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Killer dei gatti denunciato dal CFS a Bergamo

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Ultimo aggiornamento

domenica 13 luglio 2014

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Un uomo, definito “Serial killer dei gatti”, è stato denunciato  a Bergamo dalla Forestale. Il presunto responsabile di sevizie e uccisioni di gatti, si sarebbe procurato gli animali tramite annunci su Internet.

Il modus operandi dell’indagato, tra l’altro pregiudicato, prevedeva un sistematico monitoraggio delle inserzioni su portali web relative a cessioni gratuite di gatti, esclusivamente quelle pubblicate nel Bergamasco da donne, che  contattava con la scusa di essere interessato agli animali. Successivamente passava ad atti di stalking,con messaggi molesti e ingiuriosi alle donne che gli avevano incautamente affidato i gatti. Alle richieste di rassicurazioni sullo stato degli animali avuti in consegna, rispondeva con foto orripilanti che ritraevano esemplari morti o in agonia.

I pochi elementi in nostro possesso di questa storia non permettono un’analisi approfondita, tuttavia ci consentono alcune considerazioni. 
Innanzitutto sotto il profilo vittimologico va sottolineata la presenza di due vittime, i gatti e le donne coinvolte. L’azione delittuosa del presunto reo, infatti, non si esaurisce nella consumazione di sevizie e torture ai danni dei gatti, ma va oltre, con l’esercizio di puro sadismo nei riguardi delle donne. Da questa prospettiva sembrerebbe che i gatti siano solo uno strumento, con le sevizie e le torture esercitate su di loro, per colpire sadicamente le affidatarie. Il piacere perverso, sicuramente cercato nella tortura degli animali, si sublima con l’invio di foto alle donne e con la conseguente sofferenza provocata. Un atto di dominio e controllo del dolore altrui. In altre parole, per dirla con noti psicanalisti, tale perversione sarebbe una tecnica volta a promuovere uno stato di eccitamento mentale che non include alcun elemento relazionale e che è 
ricercato per se stesso, i gatti e le donne sarebbero meri strumenti per raggiungere tale stato mentale.

Sarebbe interessante indagare di più sulla personalità del soggetto, ma quello che è stato diffuso - presenza di precedenti penali, di uno stato generale di degrado della sua abitazione, oltre che la condotta delittuosa in esame -, suggerisce l’ipotesi di una persona incapace  di provare empatia, una personalità antisociale pericolosa, potenzialmente capace di condotte criminali contro la persona e la società.

Ciro Troiano

Criminologo, responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV