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Crotone: fermato a Cirò Marina dalla Guardia di Finanza il trasporto di 11 tonni

Nonostante il blocco della pesca per il tonno rosso, continuano i casi di pesca illegale. Specie a rischio di sopravvivenza, servono maggiori tutele e controlli.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 07 novembre 2025

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Il tonno rosso è esposto a gravi minacce

Un furgone carico di 11 tonni da immettere sul mercato in violazione delle norme vigenti è stato fermato a Cirò Marina dalla Guardia di Finanza, che ha elevato una sanzione amministrativa di 2.600 euro al conducente per violazione del D. Lgs. 4/2012 e ha sequestrato il pesce, poi donato in beneficenza.

Il tonno rosso è un simbolo del Mediterraneo. Nelle nostre acque svolge un ruolo ecologico cruciale, perché, in quanto predatore, la sua presenza contribuisce a mantenere l'equilibrio delle specie ittiche e la salute degli ecosistemi

Per questo motivo è una specie protetta, ma la sua presenza si è molto ridotta a causa della pesca eccessiva e della pesca funzionale ad avere animali da ingrassare negli allevamenti di tonno, strutture sempre più presenti nel Mediterraneo per il grande commercio con l’Asia: negli allevamenti in mare, infatti, il tonno viene catturato in natura, per essere poi fatto ingrassare prima dell’uccisione e la vendita in Paesi terzi, soprattutto Giappone.

Per questo motivo, da diversi anni il tonno rosso è esposto a gravi minacce che ne mettono a rischio la sopravvivenza. 

La sua cattura è quindi regolamentata da normative molto rigide, che prevedono limiti di cattura stabiliti da accordi internazionali come l’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas), oltre al rispetto di quote di pesca, taglie minime e periodi di fermo biologico

Le quote di pesca assegnate ai Compartimenti Marittimi dello Ionio e del Tirreno per l’anno in corso sono già state raggiunte e dunque il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha disposto il divieto di qualsiasi tipo di attività legata al tonno rosso: la pesca, ma anche lo sbarco, il trasbordo e la commercializzazione.

È proprio in queste fasi che la pesca illegale si insinua maggiormente, contribuendo alla noncurante attività umana di prosciugamento degli oceani, pur di dare risposta ad una domanda insostenibile di consumo di pesce.

Secondo la FAO, nel Mediterraneo e nel Mar Nero il 65% di pesca non è “sostenibile” e, per quanto riguarda il tonno, sebbene alcuni studi segnalino una stabilizzazione delle popolazioni in alcune aree del Mediterraneo e dell’Atlantico, le attuali quote di pesca restano troppo elevate per assicurare una reale stabilità della specie. A questo si aggiunge il problema della pesca illegale, che rappresenta un serio ostacolo all’efficacia delle misure di conservazione, aggravato dall’insufficienza dei controlli

LAV ribadisce l’importanza di controlli in materia di Polizia Ittica e Marittima e si impegna alla fondamentale tutela di tutti gli animali acquatici, allevati, pescati e uccisi a miliardi ogni anno, più di qualsiasi altra specie terrestre macellata per produrre cibo.