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Caccia, da ISPRA richiesta di interventi immediati per incendi e siccità

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Ultimo aggiornamento

domenica 27 agosto 2017

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“Un provvedimento urgente che blocchi la stagione venatoria 2017/2018 e permetta alla fauna e al territorio di ristorarsi, dopo l’interminabile fase di siccità e incendi che ha colpito, e ancora colpisce, l’intero territorio italiano”.

Lo chiedono Enpa, Lac, Lav e Lipu anche a commento del parere inviato dall’Ispra alle regioni e per conoscenza al ministero dell’Ambiente e al ministero delle Politiche agricole.

AGGIORNAMENTO 1 SETTEMBRE 2017

«Prendiamo atto con estremo rammarico che il governo Gentiloni è rimasto del tutto sordo ai nostri appelli e alle sollecitazioni di tantissimi italiani. Insieme chiedevamo e continuiamo a chiedere lo stop all’apertura - persino anticipata - della caccia, una pratica barbara che quest’anno è ancora più crudele e dannosa perché infierisce su popolazioni animali già decimate da incendi e siccità, mentre fondamentali aree di sosta per la vita e la riproduzione dei migratori sono state distrutte». Lo dichiarano, alla vigilia degli spari, le associazioni Enpa, Lac, Lav e Lipu alla vigilia della preapertura della stagione venatoria  2017/18, che prende il via da domani 2 settembre.

«Il comportamento del governo italiano – proseguono le associazioni - rappresenta una  netta violazione dei principi che le norme internazionali e nazionali pongono a tutela della fauna selvatica e risulta davvero incomprensibile, a fronte di una situazione ambientale che mai, negli ultimi anni, è stata tanto grave. E' come se il governo avesse letteralmente dimenticato la fauna selvatica, le avesse voltato le spalle, quasi non dovesse essere, a norma di Costituzione e a norma di Legge, anche e soprattutto una sua preoccupazione. Né è servito un parere dell'Ispra che, pur giunto in ritardo, ha delineato un quadro ambientale molto preoccupante e avanzato precise richieste di intervento».

«A fronte di tutto questo, stiamo già facendo le nostre valutazioni anche studiando le azioni opportune, perché il problema della totale "sparizione" della natura dalle preoccupazioni del Governo italiano sia finalmente affrontato».