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Anche le aziende vogliono test alternativi

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Ultimo aggiornamento

lunedì 28 ottobre 2013

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L'azienda tedesca Lanxess ha presentato, a garanzia della sicurezza del componente chimico trifenilfosfato, un dossier sottolineando che  questo  stesso componente chimico  sta per essere testato dal laboratorio del governo americano e che quindi si potra' fare affidamento  sui risultati del test USA invece di duplicarli con uno spreco di lavoro, denaro e soprattutto vite animali.

Infatti NTP (National Toxicology Program) è il programma di screening tossicologico che si propone di fare uno screening di decine di migliaia  di materie chimiche anche con tecnologie robotiche.

Tuttavia l'agenzia  europea per le sostanze chimiche-ECHA l' ha rifiutato, richiedendo il famigerato test di tossicità ripetuta, entro il 2015, che prevede l'esposizione orale fino a 90giorni in almeno 100 animali vivi come voluto dal Reach. Tale Regolamentazione europea solo in parte considera il ricorso ai metodi alternativi e rappresenta l'ennesimo inutile sterminio di milioni di animali usati per sperimentazioni su sostanze potenzialmente tossiche.

La Lanxess ha già fatto appello e sta considerando di fare un ulteriore ricorso, inoltre lamenta che secondo l'ECHA sarebbe richiesto un secondo test legato alla tossicità prentale che richiede l'utilizzo di almeno 580 conigli.

Questo caso dimostra come le aziende siano vincolate a modelli legislativi obsoleti che non tengono conto delle tecniche più innovative, ma finalmente le cose iniziano a cambiare e l'industria sta cominciando a capire quanto siano più rapidi, predittivi ed economici i test senza animali.

Inoltre le stesse aziende sottolineando la volontà di dare un'impronta etica alla loro polita interna come dimostra la richiesta crescente delle ditte cosmetiche che vogliono dichiarare chiaramente ai consumatori di essere cruelty-free aderendo allo standard "stop ai test su animali".

Per maggiori informazioni: Echa

Michela Kuan, biologa, responsabile LAV Vivisezione