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Lupi e cani randagi in pericolo. L'Italia regredisce di 50 anni

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Ultimo aggiornamento

domenica 14 febbraio 2016

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“Il Ministero dell’Ambiente e la Conferenza delle Regioni si apprestano a varare il nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo che, dopo ben 45 anni, consentirà gli abbattimenti di lupi e ibridi e renderà addirittura possibile dare la caccia e uccidere i cani vaganti, contro il divieto fissato per legge nel 1991! Un piano predisposto per la gestione del lupo, ma che di fatto sconfina nella gestione del randagismo, con la previsione di “soluzioni finali” anche per i cani, cosa assolutamente vietata nel nostro ordinamento si tratta di un atto inaccettabile, sotto il profilo scientifico e ancor più sotto quello morale, che riporta indietro l’Italia di mezzo secolo.” 

Un ritorno al passato debolmente argomentato dai tecnici del Ministero che chiedono la riapertura della caccia ai lupi come risposta alle tensioni sociali: un vero e proprio paradosso! 

A ciò si aggiunga che, mentre nella bozza inizialmente diffusa dal Ministero l’abbattimento di cani vaganti era limitato alle sole “aree protette”, in una successiva versione non inviata ufficialmente alle associazioni, questa possibilità viene estesa anche alle “aree rurali”.

“Ci auguriamo vivamente che i Presidenti di Regione e gli Assessori all’Ambiente, assumano una netta posizione contro un Piano che consente l’uccisione, non solo di lupi e ibridi, ma anche dei cani randagi o lasciati incustoditi, persino dei cani ‘di proprietà’ che si fossero smarriti! Fatti, questi, gravissimi e che siamo certi i cittadini non tollererebbero. Ministro Galletti, Ministro Lorenzin, volete davvero essere ricordati come quelli che,  dopo 45 anni per il lupo e 25 anni per il cane, hanno dato via libera alla caccia e alle uccisioni?”.

Dossier - Towards a Wolf Conservation and Management Plan for Italy

Commento LAV - Piano conservazione e gestione del lupo

comunicato integrale