Home | Notizie | Cavalli: 'L'Ardia' di Sedilo (OR), emblematica contraddizione tra norme e prassi locali tollerate

Cavalli: 'L'Ardia' di Sedilo (OR), emblematica contraddizione tra norme e prassi locali tollerate

Continua a svolgersi in un contesto che appare incompatibile con
i principi di sicurezza e tutela imposti dalla Legge.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

giovedì 10 luglio 2025

Topic

#cavalli
Equidi

Condividi

Manifestazione incompatibile con i criteri di sicurezza previsti dal DPCM.

L'Ardia di Sedilo, manifestazione popolare che si tiene ogni anno in Sardegna, rappresenta un caso emblematico di contraddizione tra norme esistenti e prassi locali tollerate.

Nonostante l'apparato normativo vigente disciplini con precisione le condizioni per lo svolgimento di manifestazioni popolari con equidi al di fuori degli impianti autorizzati, questa manifestazione continua a svolgersi in un contesto che appare incompatibile con i principi di sicurezza e tutela imposti dalla legge.

La normativa di riferimento, oggi rappresentata dal DPCM dell'8 gennaio 2025, e precedentemente dalle ordinanze del Ministero della Salute, stabilisce requisiti minimi inderogabili, tra cui:

  • l'adeguatezza del tracciato,
  • l'assenza di elementi pericolosi,
  • l'idoneità del fondo,
  • la presenza di barriere fisiche di protezione,
  • l'obbligo di dispositivi di sicurezza per le persone,
  • il presidio medico-veterinario.

Tali condizioni non sono suggerimenti, ma presupposti essenziali per garantire la legalità dell'evento.

L'Ardia si svolge invece:

  • su un terreno sterrato, ripido, con tratti in discesa su fondo irregolare e privo di ammortizzazione,
  • in un contesto ambientale altamente caotico e non controllabile,
  • con esplosioni di fucili a salve lungo tutto il percorso,
  • alla presenza ravvicinata di pubblico in tratti angusti e architettonicamente inadatti. Il percorso include infatti passaggi sotto archi in pietra e restringimenti che non consentono vie di fuga né per gli animali né per i cavalieri.

In più occasioni si sono verificate rovinose cadute di cavalli, che hanno evidenziato non solo l'estrema pericolosità del contesto, ma anche l'inefficacia dei presunti dispositivi di sicurezza messi in campo. A fronte di tutto ciò, appare inconcepibile che tale evento venga regolarmente autorizzato, nonostante la documentazione disponibile confermi la mancata aderenza a requisiti strutturali, veterinari e ambientali minimi.

LA SICUREZZA DEGLI EQUIDI DEVE ESSERE GARANTITA
L'ordinamento giuridico nazionale e i principi costituzionali, che tutelano anche gli animali come esseri senzienti, impongono che la sicurezza degli equidi venga garantita in ogni manifestazione pubblica. Non vi è spazio per deroghe fondate su presunti valori identitari o su rivendicazioni folkloristiche. Ancor meno se tali tradizioni si traducono sistematicamente in condizioni di stress, pericolo e sofferenza per gli animali coinvolti. Le amministrazioni che autorizzano manifestazioni come l'Ardia si assumono una responsabilità diretta, sia sul piano amministrativo che, potenzialmente, su quello civile o penale in caso di incidenti prevedibili e prevenibili. È doveroso ricordare che la normativa non ammette eccezioni in nome della cultura: il rispetto delle condizioni di sicurezza non è negoziabile. Non è tollerabile che, in nome della “tradizione”, si autorizzino manifestazioni che mettono a rischio la vita e l'integrità di esseri viventi.

LE USANZE LOCALI NON GIUSTIFICANO LA SOSPENSIONE DEL DIRITTO
La gestione dell'Ardia di Sedilo solleva quindi una questione più ampia e gravissima: se uno Stato promulga norme finalizzate alla tutela e alla prevenzione dei rischi, come può poi permettere che proprio le manifestazioni meno compatibili con quei requisiti vengano sistematicamente autorizzate, legittimate, perfino celebrate? Il mantenimento di usanze locali non può giustificare la sospensione del diritto. È compito delle istituzioni, centrali e territoriali, garantire l'applicazione uniforme delle regole e tutelare il principio della legalità. Qualora non sia possibile adeguare una manifestazione a condizioni minime di sicurezza, quella manifestazione deve essere sospesa, senza ambiguità.

L'Ardia di Sedilo, per come è strutturata, con la sua insita pericolosità, la totale impossibilità di garantire un fondo tecnico idoneo, l'assenza di barriere efficaci, la vicinanza del pubblico e l'uso di esplosivi a pochi metri dai cavalli lanciati al galoppo in discesa, rappresenta un esempio evidente di ciò che non dovrebbe più trovare spazio nel nostro ordinamento.

Non vi è alcun margine interpretativo o discrezionale che possa giustificare la sua autorizzazione: è una manifestazione incompatibile con i criteri di sicurezza previsti dal DPCM. Piuttosto che cercare deroghe o giustificazioni posticce, le autorità dovrebbero porsi una domanda semplice e doverosa: come è ancora possibile autorizzare una simile pratica, alla luce delle normative vigenti e del più elementare buon senso? La risposta, se fondata sul diritto e sulla responsabilità pubblica, non può che essere una sola: non è possibile.

E va fermata.

Nadia Zurlo - Responsabile Nazionale LAV Area Equidi