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Carne coltivata: il punto sul recente convegno alla Camera dei Deputati

Ostacolare la ricerca scientifica e il progresso è un atto ideologico

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lunedì 28 luglio 2025

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Necessario supportare lo sviluppo di un settore tanto innovativo ed etico

Il 25 luglio 2025 si è tenuto alla Camera dei deputati il convegno “Carne coltivata: discutiamone” promosso dall'On. Della Vedova e da Giuseppe Prandini, Presidente di Coldiretti.

Un evento che da una parte ha messo in luce informazioni vere e scientifiche circa la carne coltivata e la necessità di incentivare la ricerca in quest'ambito e, dall'altra i tentativi disperati di chi ancora si aggrappa a un sistema – quello zootecnico - che non solo è eticamente inaccettabile, ma ha conseguenze distruttive sia a livello ambientale che sanitario.

Benedetto Della Vedova, a favore della ricerca e dell'innovazione ha espresso nuovamente il dissenso per la Legge 172, la leggina Lollobrigida che vieta carne coltivata e meat-sounding, volendosi fare promotore di un'occasione di confronto e crescita, mentre Ettore Prandini di Coldiretti, pronto a difendere il “glorioso” passato dell'allevamento italiano, ha provato a mantenere un tono moderato, producendosi tuttavia in teorie - dal sapore coloniale – su come l'Africa potrebbe essere la soluzione alla mancanza di terreno agricolo, e in difese ideologiche e populiste della zootecnia.

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Il panel di esperti ha visto in prima battuta l'intervento di Alessandro Bertero, professore di biologia molecolare dell'Università di Torino e ricercatore nel campo della carne coltivata, che ha sottolineato con lucidità che la carne coltivata è sicura e scalabile. La tecnologia esiste e i processi di produzione sono ormai validati scientificamente. La testimonianza del ricercatore ha sottolineato quanto noi di LAV, fin dall'inizio della crociata Lollobrigida, abbiamo detto: è necessaria, e per altro già in atto, una radicale trasformazione del sistema alimentare e la carne coltivata può supportarla.

Inoltre, è stato scandito con chiarezza che la produzione di carne da agricoltura cellullare non prevede l'uso di antibiotici, fatta eccezione che nelle primissime fasi, cosa che azzera il rischio di sviluppare l'antibiotico resistenza, a differenza di quanto non accada negli allevamenti, dove gli antibiotici sono usati ampiamente, spesso anche oltre i limiti di legge. Tutte informazioni già note, ribadite da LAV in una serie di articoli di approfondimento sul tema e anche evidenziate dalla comunità scientifica più e più volte

Giuseppe Campanile, panelist invitato da Prandini, professore di zootecnia ha difeso l'integrità dei nostri “sacri” allevamenti, ha provato a smontare le tesi a favore della carne coltivata, argomentando che “la zootecnia difende la biodiversità”. Se per biodiversità si intende la selezione genetica imposta sui corpi di milioni di animali in nome del profitto (con gravi conseguenze a livello di salute e condizione degli individui) allora sì, forse ha ragione. Ma la realtà è che il sistema zootecnico è uno dei principali responsabili della perdita di biodiversità, a causa della deforestazione e della sostituzione delle terre agricole con monocolture destinate a mangimi per gli animali: è un modello intrinsecamente violento e dannoso, che non può essere “migliorato” ma solo abbandonato in virtù di produzioni vegetali o alternative innovative come la carne coltivata.

Tuttavia, a riprova dell'infondatezza di quanto asserito dagli “amici di Coldiretti”, si noti che con nessuna vergogna Campanile ha anche dichiarato che la carne rossa, noto cancerogeno di tipo 2 stando all'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), viene consigliata ai pazienti oncologici perché “ha potere anti tumorale”, e che gli alimenti vegetali “fanno aumentare l'incidenza dei tumori tra le persone vegane per gli agenti di crescita che contengono”. Farebbe quasi ridere se non si trattasse di dichiarazioni fatte da un professore universitario, rendendo quanto detto non solo gravemente antiscientifico ma anche pericoloso.

Mentre due interventi, quelli di Michele Antonio Fino, avvocato e docente di diritto europeo, e di Luciana Rossi, professoressa di nutrizione animale dell'Università di Milano, invitati da Della Vedova, hanno correttamente sottolineato l'importanza di una regolamentazione rigorosa per la carne coltivata, garantita da EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), che in qualità di novel food, valuterà ogni prodotto a base di carne colturale prima della sua immissione sul mercato, come da regolamento europeo.

CONCLUSIONE
Si è trattato nel complesso di un evento che, pur avendo messo in luce nuovamente l'opportunità offerta dalla carne coltivata, ha dato ancora una volta voce a soggetti radicati nel proprio ideologismo e nei propri interessi legati a doppio filo alla zootecnia, a discapito degli animali in primis, della nostra salute e del nostro ambiente.

Quanto deve emergere dal Convegno è quindi che la legge di Lollobrigida va annullata quanto prima, così da non ostacolare più la ricerca e gli investimenti, e che è necessario supportare lo sviluppo di un settore innovativo come quello della carne coltivata, agendo concretamente e politicamente per accelerare la transizione del sistema alimentare.