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Pellicce, ancora violenze in allevamenti UE. Italia approvi divieto nazionale allevamento

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Ultimo aggiornamento

lunedì 24 novembre 2014

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Volpi in strutture fatiscenti, cuccioli esposti alle intemperie e senza alcuna possibilità di poter mettere in pratica comportamenti naturali. La denuncia arriva dall’Est Europa, precisamente dal piccolo borgo di Karjaküla nel nord dell’Estonia e affacciato sul Golfo di Finlandia.

Un luogo probabilmente di incantevole bellezza per molti turisti, che rappresenta invece un vero inferno per le migliaia di volpi (e i loro cuccioli) allevati per la produzione di pellicce, ripresi nella video-denuncia di Loomade Nimel (In nome degli animali), associazione estone partner, come noi della LAV, della Fur Free Alliance.

Sulla base della documentazione video-fotografica, recentemente trasmessa anche dalla televisione nazionale estone, Loomade Nimel ha presentato una formale denuncia per le violazioni della normativa nazionale in materia di tutela degli animali in allevamento.

“Ancora una volta è stato dimostrato come le poche regole che in Europa dovrebbero tutelare gli animali in allevamento, compresi quelli per la produzione di pellicce, siano facilmente raggirate causando gravi sofferenze a milioni di animali” – dichiara Simone Pavesi, Responsabile LAV Campagna Pellicce.

Rivolgiamo  quindi un nuovo appello ai Presidenti della Commissione Agricoltura alla Camera, Sani, e della Commissione Sanità al Senato, De Biasi, affinché siano calendarizzati i Disegni di Legge per il bando in Italia degli allevamenti di animali per la produzione di pellicce, presentati da Parlamentari di vari schieramenti.

“In questo scenario le normative nazionali assumono una rilevanza determinante per la sorte di migliaia di animali – prosegue Pavesi – Il Parlamento italiano non può essere ostaggio degli ultimi 20 allevamenti di visoni presenti in Italia. Sono fermi da mesi, infatti, ben 3 Disegni di Legge che potrebbero elevare l’Italia tra i Paesi europei che, sulla base di motivazioni etiche accompagnate anche da palesi evidenze scientifiche, hanno già vietato definitivamente l’allevamento di animali per la produzione di pellicce”.

 

Barbara Paladini

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