Home | Notizie | Basta test sui molluschi bivalvi: possiamo salvare tante vite

Basta test sui molluschi bivalvi: possiamo salvare tante vite

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

domenica 06 ottobre 2013

Condividi

In pochi sono a conoscenza del legame con la vivisezione di cozze, vongole e ostriche.

Queste specie devono subire test per verificare la mancanza di accumulo di biotossine algali che possono risultare velenose per l’uomo. I molluschi filtratori trattengono all’interno piccole alghe innocue per il bivalve, ma con effetti collaterali dannosi per la nostra specie: è per questo che gli animali per poter essere commercializzati per uso alimentare devono essere periodicamente sottoposti a test di controllo.

Abbiamo chiesto al Ministro della Salute Lorenzin di rendere ufficiali i metodi sostituivi di rilevamento per le biotossine algali, giá riconosciuti negli altri Paesi, avvalendosi della esplicita possibilitá prevista dal Decreto Legislativo 116 del 1992.  Si tratta di test usati anche dall'Istituto Superiore di Sanitá, in modo da risparmiare, immediatamente, la vita di migliaia di animali ogni anno destinati a lenta agonia e morte.

Non possiamo accettare che si continui a fare sperimentazione con tecniche altamente invasive: a roditori vivi viene infatti iniettato nella cavità addominale il campione da testare e si valuta l’eventuale comparsa di diarrea e/o la morte di almeno due animali su tre, entro le 24 ore dall’inizio del saggio. Un metodo che oltre a provocare dolore duraturo non alleviato da anestesia, gli spasmi e la morte di esseri senzienti, è scientificamente inattendibile nel rilevare la tossicità per la nostra specie. Constatazioni rese note da pubblicazioni del settore e dall’EFSA (l'Autoritá europea per la sicurezza alimentare) nel 2007, ne sottolineano da tempo l’inadeguatezza.

 
Molti Paesi europei non fanno più ricorso da anni a questo test usando metodi sostitutivi predittivi, economici e pratici; Olanda, Irlanda, Slovenia, Danimarca, Germania, Belgio, Finlandia, Bulgaria, Norvegia e Portogallo hanno osservato il principio espresso dalla Direttiva e dal Regolamento comunitario applicando tecniche innovative che non ricorrono a test con animali.

L’Europa continua a viaggiare a due velocità e non possiamo permettere che il nostro Paese resti ancorato a un modello della fine dell’800 dimostratosi immorale e pericoloso per l’uomo.

Michela Kuan, responsabile LAV Vivisezione