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COVID-19 e visoni: accertata diffusione in allevamenti olandesi. Vietarli subito!

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 03 giugno 2020

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Il Governo olandese ha ordinato l'abbattimento di migliaia di visoni in 9 allevamenti di animali per la produzione di pellicce, a cominciare da venerdì di questa settimana, a seguito del parere di due team tecnico scientifici (composti da veterinari ed esperti di malattie infettive e gestione delle zoonosi - le malattie tramesse dagli animali all’uomo) che hanno riconosciuto che i visoni potrebbero fungere da serbatoi per il virus SARS- COV-2, permettendogli di rimanere in circolazione per lungo tempo.

Il Governo olandese sta altresì valutando se e come sostenere la chiusura volontaria anticipata di tutti gli allevamenti, prima della scadenza del 2024 (l’Olanda aveva già approvato nel 2013 il divieto all’allevamento di animali per la produzione di pellicce; divieto che diventerà effettivo solo nel 2024 e che, di fatto, vede ancora attive 128 strutture).

Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance, ha dichiarato: “Gli allevamenti di visoni non sono molto diversi dai mercati di animali selvatici attualmente al centro delle preoccupazioni globali. Oltre ad essere una pratica crudele, il rischio di diffusione di nuove malattie emergenti e, nello specifico, il fatto che gli allevamenti di visone possano fungere da serbatoio per i coronavirus, sono ulteriori motivazioni per vietare definitivamente questi allevamenti”.

Insieme ad Essere Animali esprimiamo la nostra preoccupazione anche per i visoni presenti negli allevamenti italiani. 
 

Facciamo appello al Governo italiano perché adotti misure immediate, inserendo il divieto di allevamento di animali "da pelliccia" nella conversione del Decreto Legge “Rilancio” in corso in questi giorni, come misura sanitaria urgente a tutela di tutti, oltre che per i motivi etici che sosteniamo da sempre.

Chiediamo inoltre la messa in sicurezza sanitaria degli animali e di evitarne l’abbattimento, al quale vengono destinati in circa 150.000 ogni anno nei 13 allevamenti che risultano ancora attivi in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna ed Abruzzo.

Un appello, quello del divieto di allevamento, che ribadiamo anche nel nostro Manifesto “Non torniamo come prima”, per agire sulle cause della pandemia ed evitarne di future, in cui l’associazione – tra le altre cose - chiede di fermare i mercati, le fiere, l’uso e l’uccisione degli animali selvatici ed esotici, dicendo basta a caccia, catture e riproduzione di animali per farne cibo, spettacolo, pelli e pellicce a partire dall’Italia e nel resto del mondo

ADERISCI

IL CASO ITALIANO DI “VILLADOSE”: ALLEVAMENTO CHIUSO DIETRO NOSTRO RICORSO
 
IL CASO OLANDESE: APPROFONDIMENTO
 
  • 26 aprile: SARS-CoV-2 identificato in 2 allevamenti di visoni nei Paesi Bassi.
  • 9 maggio: SARS-CoV-2 trovato in altri 2 allevamenti di visoni e in particelle di polvere nei fienili e nell’aria internamente agli allevamenti.
  • 19 maggio: il primo operatore in un allevamento di visoni ha contratto il COVID-19; Il ministro conferma che lo screening obbligatorio è esteso a tutte le aziende agricole di visoni nei Paesi Bassi.
  • 20 maggio: il Ministro olandese dell'Agricoltura Carola Schouten comunica al Parlamento che è probabile che il visone infetto da SARS-CoV-2 abbia trasmesso il virus a un lavoratore.
  • 25 maggio: un secondo lavoratore contrae COVID-19, il Ministro conferma che la trasmissione dal visone all'uomo è ora "estremamente probabile".
  • 28 maggio: i ministri confermano che è in corso lo screening obbligatorio di tutti gli allevamenti di visoni olandesi.
  • 1 giugno: SARS-Cov-2 trovato in altri 3 allevamenti di visone, con un quarto caso confermato il 3 giugno che ha portato il totale a 9 allevamenti.
  • Il 3 giugno i Ministri olandesi pubblicano il rapporto finale che conferma che gli animali negli allevamenti infetti verranno abbattuti, una misura adottata "nell'interesse sia della salute pubblica che della salute degli animali".