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Delfinario di Rimini, interrogazione parlamentare: rispettare decreto chiusura

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Ultimo aggiornamento

giovedì 22 maggio 2014

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“Se si aggira il Decreto ministeriale di chiusura del delfinario di Rimini saremo a rischio di sanzioni economiche per violazione della Direttiva europea”, sostengono Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico, e Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti, delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, della Giustizia Andrea Orlando.

“Quali iniziative intende intraprendere il Governo al fine di far rispettare il Decreto ministeriale di chiusura del Delfinario di Rimini ed evitarne l’elusione anche al fine di non incorrere in procedure di infrazione per la disapplicazione della normativa comunitaria sugli zoo che costerebbero centinaia di migliaia di euro ai cittadini?”. E’ la richiesta bipartisan formulata con una doppia interrogazione delle parlamentari che ai Ministri scrivono che da parte della proprietà del Delfinario è stata prospettata l’ipotesi che il Sindaco di Rimini, Gnassi, possa autorizzare la detenzione di specie animali diverse dai delfini in quanto “spettacolo viaggiante”.

Il Delfinario di Rimini è tutto fuorché uno spettacolo “viaggiante” e vista la sua domanda di riconoscimento come giardino zoologico, poi respinta dal Ministro dell’Ambiente, la struttura aveva riconosciuto esplicitamente di esserlo e non può quindi adesso richiedere di  classificarsi, invece, come “spettacolo viaggiante” nella speranza di  aggirare l’esecuzione di un decreto ministeriale. Il Decreto Legislativo 73 del 2005 inoltre, prevede una serie di obblighi inderogabili per tutte le strutture di detenzione ed esposizione di animali aperte al pubblico, anche ai fini della sicurezza dei visitatori, e il Delfinario di Rimini non è autorizzato a detenere ed esporre animali a causa delle sue carenze strutturali e gestionali.

Inoltre, l’articolo 2 del Decreto Legislativo recita che per giardino zoologico “si intende qualsiasi struttura pubblica o privata, avente carattere permanente e territorialmente  stabile,  aperta  ed  amministrata  per il pubblico almeno sette giorni all'anno, che esponga e mantenga animali vivi di specie selvatiche, anche nate ed allevate in cattività” e nelle esenzioni elencate dallo stesso articolo non figura quella di “spettacolo viaggiante.

Le parlamentari, che sostengono la battaglia di cittadini e associazioni animaliste per la chiusura delle prigioni-spettacolo di animali, ripercorrono le precedenti tappe della vicenda.

“Il Ministro dell’Ambiente ha disposto con Decreto la chiusura del Delfinario di Rimini, dopo avergli negato la licenza di giardino zoologico per mancanza dei necessari requisiti d’idoneità e di gravissime carenze nelle strutture, oltre che nella gestione degli animali; ora tale chiusura è obbligatoria e pone un divieto di esposizione di animali al pubblico. Il Delfinario di Rimini  ha detenuto per moltissimi anni  diversi delfini non ottemperando alla legislazione vigente (Decreto Legislativo 73/2005 di recepimento della Direttiva europea 1999/22 e Decreto Ministeriale 469/2001) tanto che nel settembre del 2013 il Corpo Forestale dello Stato, su intervento della Magistratura, con  una misura di  sequestro preventivo poi confermato fino alla Corte di Cassazione, ha trasferito i delfini accertando gravi criticità che compromettevano il benessere degli stessi; un procedimento penale a carico della proprietà del Delfinario di Rimini e altri soggetti è attualmente in corso”.

Barbara Paladini