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Basta uccisioni: animali selvatici non siano capro espiatorio di errori umani!

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Ultimo aggiornamento

giovedì 08 novembre 2018

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Dopo anni di guerra aperta ad animali selvatici come nutrie, volpi, istrici, gambero rosso, ritenuti responsabili di danni al territorio e alle colture, sono i risultati a parlare: nessun problema è stato risolto, moltissimi animali sono stati uccisi.

E se i tentativi di eradicazione non hanno risolto il problema, le cause, evidentemente, vanno ricercate altrove.

Il 10 novembre a Bomporto (Modena), con l’aiuto di tecnici di aree diverse, insieme ad altre associazioni approfondiremo il tema del delicato rapporto tra “Animali selvatici e attività umane”, con un’attenzione particolare al dissesto idrogeologico, argomento di stringente attualità che si lega alla sicurezza dei cittadini e alla gestione della spesa pubblica.

La sicurezza del territorio sta assumendo, in questi ultimi anni, il carattere di una grande sfida che attende il nostro futuro e che ha già avuto l’occasione di palesarsi in molte occasioni nelle quali è stato pagato un prezzo altissimo in termini di devastazioni ambientali. Oramai non è più possibile parlare di “stato emergenziale”, gli eventi atmosferici estremi stanno entrando a far parte di una gestione ordinaria del territorio. Per questo motivo non è più tempo di utilizzare gli animali quale capro espiatorio di una mala gestione dei fondi pubblici che ha determinato negli anni un enorme spreco di risorse senza peraltro giungere a soluzioni definitive.

Una nuova modalità di rapporto tra uomini e animali selvatici su ogni territorio è possibile, attraverso una coesistenza pacifica che assicuri la tutela di ogni vita animale, nel rispetto delle attività umane, grazie anche ad una corretta gestione delle risorse pubbliche.

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LE NUTRIE TRA MITO E REALTÀ