L'unica scelta sana, etica e sostenibile è quella vegetale.
I sostenitori dell'alimentazione onnivora hanno sempre considerato la carne di pollo come la più “sana”, ma un nuovo studio italiano espone come questo non sia vero.
Infatti, il consumo di carne di pollo (come di ogni prodotto di origine animale) è un problema: lo è per i milioni di polli allevati - in condizioni atroci - e uccisi ogni anno, lo è per l'ambiente e l'aggravarsi della crisi climatica e, secondo la ricerca pubblicata sulla rivista scientifica scientifica Nutrients, potrebbe essere un problema anche sanitario.
Lo scopo dello studio di Bonfiglio et al. è stato quello di valutare per la prima volta l'associazione tra il consumo di carne bianca e la mortalità per tutte le cause e per i tumori gastrointestinali, concentrandosi sugli effetti del consumo di “pollame”.
La ricerca ha seguito un campione di quasi 5000 persone per 19 anni, i partecipanti sono stati intervistati da personale medico per raccogliere dettagli sulle loro caratteristiche sociodemografiche, sullo stato di salute, sull'anamnesi personale e sui fattori legati allo stile di vita, tra cui il consumo di tabacco, le abitudini alimentari e il livello di istruzione, lo stato occupazionale, quello civile. E informazioni mediche quali, il peso, l'altezza e la pressione arteriosa. È stato somministrato anche un questionario dietetico convalidato per valutare l'assunzione abituale di cibo, con l'assistenza di nutrizionisti qualificati.
I partecipanti sono stati seguiti fino al 31 dicembre 2024, durante il periodo di osservazione un totale di 1028 partecipanti (21,1%) è morto, tra questi decessi, 108 (10,5%) erano dovuti a GC (tumori gastrointestinali): 28 al cancro del fegato, 22 al cancro del pancreas e 37 al cancro del colon-retto. Altri 180 decessi (17,5%) sono stati attribuiti ad altri tipi di cancro, tra cui 45 dovuti al cancro ai polmoni, 19 al cancro al seno e 18 alla prostata. I restanti 740 decessi (72,0%) erano dovuti ad altre cause: 31 per infarto miocardico, 37 per ictus, 18 per malattia di Alzheimer e 62 per demenza.
I 108 soggetti deceduti per tumori gastrointestinali (GC) avevano il consumo totale settimanale di carne più elevato rispetto alle altre cause di morte, il consumo più elevato di carne rossa è stato osservato tra i deceduti per altre cause di cancro, mentre il consumo più elevato di carne bianca, in particolare di pollame, è stato osservato nei decessi per GC con 136,65 g/settimana.
È stata osservata una buona aderenza alla dieta mediterranea per la mortalità totale e per ogni specifica categoria di morte, alimentazione che tanto spesso viene decantata come “lo stile alimentare più sano”, spacciandola anche come un'alimentazione che non inquina e, presentando un teorico basso consumo di prodotti di origine animale, anche “rispettosa” della condizione animale.
La realtà è che l'unica alimentazione che ha un basso impatto ambientale, rispetta davvero gli animali ed è sana per l'essere umano è l'alimentazione vegana.
Le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori hanno dimostrato che il consumo di carne bianca superiore a 300 g/settimana è associato a un aumento statisticamente significativo del rischio di mortalità per tutte le cause e per tumori gastrointestinali.
Gli studi che ci mostrano quanto il consumo di carne e prodotti di origine animale siano dannosi per la salute sono innumerevoli, tanti quanti quelli che sottolineano la relazione tra aggravarsi della condizione climatica e zootecnia: si tratta di un sistema mortifero basato sullo sfruttamento e l'uccisione di animali, esseri senzienti che invece di diventare un pasto – per altro malsano per gli esseri umani – dovrebbero vedere i propri diritti di una vita dignitosa e libera garantiti.