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Carne coltivata come contributo alla fine dello sfruttamento animale: la posizione LAV

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Ultimo aggiornamento

domenica 01 maggio 2022

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Nei giorni scorsi siamo stati a Bruxelles per partecipare al symposium organizzato dall’associazione belga GAIA insieme ad Eurogroup for Animals “The evolution of food: towards animal-free and sustainable technology” per scoprire di più su questa tecnologia che potrebbe contribuire alla transizione verso un cibo senza crudeltà.

Al convegno internazionale erano presenti rappresentanti della società civile, del settore produttivo, esperti e accademici, oltre a rappresentanti delle Istituzioni europee.

Il processo per produrre la carne coltivata coinvolge gli animali, ai quali vengono prelevate cellule che verranno coltivate in un terreno di coltura (detto anche brodo) all’interno del quale crescono e si moltiplicano nell’ordine di trilioni di volte, ma tale prelievo non è invasivo, non causa sofferenza e non richiede in nessun momento la necessità di uccidere l’animale per utilizzarne la carne.

Ci troviamo ora nella fase di sviluppo di questa tecnologia, che potrebbe contribuire in modo sostanziale almeno alla drastica diminuzione del numero di animali allevati e sfruttati per la produzione di cibo, e continueremo a monitorarne l’evoluzione.

Le alternative vegetali alla carne e ai prodotti animali sono però già sempre più disponibili e continueremo a batterci perché siano incentivate anche con un trattamento fiscale non penalizzante come è in parte ora e informazione trasparente. 

La carne e gli altri prodotti animali come formaggi e uova, ricavati dal processo della coltura di cellule, a oggi potranno rappresentare una soluzione complementare per la transizione verso una produzione alimentare che non richieda di uccidere esseri senzienti.

il position paper di LAV