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Bologna, uccisione cane Franco: chiesta archiviazione delle indagini!

Non ci fermeremo.

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Ultimo aggiornamento

lunedì 15 settembre 2025

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Per noi non esistono vittime di serie B

Franco viveva presso il rifugio Riot Dog, dove sono ospiti altri cani, tra cui alcuni affidati a LAV. Il fatto che non sia stato individuato il colpevole dell’uccisione del cane fa sentire in pericolo tutti coloro che girano intorno al rifugio, umani e animali.

È incredibile la richiesta di archiviazione delle indagini nei confronti di chi ha ucciso (rimasto, purtroppo, ancora ignoto) a brucia pelo il cane Franco sparandogli mentre era in passeggiata con la sua compagna ed il suo “compagno umano” lo scorso febbraio nelle colline bolognesi. E’ una bruttissima pagina che a suo tempo ha giustamente fatto indignare tutta la provincia di Bologna. Una violenza che sarebbe potuta capitare a chiunque e che ora la Procura della Repubblica di Bologna vorrebbe archiviare solo perché le indagini svolte fino ad ora e assolutamente insufficienti per LAV, non hanno portato all’individuazione del responsabile di una simile e tremenda azioneAvv. Annarita D’Errico, responsabile LAV degli Sportelli contro i maltrattamenti, legale del caso.

Siamo certi che se le indagini fossero state condotte con un maggiore approfondimento, avrebbero potuto portare a risalire a chi ha sparato a Franco. Non ci fermiamo.

Presentiamo opposizione alla richiesta di archiviazione al GIP di Bologna, e l’atto conterrà nel dettaglio le nostre proposte di indagini suppletive. Se c’è una vittima di arma da fuoco, il colpevole va cercato con forza a prescindere da chi ha perso la vita, che sia animale o umano. Per noi non esistono vittime di serie B.