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La Commissione UE chiede conto all'italia sulla proroga all'immissione di specie ittiche invasive

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Ultimo aggiornamento

domenica 19 giugno 2022

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Evi (Europa Verde) e Felicetti (LAV): grazie a nostra interrogazione, la Commissione UE chiede conto all'italia sulla proroga all’immissione di specie ittiche invasive

“Sono molto soddisfatta della risposta della Commissione europea all’interrogazione che ho presentato lo scorso aprile in seguito alla segnalazione della LAV. Nell’interrogazione denuncio un emendamento al Decreto Legge Milleproroghe che consente di aggirare fino al 31 dicembre 2023 il divieto di immissione di specie ittiche esotiche nelle acque interne” - dichiara l’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce di Europa Verde, che prosegue:  

“Un emendamento inaccettabile, in quanto produrrà gravi impatti sull’ambiente, provocando chiare alterazioni della biodiversità e degli ecosistemi, legate alla massiccia immissione di specie ittiche esotiche e potenzialmente invasive. In virtù della procedura di infrazione già rivolta all’Italia per non aver applicato correttamente il Regolamento UE n. 1143/2014, volto a prevenire l’introduzione di specie esotiche invasive, abbiamo chiesto alla Commissione di far luce su questa ulteriore violazione del Regolamento. La risposta di Sinkevicius non si è fatta attendere ed è un punto importantissimo a nostro favore, in quanto ringrazia per aver sollevato la questione e ci informa di averla sottoposta alle autorità italiane.   

“Con questa iniziativa abbiamo inchiodato le autorità italiane alle loro responsabilità, obbligandole a presentare una giustificazione alla Commissione” - aggiunge Evi, che ringrazia l’associazione LAV, per aver sollevato per prima la questione.   
  
Una risposta determinante anche per Gianluca Felicetti, Presidente LAV, che aggiunge: “Grazie a questa interrogazione, dopo il consueto silenzio del Ministero della Transizione Ecologica Cingolani, la Commissione di Bruxelles si è mossa, e finalmente il Governo dovrà rispondere. Fondamentale è aver innescato un processo di controllo su una norma che causa danni sia alla fauna autoctona che a quella allevata e immessa in ambiente, come trote fario atlantiche, trote iridee, coregoni e salmerini alpini, solo per far contenti i pescatori della domenica”.   
  
“È evidente che, emanando continuamente deroghe legislative in chiara contraddizione con la normativa europea, l’Italia vada in tutt’altra direzione rispetto al percorso intrapreso dall’Europa. È ora di far luce su queste continue scappatoie” - conclude Evi.