Abbiamo inviato alla Premier un testo di Proposta di Legge contro questo tragico e persistente fenomeno.
È notizia recentissima che Bruno, cane 'da assistenza' che era stato premiato da Giorgia Meloni per il suo 'lavoro', è stato ucciso da un'esca avvelenata. Aveva salvato 9 persone e il suo tragico destino l'ha visto vittima di una mano umana assassina, che ha reso appetibile una codarda arma letale. Un wurstel pieno di chiodi. Una morte atroce dopo una lunghissima agonia. L'opinione pubblica, inclusa la Premier, è stata scossa dall'evento luttuoso, ma la piaga delle esche avvelenate non è affatto un tema nuovo. Purtroppo.
UN PERICOLO CHE RICADE ANCHE SULLA SALUTE PUBBLICA
Gli episodi di avvelenamento da ingestione di bocconi ed
esche avvelenati sono sempre più frequenti e sono un pericolo che ricade anche
sulla salute pubblica, in particolare sui bambini che frequentano aree vedi e
spazi urbani. Si tratta di un fenomeno che coinvolge anche i Comuni, costretti
a sostenere i costi delle operazioni di bonifica dei territori, oneri che
dovrebbero ricadere su coloro che deliberatamente disseminano esche e bocconi
avvelenati, così come previsto dalla Direttiva sulla tutela penale dell’ambiente,
attualmente in fase di recepimento nel nostro ordinamento.
Fin dal 2008, il Ministero è intervenuto con Ordinanze contingibili e urgenti volte a vietare l’utilizzo e la detenzione di esche e bocconi avvelenati, l’ultima delle quali emanata in data 6 agosto 2024, a conferma della persistenza e dell’urgenza del fenomeno come dimostrano gli episodi, accertati da approfondimenti diagnostici eseguiti dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali in tutta Italia.
Le Ordinanze hanno certamente svolto una funzione importante per contrastare il fenomeno ancora purtroppo però diffuso in tutto il Paese.
URGENZA DI UNA LEGGE AD HOC
A partire dall’Ordinanza in vigore, già a febbraio
abbiamo inviato al Ministero della Salute, un testo di Proposta di Legge che contiene misure concrete per il contrasto al fenomeno.
Oggi noi di LAV abbiamo scritto e mandato la nostra proposta anche alla Premier per sollecitare
l’urgenza di un intervento normativo strutturale che, attraverso l’adozione
di una Legge, stabilisca in maniera definitiva il divieto, ne rafforzi i
contenuti e preveda sanzioni certe, proporzionate e realmente dissuasive per
i responsabili