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#BASTASPARARE: replica a Il Venerdì, che confonde animalisti e cacciatori

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Ultimo aggiornamento

giovedì 02 novembre 2017

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Con una lettera inviata a redazione ed autore, abbiamo espresso le nostre rimostranze, replicando all’articolo apparso il 27 ottobre su Il Venerdì di Repubblica, dal titolo “L’animalista che insegna ai cacciatori a prendere la mira”.

A cominciare dal titolo, l’articolo presenta un’informazione dai contenuti distorti e fuorvianti, per almeno due motivi. Sia perché un animalista ha certamente nulla da insegnare a un cacciatore rispetto al prendere la mira, sia perché nessun animalista insegnerebbe a chicchessia come meglio uccidere altri esseri viventi. I contenuti dell’articolo, poi, si scopre che non hanno alcuna relazione con il titolo, non c’è alcun accenno a un animalista uno che abbia mai insegnato nulla ai cacciatori! E allora? Allora è chiaro che con questa “informazione” si vuole semplicemente distorcere la realtà, al punto di giungere al paradosso estremo: un animalista che insegna come ammazzare gli animali a chi già lo fa con passione (sanguinaria).

Anche dei presunti ambientalisti citati nel sottotitolo non si trova traccia nell’articolo. A meno che non si voglia definire “ambientalista” il presidente della fondazione UNA Onlus, fondata da CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura), Federazione Italiana della Caccia e Arcicaccia.

Ebbene nell’articolo da noi contestato non si parla né di ambientalisti, né tantomeno di animalisti patiti della doppietta. Viene quindi da chiedersi per quale motivo nel titolo sia presente un tale forzato accostamento fra estremi opposti. Non volendo pensare a un tentativo di “green-washing” della caccia e della lobby a essa collegata (già lo fanno i “cacciatori-ambientalisti”), non resta altro da considerare che titolo e sottotitolo siano stati pensati al fine di attrarre qualche lettore in più su un argomento che continua a destare ribrezzo alla stragrande maggioranza dei cittadini, mentre la lobby venatoria è impegnata nel tentativo di costruire una filiera della “carne proveniente da selvaggina”, al fine di garantirsi introiti economici sfruttando una cosiddetta “risorsa” (la fauna selvatica) che in realtà è patrimonio indisponibile dello Stato. 

Insomma, stupisce che l’articolo in questione, con quel titolo, quel sottotitolo e quei contenuti, voglia ridicolizzare temi che sono condivisi da gran parte dei cittadini. Una “censura” che arriva pochi giorni dopo quella dell’amministrazione comunale di Milano, che ha impedito l’affissione dei manifesti LAV contro la caccia, definiti “fortemente evocativi del tema della morte” e per questo messi al bando.  

Gli animalisti, vogliamo ricordarlo, si impegnano quotidianamente per disarmare i cacciatori, non per insegnare loro a prendere la mira: una posizione tanto limpida e inequivocabile da vederci, proprio in queste settimane, mobilitati per chiedere una legge che finalmente vieti la caccia, grazie alla petizione #BASTASPARARE

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Massimo Vitturi
Responsabile LAV area Animali Selvatici