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Covid-19, Sabrina Giannini: criminale non preservare animali e ambiente

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Ultimo aggiornamento

martedì 07 aprile 2020

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L'attuale pandemia Covid-19 che preoccupa il mondo è la conseguenza di scelte alimentari globali e di un rapporto distorto con la natura. E mentre c'è chi sfacciatamente nega, ancora oggi, l'impatto negativo degli allevamenti sull'ambiente, gli animali e la salute - a difesa di interessi di parte - appare sempre più evidente che abbiamo una sola via d'uscita: cambiare stile di vita, imparando a rispettare gli equilibri naturali. Ne abbiamo parlato con Sabrina Giannini, giornalista tra le più brillanti e indipendenti del panorama televisivo e con la quale LAV collabora da tempo. Sabrina è stata per anni una firma di punta di Report e in queste settimane è in onda (Raitre) con la nuova edizione di Indovina chi viene a cena, trasmissione d'inchiesta con approfondimenti in tema di salute, animali e ambiente. La rivoluzione nel piatto, edito da Sperling&Kupfer, è il suo libro più recente che ripercorre aspetti chiave dei suoi reportage.

L'alimentazione industrializzata ha favorito l'accesso al cibo con varietà di prodotti, ma i consumatori hanno informazioni sufficienti per scegliere in modo responsabile?

Assolutamente no. L'origine degli ingredienti (es. pensiamo all'olio di palma) e l'etichettatura sono spesso volutamente occultati e questo è un vulnus dell'economia dei consumi. Viviamo in una società basata sui consumi, e l'alimentazione è una delle più grandi economie del mondo, intorno alla quale agiscono potenti lobby (anche dichiarate) molto attive a livello europeo, meno a livello nazionale. Quindi c'è un grande problema di democrazia globale perchè i consumatori non sanno esattamente cosa c'è dietro un prodotto, mentre le lobby usano la pubblicità per tenere in pugno gli editori. Da qui l'importanza di rendere un servizio informativo pubblico, al servizio dell'interesse pubblico. E la salute, l'ambiente, l'informazione sono interessi primari. Da una parte ci sono i gruppi di potere che non vogliono rendere i consumatori informati, dall'altra parte ci sono i consumatori che non sempre vogliono essere consapevoli perchè questo comporta fare delle rinunce, cambiare abitudini, stile di vita, alimentazione.

Quali sono le realtà più sconvolgenti che hai documentato?

Sicuramente gli allevamenti intensivi, i macelli, i mercati di animali vivi (anche di cani e gatti). E' stato sconvolgente vedere gli allevamenti di orsi: li ho visti ingabbiati, in Vietnam, e mi sono vergognata di appartenere al genere umano. Provo compassione per questi animali, molte volte ho visto nei loro occhi la sofferenza. Ma sono i consumatori che mi fanno rabbia perchè spesso non sono interessati a conoscere la realtà degli allevamenti intensivi: al momento della scelta d'acquisto si dissociano perchè le pressioni del marketing sono fortissime. Inoltre, siamo ancora condizionati da vecchi retaggi culturali, come quello della necessità della carne. Gli allevamenti intensivi sono una incredibile forzatura della natura, altrimenti non si capisce perchè si ricorra in modo massiccio all'uso di farmaci e antibiotici.

Occorre capire che siamo parte della natura e che stiamo spezzando gli equilibri naturali perchè crediamo di essere i padroni del modo. In 70 anni abbiamo alterato tutto, abbiamo abbattuto le foreste, cacciato le specie selvatiche, le poche superstiti sono in prossimità di allevamenti che sono dei veri e propri serbatoi di virus e batteri resistenti. Il Covid-19 è solo tra le più recenti minacce sanitarie ma vi sono altri pericoli, che potrebbero essere perfino di portata più grave: la febbre suina, ad esempio, non è stata affatto eradicata e io nella mia trasmissione ho documentato quel che accade in Cina (dove c'è un boom dei consumi di carne di maiale) ovvero l'orrore dei maiali bruciati vivi per  arginare la peste. Se la febbre suina dovesse mutare, potrebbe diventare molto più letale di altri virus. Alterare la biodiversità significa alterare gli equilibri e compromettere la nostra esistenza.

Siamo in piena emergenza sanitaria e climatica: la generazione di Greta ci salverà? Oppure lo faranno le istituzioni e i produttori?

L'umanità è su una china estremamente pericolosa, siamo in una crisi climatica i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. Ora si aggiunge anche la pandemia: la mia previsione non è rosea, purtroppo. Passata questa emergenza ci saranno altre priorità come la ripresa economica, e le lobby eserciteranno enormi pressioni a difesa dei loro interessi. Questo è ciò che è sempre accaduto, mentre oggi più che mai chi Governa dovrebbe avere il dovere di anteporre la tutela dell'ambiente, la salute pubblica, la difesa del clima, tra le priorità attraverso politiche rigorose e lungimiranti. Il messaggio che la natura ci sta dando è inequivocabile, ignorarlo è criminale. Ma il cambiamento è nelle mani di chi ci Governa e dei cittadini che scelgono e che votano i loro rappresentanti.

Quale consiglio daresti a noi, per riuscire a rendere più consapevoli i consumatori?

Occorre continuare a responsabilizzare le persone, continuare a pretendere un nuovo modello di sviluppo basato su un rapporto equilibrato con la natura e tutti devono fare la loro parte. Occorre continuare a rivendicare la bontà delle nostre ragioni e ricordare che lo facciamo ormai da alcuni decenni, voi come Associazione, convincere chi è al potere a pensare alle nuove generazioni o non ci sarà futuro e questo aspetto deve diventare determinante nelle scelte di voto. Se non matura un profondo cambio di passo, potremo avere messo a punto un nuovo vaccino contro il Coronavirus, ma purtroppo non avremo cambiato le condizioni di rischio insiste in un sistema produttivo che non rispetta gli equilibri naturali.

intervista di Maria Falvo