La selezione di razza è una scelta che implica che molti animali nascano destinati a visite veterinarie continue, a interventi chirurgici e a condizioni di sofferenza cronica.
Di fronte alla notizia della morte di Roscoe, il bulldog di Lewis Hamilton, esprimiamo vicinanza al campione per il dolore che sta vivendo. È evidente quanto Roscoe fosse un vero compagno di vita: presente in molti momenti importanti, fino alla fine, quando Hamilton ha scelto di stargli accanto, prendendo la decisione – dolorosissima – di lasciarlo andare tra le sue braccia. In questi istanti si percepisce quanto forte fosse il legame, quanto profonda la responsabilità affettiva.
Questo triste episodio offre anche un’occasione per una riflessione seria sulle condizioni in cui vivono molti cani di razza, in particolare quelli brachicefali come i bulldog. I bulldog inglesi e francesi sono stati selezionati per caratteri estetici estremi: testa larga, muso molto corto, narici strette, palato molle allungato, trachea ipoplasica. Tali caratteristiche fisiche, pur ricercate per l’apparenza, comportano fin dalla nascita problemi respiratori, difficoltà a regolare la temperatura corporea, russamenti intensi, affaticamento anche in brevi sforzi, rischio di infezioni, disturbi oculari e cutanei.
Studi clinici confermano che nella razza brachicefala la sindrome delle vie aeree ostruttive (BOAS – Brachycephalic Obstructive Airway Syndrome) è una condizione gravissima che deteriora la qualità della vita, spesso ignorata fino a quando non diventa emergenza.
Nel libro “Che razza di bastardo. Cani, gatti e maltrattamento genetico. Un passo verso l’adozione consapevole”, il medico veterinario Massimo Raviola evidenzia come la selezione di razze di cane e gatto, basata su criteri estetici piuttosto che sul benessere, abbia portato a difetti congeniti per decine e decine di patologie: animali geneticamente più deboli, fragili, più soggetti a soffrire. Roscoe, come molti bulldog, probabilmente ha convissuto con limitazioni ben più profonde di quanto si possa vedere nelle immagini o post sociali – respirare non è per questi cani un gesto semplice, ma spesso un’impresa, fin dall’inizio della loro vita.
In ambito europeo, le associazioni che fanno parte di Eurogroup for Animals, tra cui noi di LAV, stanno lavorando con determinazione affinché il nuovo Regolamento sul benessere e la tracciabilità dei cani e dei gatti includa un divieto esplicito di allevamento di razze con conformazioni estreme, che compromettono seriamente la salute e il benessere degli animali. Le proposte avanzate sottolineano la necessità di vietare l’uso in riproduzione di soggetti portatori di tratti dannosi, e di impedire che animali con caratteristiche fisiche patologiche possano essere esposti in concorsi o competizioni.
Il Parlamento europeo ha già approvato emendamenti in questa direzione, ma il testo definitivo del Regolamento non è ancora stato pubblicato: restano quindi cruciali l’impegno e la pressione delle associazioni per assicurare che queste misure innovative vengano realmente incluse nella versione finale.
La selezione di razza non è dunque un dettaglio “di stile”, ma una scelta che implica che molti animali nascano destinati a visite veterinarie continue, a interventi talvolta chirurgici, a condizioni croniche, a fatiche respiratorie, a rischi aumentati di malessere quotidiano. La vita normale per questi animali spesso richiede un’attenzione costante, un ambiente controllato, sollievo per il caldo, gestione del peso, interventi preventivi che per altri cani non sarebbero necessari.
Accanto a questo, riteniamo fondamentale ricordare che il modo migliore per arricchire la propria vita con un compagno a quattro zampe è considerare l’adozione: la vita non si compra. Ogni volta che scegliamo di acquistare un cane di razza, di fatto sosteniamo un sistema che incentiva allevamenti, selezioni genetiche anche estreme, che spesso comportano sofferenza genetica. Nel contempo, migliaia di cani aspettano nei rifugi e nei canili una casa, una persona che li ami per ciò che sono, non per il pedigree. Promuovere le adozioni significa offrire una seconda possibilità, salvare vite, dare amore a chi vive recluso senza colpe.
E’ necessario cambiare il paradigma secondo il quale la bellezza di un animale risiede in caratteristiche fisiche modificate dall’uomo per soddisfare gusti estetici o trend e scegliere il cane o il gatto con cui si condividerà la vita nello stesso modo in cui si sceglie un amico, per affinità caratteriali e feeling reciproco.