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Cavalli dopati e corse clandestine: bene contributo collaboratori di giustizia

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 06 maggio 2015

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Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare a carico di otto persone accusate di associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsione aggravata, traffico di sostanze stupefacenti, corse clandestine di cavalli e altri reati. Le attività investigative hanno avuto impulso dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, verificate e sviluppate attraverso una complessa attività investigativa e confrontate con informazioni rese da altri collaboratori di giustizia. 

Da anni segnaliamo l’assenza di un significativo contributo informativo in merito ai reati zoomafiosi da parte di collaboratori di giustizia, non sentiti in modo sistematico su questo tipo di illeciti. Riteniamo che ciò permetterebbe di avere una concreta conoscenza degli interessi dei sodalizi mafiosi per attività come, ad esempio,  le corse clandestine di cavalli. I reati zoomafiosi, infatti, rientrano sempre in scenari criminali di più vasta portata, in un corollario delinquenziale fatto di violenza, corruzione, illeciti economico-finanziari, traffici vari. Per questo occorre adottare una strategia investigativa che tenga conto della complessità del fenomeno e che miri a recidere gli intrallazzi economici, motivo principale del maltrattamento organizzato di animali. Com’è noto, se si vogliono colpire in modo concreto i sodalizi criminali, occorre neutralizzare i loro business e intercettare i flussi di denaro. Questo vale anche per i crimini legati agli animali. Per un’efficace azione di contrasto, la strada da seguire è, quindi, la ricerca dei canali economici, anche attraverso il contributo dei collaboratori di giustizia.

Ciro Troiano
Criminologo, Responsabile LAV Osservatorio Nazionale Zoomafia