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Sperimentazione e eventi avversi: nuovi retroscena dello scandalo francese

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Ultimo aggiornamento

domenica 28 febbraio 2016

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La recente e tragica notizia di un morto e di 5 persone che hanno riportato gravi danni cerebrali durante la sperimentazione di una nuova molecola da parte della Biotrial, in Francia, continua a fare scandalo e a sollevare perplessità.

La stampa, infatti, riporta che durante la sperimentazione pre-clinica erano già emersi casi di cani morti. Ciò dimostra come, nonostante i dati negativi e di pericolo risultati dai test su questa specie, la sperimentazione sull’uomo fosse comunque proseguita: meccanismo che conferma ancora una volta la totale inutilità della fase di sperimentazione sugli animali. La ECEAE, coalizione europea contro la vivisezione, di cui la LAV è rappresentante per l’Italia, ha richiesto spiegazioni e chiarimenti sull’iter di sperimentazione adottata dalla Biotrial, una società da 35milioni di fatturato l'anno, che si è rifiutata di fornire giustificazioni, sostenendo che si trattasse di “informazioni commerciali riservate”.

Ricordiamo che oltre ai cani, durante i test in questione furono usati anche degli scimpanzè, la specie filogeneticamente più vicina all’uomo, che non hanno mostrato danni o gravi reazioni avverse al farmaco. Ciò dimostra, ancora una volta, che i modelli sperimentali in vivo sono diversi dalla nostra specie per genetica, anatomia, fisiologia e per una serie infinita di parametri, non permettendo di controllare, se non a posteriori, l’attendibilità del dato, se trasferito all’uomo.

Al di là delle fondamentali implicazioni etiche dell’usare esseri senzienti, costretti tutta la vita in piccole gabbie, senza luce né alberi né interazioni naturali, privati di ogni diritto ed esposti a dolore e morte, la vivisezione, è un evidente errore metodologico, lontano dal concetto di scienza e molto, troppo vicino a quello di “paravento” giuridico. La sicurezza dei cittadini non può essere messa in secondo piano rispetto al tornaconto delle aziende e i risultati delle sperimentazioni sugli animali devono diventare dati pubblici.

Le persone hanno il diritto di sapere cosa si cela dietro il business dei farmaci e della vivisezione, perché questo è un problema che riguarda tutti: la nostra salute, le centinaia di migliaia di morti umane e animali e il diritto ad una scienza diversa che sia predittiva, sicura e utile, per il progresso della ricerca e non delle carriere o dei profitti.

Michela Kuan
Responsabile LAV settore Vivisezione