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Scandalo Italcarni: immagini choc. Chiediamo commissione d'inchiesta

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Ultimo aggiornamento

martedì 10 novembre 2015

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"Lo scandalo degli animali a terra è stato denunciato già dieci anni fa dalla LAV e nonostante le condanne in diversi Tribunali e le note Ministeriali prodotte sull’argomento, è ancora una vergognosa prassi zootecnica molto diffusa nel nostro Paese e per la quale decine di migliaia di animali ogni anno subiscono abusi in allevamento, durante il trasporto e la macellazione”, questa la reazione a caldo di Roberto Bennati, vicepresidente della LAV alla video-inchiesta “Dentro al macello degli orrori” pubblicata oggi sul sito de Il Fatto Quotidiano, sulla vicenda della Italcarni, il mattatoio di Ghedi (Brescia), posto sotto sequestro dalla Procura di Brescia, che lunedì 9 novembre ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per due veterinari della Asl di Brescia e per i dipendenti del macello, per i gravi abusi inflitti ai bovini presso la struttura.

Animali che arrivavano in gravi condizioni, non più in grado di reggersi sulle zampe e che, anziché essere macellati in allevamento, come prevedono le norme, o, in ultima analisi, sul camion, venivano scaricati e spinti con trattori o muletti, trascinati con catene e spinti con forconi, come hanno documentato le drammatiche immagini pubblicate da Il Fatto Quotidiano.

“Prassi, più che eccezioni, che i servizi veterinari nei mattatoi continuano a non sanzionare in maniera adeguata – afferma Bennati – e che sono state oggetto di numerosi richiami da parte degli ispettori dell’ufficio veterinario Europeo nei confronti del Ministero della Salute e dei Servizi Veterinari di alcune Regioni”.

Una illegalità non più tollerabile, pericolosa anche per la salute dei cittadini, già allarmati dalle evidenze sottolineate dall’Oms rispetto alla carne rossa: “chiediamo al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di istituire con urgenza una commissione di inchiesta, guidata dagli ispettori indipendenti dell’ufficio veterinario della Commissione Europea, sulla situazione degli animali a fine carriera negli allevamenti e nei mattatoi per riportare la legalità e il rispetto delle leggi e delle condizioni degli animali nell’industria zootecnica”. La carne dei bovini a terra, peraltro, è quella maggiormente usata per la produzione di hamburger e carne in scatola: i consumatori ne devono essere consapevoli.

Cosa intende fare, inoltre, il Presidente Maroni, per scoprire dove andranno, da oggi, gli animali a terra che non sono più indirizzati al macello di Ghedi, considerato che le condizioni degli animali negli allevamenti non cambiano e che, pertanto, decine di animali saranno ridotti all’impossibilità di muoversi sulle proprie zampe, ma continueranno ad essere trasportati verso il macello? Cosa intende chiedere ai Servizi veterinari della Regione per evitare che il fenomeno sia solo spostato verso un altro mattatoio, con gli stessi pregiudizi per la salute dei cittadini e le condizioni degli animali?

Rivolgiamo un appello al Consiglio comunale di Ghedi affinché imponga la costituzione di parte civile del Comune nel procedimento che vede imputati dipendenti e proprietario del mattatoio, e intervenga per far ritirare dal Sindaco, che è il cognato del titolare del macello, la convenzione tramite la quale il Comune di Ghedi concede l’uso della struttura, di proprietà comunale. “Aver fornito ai cittadini di Ghedi carni pericolose, certificate come invendibili dalle analisi effettuate dall'Istituto Zooprofilattico di Torino, e aver praticato così tanti abusi sugli animali sono fatti che non possono restare impuniti – conclude Bennati – così come non può essere ulteriormente tollerato l’evidente conflitto d’interessi del Sindaco”.

Barbara Paladini

COMUNICATO INTEGRALE