Siamo intervenuti con un contributo scritto.
La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulla Proposta di Regolamento europeo che aggiorna i requisiti sanitari per i movimenti non commerciali di cani, gatti e furetti all'interno dell'Unione europea e in ingresso da Paesi terzi.
Una revisione fondamentale, perché oggi molte attività di traffico illegale di cuccioli avvengono proprio mascherando operazioni commerciali come “spostamenti familiari”.
Pur mantenendo sostanzialmente il contenuto del Regolamento (UE) 576/2013, la proposta introduce miglioramenti:
Per raggiungere pienamente l'obiettivo di contrastare il commercio illegale di animali domestici, tuttavia, rimane necessario prevedere regole più stringenti.
Abbiamo inviato il nostro contributo scritto alla Commissione, un lavoro svolto in parallelo con Eurogroup for Animals, l'associazione che riunisce le principali associazioni nazionali animaliste europee e di cui facciamo parte. Insieme stiamo chiedendo un sistema più sicuro, trasparente e capace di contrastare davvero i traffici illegali.
La proposta di Regolamento non migliora le regole sull'identificazione degli animali, permettendo ancora l'uso di microchip che non sono leggibili da tutti i lettori standard. Proponiamo quindi di:
In molti Paesi europei arrivano cuccioli infetti da malattie facilmente prevenibili. È indispensabile estendere le vaccinazioni obbligatorie anche ad altre patologie trasmissibili come parvovirosi e cimurro, non solo limitarle a rabbia e in alcuni casi a echinococco, come previsto attualmente dalla proposta di regolamento della Commissione.
Per gli animali sotto i tre mesi e non vaccinati contro la rabbia, l'autorizzazione al movimento deve spettare solo alle autorità veterinarie, eliminando le autodichiarazioni dei proprietari sul contatto con animali a rischio.
Il testo della Proposta di regolamento prevede che un animale possa essere accompagnato da più passaporti: una falla enorme, perché facilita sostituzioni, falsificazioni e il cosiddetto “riciclaggio di cuccioli”.
Chiediamo una regola semplice e chiara: un animale = un solo passaporto, con annullamento formale dei precedenti.
La validità di sei mesi dei certificati sanitari per animali provenienti da Paesi terzi, così come prevista dall'articolo 18 della Proposta, è troppo lunga e rischia di favorire movimenti commerciali non dichiarati. LAV propone una durata più breve e l'obbligo di conservare tali documenti per almeno tre anni, così da garantire la tracciabilità del primo ingresso e prevenire rivendite illegali.
Nel nostro contributo abbiamo chiesto un maggiore utilizzo di sistemi digitali, analisi dei dati e intelligenza artificiale per riconoscere schemi sospetti: dichiarazioni ripetute dagli stessi soggetti, movimenti sempre sottosoglia, certificati anomali.
La revisione di questo regolamento è collegata anche al futuro regolamento europeo sul benessere di cani e gatti e la loro tracciabilità. Per questo, insieme a Eurogroup for Animals, continueremo a seguire da vicino l'iter e a portare la voce degli animali presso le istituzioni europee.