendo di individuare le differenze quantitative e qualitative nella sua distribuzione geografica.

Parallelamente si deve fare informazione sulle possibili correlazioni epigenetiche, come l’esposizione a fattori inquinanti ambientali, già dalla gestazione, e ricordare che oltre alla ricerca bisogna sostenere l’assistenza ospedaliera e domiciliare.

Michela Kuan, biologa, responsabile LAV Vivisezione

Il disegno è di Ale Giorgini, che su Facebook ha manifestato il suo sostegno alla ricerca senza animali