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Condanna definitiva per responsabile rifugio "Dimensioni animali"

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Ultimo aggiornamento

giovedì 09 luglio 2020

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La Corte di Cassazione, riunitasi il 7 luglio, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla responsabile del rifugio “Dimensioni Animali” di Finale Emilia (Modena) confermando la condanna all’ammenda di 8.000 euro, pena vicino al massimo previsto, per la detenzione dei gatti all’interno della struttura in violazione dell’art. 727, secondo comma del codice penale, che punisce chiunque detenga animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.

Ora il Comune di Finale Emilia emetta un provvedimento di divieto di detenzione di animali nei confronti della condannata.

Il caso era nato a seguito della denuncia presentata da LAV dopo che alcuni volontari e la sede LAV di Modena avevano raccolto fotografie e video delle terribili condizioni di detenzione degli animali all’interno della struttura, in ambienti sporchi, spesso in promiscuità con animali malati o addirittura deceduti. La struttura, assieme agli animali in essa detenuti (95 gatti, 80 cani e un asino) era stata posta sotto sequestro preventivo il 24 febbraio del 2015 dagli agenti del NIRDA dell’allora Corpo Forestale dello Stato, su disposizioni della Procura della Repubblica di Modena, coadiuvati, tra gli altri ausiliari, anche da medici veterinari.

Per rendere più efficaci e severe le pene per chi maltratta e uccide animali LAV, che ha lanciato la campagna #CHIMALTRATTAPAGA, chiede al Governo e al Parlamento di dare un segno concreto di attenzione verso gli animali emanando una legge che aumenti le sanzioni penali, adegui la normativa alle istanze sociali e alle lacune giudiziarie. L’attuale Governo si è impegnato sul punto nel suo Programma, dando continuità allo stesso principio contenuto nel Programma del precedente Esecutivo.

Comunicato stampa