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COVID-19 e animali selvatici: abbiamo scritto all'Ambasciatore cinese in Italia

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 04 marzo 2020

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A seguito dell’epidemia di coronavirus (Covid-19) che ha già causato migliaia di vittime in Cina e nel mondo, il Comitato permanente del Congresso nazionale cinese ha emesso un divieto assoluto di mangiare animali selvatici, con effetto immediato, e sino a modifica della legge sulla protezione della fauna selvatica in Cina.

Il divieto in questione tuttavia, esclude molte specie selvatiche che in Cina sono classificate come “animali da reddito”, come per esempio tutte le specie allevate per la produzione di pellicce: visone, volpe, cane procione ...

Alcune delle 54 specie animali per le quali ancora oggi in Cina è consentito l’allevamento per scopi commerciali, alimentari, produzione pellicce, medicina tradizionale, etc… sono già state implicate nella trasmissione del coronavirus all’uomo (per passaggio diretto o come vettori).

Approfittando dunque della possibile revisione della legge sulla protezione della fauna selvatica in Cina, insieme al network Fur Free Alliance e alla nostra partner ACTAsia stiamo facendo pressioni sulle Autorità cinesi per chiedere di vietare:

  • l’allevamento di animali selvatici a fini commerciali,
  • l’uso e il commercio di animali selvatici e prodotti derivati,
  • il consumo di animali selvatici ed i mercati di animali selvatici.

Auspichiamo inoltre che le autorità cinesi prendano provvedimenti per vietare anche il consumo di animali “domestici”.  

LETTERA LAV

Photo credits: Jo-Anne McArthur / #MakeFurHistory