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Ministero della Salute: l'uso di collari acustici può configurare maltrattamento

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Ultimo aggiornamento

giovedì 01 agosto 2019

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Se copiosa giurisprudenza configura l’uso di collari elettrici come reato, fino ad oggi l’utilizzo dei collari acustici – cosiddetti beeper – impiegati sia per l’addestramento sia per l’attività venatoria, si trovava in una zona d’ombra.

Anche il loro utilizzo, però può configurare maltrattamento punito dall’articolo 544-ter del Codice penale.

Lo chiarisce una nota del Ministero della Salute che, precisando che al fine di garantire il benessere degli animali e il rispetto della normativain primis la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia che vieta l’impiego di metodi e strumenti che provochino ferite o dolori, sofferenze e angosce - l’utilizzo di collari acustici che possono raggiungere le intensità e frequenze rispettivamente di 100-130 dB SPL e di 2000-3000 Hz non è consentito.

La nota si basa sul parere del Centro di referenza nazionale per il benessere animale, secondo cui i dati raccolti consentono di esprimere la ragionevole ipotesi di potenziale danno per l’udito del cane a seguito di emissioni acustiche superiori ai 100 dB SPL, soprattutto se ripetute in tempi ristretti.

Accogliamo questa nota come un positivo passo in avanti nella tutela degli animali, considerando che ogni strumento operante un condizionamento negativo ha effetti negativi sia sull’apprendimento del cane, sia sul suo stato di benessere e, nei casi più gravi, sulla sua salute.

 

Ilaria Innocenti
Responsabile LAV Animali Familiari