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Più risorse per gli animali confiscati dalla Convenzione CITES

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Ultimo aggiornamento

lunedì 21 dicembre 2015

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L’articolo 75 del Collegato ambientale alla Legge di stabilità, approvato definitivamente oggi dalla Camera dei Deputati, sblocca un’assurdità che non permetteva dal 2000 di fornire risorse sufficienti all’applicazione della Convenzione di Washington a tutela delle specie in via d’estinzione, mettendo finalmente a disposizione adeguate risorse per la cura e la gestione degli animali confiscati per violazioni alla CITES e la relativa Legge 150 del 1992.

Fino a ieri i diritti di prelievo del Ministero dell’Ambiente erano fissati a un ridicolo importo di 15,49 euro a prescindere dall’entità dell’importazione autorizzata. Era scandaloso che tali spiccioli, in riferimento ad attività commerciali e anche di lusso, si riferisse al rilascio della licenza o del certificato di importazione senza tenere in alcuna considerazione il numero di animali o parti di animali importati o il loro valore… 

Ora, grazie a un emendamento proposto da noi e fatto approvare dalle senatrici Cirinnà, Amati, Granaiola e altri, il Ministero dell’Ambiente avrà il diritto di rivalutare con cadenza triennale la misura dei “diritti speciali di prelievo”.

Dalle oltre 50mila licenze e certificati di importazione che sono i movimenti registrati in Italia ogni anno, cui corrisponde un valore di decine di milioni di euro di specie importate, si potranno ora fissare adeguati importi dei diritti speciali di prelievo per far fronte a tutte le esigenze e vigileremo affinchè tali importi siano proporzionali al volume delle specie importate.    

Dedichiamo questo significativo passo in avanti alla memoria di Massimiliano Rocco, già responsabile CITES del WWF, scomparso nei giorni scorsi, ispiratore a suo tempo di questo emendamento.

Claudia Squadroni

COMUNICATO INTEGRALE