Home | Notizie | Pecora uccisa a calci e bastonate a Arco (Trento): condannato il colpevole

Pecora uccisa a calci e bastonate a Arco (Trento): condannato il colpevole

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 15 aprile 2015

Condividi

Il Tribunale di Rovereto (Trento), ha condannato un pastore di Arco alla pena pecuniaria di 5.000 euro, per maltrattamento di animali con l’aggravante della morte.

Il pastore era stato denunciato dalla LAV nel 2013, in relazione al ritrovamento di una pecora morta a causa delle bastonate e delle percosse ricevute. A sottolineare la gravità dell’accaduto, la decisione del Giudice di disporre la conversione della pena pecuniaria in pena detentiva, qualora  il condannato non dovesse pagare.

L’episodio, di incredibile efferatezza, era avvenuto nel marzo del 2013 quando alcuni volontari della LAV, in seguito ad una telefonata anonima, avevano trovato una pecora morta dopo una lunga agonia, con le orecchie recise, dalle quali erano stati tolti i marchi auricolari attestanti le generalità e la proprietà dell'animale. Sul luogo, un campo in Via Goito, erano accorsi anche i Carabinieri, il veterinario di turno dell'Azienda Sanitaria Provinciale e i Vigili del Fuoco, per gli accertamenti e permettere l'esame del corpo dell'animale, grazie ai quali la sede nazionale della LAV ha potuto sostenere la denuncia per violazione dell'articolo 544 ter del Codice penale.

«Siamo molto soddisfatti per la punizione del responsabile di questo terribile gesto, anche se nulla potrà ripagare le sofferenze patite dal povero animale, percosso, ucciso e mutilatodichiara  Simone Stefani, Responsabile della LAV per il Trentino –  a tale proposito, le foto scattate la sera del ritrovamento erano drammaticamente eloquenti e furono diffuse affinché costituissero un monito sia per l’esecutore materiale del fatto, che per il proprietario degli animali, che insultò e minacciò i volontari LAV, anche in presenza delle Forze dell'ordine. Una vicenda che giunge finalmente a termine, con una sentenza di condanna, aggravata dalla previsione della pena detentiva in caso di mancato pagamento della sanzione disposta e che rappresenta un segnale forte e chiaro, per gli autori di reati contro gli animali».

Barbara Paladini