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Macachi di Torino: replichiamo ai ricercatori e chiediamo trasparenza!

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 05 giugno 2019

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25 mila persone hanno già sottoscritto, nelle prime 24 ore di questa straordinaria mobilitazione, la nostra petizione per salvare un gruppo di macachi oggetto di un terribile esperimento che li renderà ciechi, voluto dall’Università di Torino (Dipartimento di Psicologia) in collaborazione con l’Università di Parma.

La petizione fa appello al Ministro della Salute Giulia Grillo affinché revochi immediatamente l’autorizzazione a questo progetto di ricerca e permetta la libertà di questi animali in un centro di recupero idoneo. 

Alle giustificazioni avanzate da alcuni ricercatori dell’Università di Parma e di Torino e riportante da alcuni organi di stampa, rispondiamo chiedendo al Ministro della Salute l’immediata attivazione di una commissione d’inchiesta di ricercatori indipendenti e specializzati in metodi sostitutivi, al fine di verificare in maniera indipendente il fondamento scientifico del progetto contestato e la corrispondenza con le prescrizioni di Legge: un atto doveroso e atteso, per garantire reale “trasparenza” in un ambito che riguarda la salute e le aspettative dei malati, la vita o la morte del gruppo di macachi, e l’impiego di ben 2 milioni di euro di finanziamenti europei. Informazioni che finora sono state negate alla LAV, nelle sue richieste di accesso agli atti, e per le quali l’Associazione è in attesa dell’esito del ricorso amministrativo.

Facciamo obiezione alle dichiarazioni pubblicate a mezzo stampa dai ricercatori Luca Bonini (per l’Università di Parma) e Marco Tamietto (per l’Ateneo di Torino), secondo i quali gli animali non verranno accecati: affermazioni contraddittorie, visto che i macachi subiranno una lesione chirurgica nel cervello con asportazione delle aree della corteccia visiva con danno a livello della V1 proprio per simulare la perdita della vista in persone affette da blindsight, titolo dello stesso esperimento.

Secondo quanto leggiamo su alcuni organi d’informazione, uno dei ricercatori si è affrettato a dichiarare che il cervello non ha recettori del dolore, di per sé non è un organo sensibile. “Allora perché mai anestetizzare i pazienti negli interventi al cervello? – obietta Michela Kuan, responsabile LAV Area Ricerca senza Animali - Se fosse indolore avremmo volontari che si sottopongono a operazioni a cranio aperto completamente svegli! In ogni caso, la procedura è stata classificata come grave, come ammette lo stesso ricercatore, quindi se è stata classificata come una sperimentazione col più alto grado di dolore, come si può dire che non soffrono?”

La petizione continua, aiutaci a salvare i Macachi dell'Università di Torino:

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