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Delfinari: non si aggiri norma che vieta contatto tra delfini e pubblico

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Ultimo aggiornamento

giovedì 03 agosto 2017

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“Nessuna modifica al Decreto Legislativo 73-2005 (di attuazione della direttiva 1999/22/CE relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici) per consentire il nuoto con i delfini nei delfinari e/o attività di “pet therapy” con delfini”.

Questa la richiesta che abbiamo inviato ieri in una lettera ai Ministeri dell’Ambiente, della Salute, delle Politiche Agricole, al Centro di Referenza Nazionale per gli interventi assistiti dagli animali IZS delle Venezie e alla Commissione Scientifica CITES.

A poco più di due mesi dagli emendamenti Pizzolante/Tancredi (NDC) e Melilli/Bonaccorsi (PD), presentati nella Legge di Bilancio e addirittura nella conversione del Decreto Legge sulle zone terremotate, e dichiarati inammissibili dalla Camera dei Deputati, assistiamo all’ennesimo tentativo di annullare il divieto di nuotare e di entrare in vasca con i delfini, contenuto al punto 37 della lettera h dell’allegato 1 del D.Lgs 73 del 2005, che disciplina la detenzione dei delfini nei delfinari.

Lo scopo dichiarato è quello di consentire, in tal modo, l’autorizzazione di programmi di DAT (Dolphin-Assisted Therapy), in pratica la pet therapy con i delfini, nonostante i dubbi sui risultati clinici di tali “terapie”. Sempre più studi scientifici, infatti, dimostrano come il nuoto con i delfini di individui con deficit neurologici, o di soggetti affetti da patologie fisiche di varia natura, non produca effetti che non possano essere ottenuti con terapie cliniche o con progetti innovativi realizzati grazie alle nuove tecnologie come quelle relative alla realtà virtuale.

I rischi sanitari e i problemi di sicurezza (i delfini, anche quando nati in cattività rimangono animali selvatici e sono stati documentati più casi di aggressione nelle attività di nuoto con i delfini, probabilmente causati anche dell’impossibilità di sottrarsi al contatto con l’umano) e le alternative scientificamente valide ed eticamente compatibili sono, infatti, ben descritte da autorevoli società come la Whales and Dolphin Conservation e riconosciuti biologi come il catalano Joan Gonzalvo.