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Fur Free Europe: EFSA boccia il sistema di allevamento di animali ‘da pelliccia’

“Non mitigabili o prevenibili le gravi compromissioni di benessere”.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 30 luglio 2025

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#pellicce #furfree
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UE deve dire subito Stop allo sfruttamento degli animali per la produzione di pellicce

L'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), competente per le valutazioni sul benessere degli animali negli allevamenti (inclusi quelli non destinati al consumo alimentare, come le specie per la produzione di pellicce) ha pubblicato il Parere Scientifico commissionato dalla Commissione Europea il 7 dicembre 2023.

Le conclusioni di EFSA sono inequivocabil: l'attuale sistema di allevamento di visoni, volpi, cani procioni e cincillà non rispetta il benessere animale e nessun arricchimento ambientale o introduzione di nuovi parametri strutturali o gestionali può prevenire o mitigare tale condizione.

La Commissione UE dia immediato seguito alle istanze della Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe” per porre definitivamente fine ad una industria cruenta, anacronistica, inutile come quella per la produzione di pellicce!” Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free

La richiesta della Commissione UE era di identificare le conseguenze più rilevanti sul benessere animale per ciascuna specie tipicamente allevata per tale finalità commerciale e di determinare se queste potessero essere prevenute o sostanzialmente mitigate negli attuali sistemi di allevamento.

Con ‘attuale sistema di allevamento' si fa riferimento agli allevamenti di pellicce presenti nel territorio dell'Unione Europea e che rientrano tutti nell'ambito dei protocolli e degli standard industriali noti come “Welfur”, “SagaFurs”, “FurMark”; si tratta delle cosiddette “certificazioni responsabili” ideate dalla stessa industria della pelliccia.

EFSA ha selezionato le principali cause che impattano sul benessere animale (‘welfare consequences', WCs) per tutte le specie, come

  • la limitazione del movimento,
  • l'incapacità di eseguire comportamenti esplorativi o di foraggiamento
  • la sotto-stimolazione e sovra-stimolazione sensoriale.

Le WCs specie-specifiche includono:

  • lesioni dei tessuti molli e danni al tegumento (visone) e stress da manipolazione (visone e volpi)
  • disturbi locomotori (volpe artica)
  • stress di gruppo (volpe rossa)
  • disturbi locomotori e stress da isolamento (cane procione)
  • incapacità di mettere in atto comportamenti di conforto
  • problemi di riposo e stress da predazione (cincillà).

Nella maggior parte dei casi, EFSA conclude che né la prevenzione né la mitigazione sostanziale delle WCs identificate sono possibili nel sistema attuale di allevamento consistente in mere gabbie di rete metallica, anche nella pavimentazione, e di pochi centimetri di superficie.

Le evidenze di EFSA sono già state verificate e confermate anche dai veterinari europei: la FVE, Federazione dei Veterinari Europei (che rappresenta le associazioni veterinarie di 38 paesi) ha partecipato alla consultazione indetta dalla Commissione UE nell'ambito dell'iter pre-legislativo innescato con la ICE “Fur Free Europe” e trasmettendo un documento di esplicito e deciso sostegno alla necessità di vietare in UE l'allevamento e il commercio di pellicce; posizione ampiamente condivisa anche dalla Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani (FNOVI).

La Commissione comunicherà, entro marzo 2026, se ritiene opportuno dare seguito alle istanze della ICE “Fur Free Europe”, tenendo conto del parere dell'EFSA e dei risultati della propria consultazione, nonché del fatto che già molti stati membri, tra cui l'Italia (storico risultato di LAV) hanno già vietato gli allevamenti di pellicce.

Le istanze etiche della maggioranza dei cittadini europei sono ulteriormente avvalorate dalle evidenze scientifiche documentate dall'Agenzia EFSA e, negli anni, testimoniate e verificate dai veterinari di tutta Europa.

La Commissione UE deve urgentemente mettere al bando lo sfruttamento degli animali per la produzione di pellicce vietandone l'allevamento e, per coerenza, il commercio e l'import da paesi terzi.

Timeline “Fur Free Europe”

2022

  (1 gennaio)

In Italia entra in vigore il divieto di allevamento di animali “da pelliccia”, storico traguardo raggiunto dalla LAV con approvazione di specifico emendamento alla Legge di Bilancio approvata pochi giorni prima.

2022

(18 maggio)  LAV, insieme ad Eurogroup for Animals e il supporto di Fur Free Alliance, ha avviato l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “Fur Free Europe”, comparendo per la prima volta come diretta promotrice di una ICE. 
(La ICE è uno strumento di democrazia partecipativa che permette ai cittadini europei di chiedere alla Commissione Europea di proporre nuove leggi su temi di loro interesse. Per avere successo, una ICE deve raggiungere un milione di firme in un anno e superare in almeno sette Stati Membri la soglia nazionale assegnata sulla base della popolazione). 

2023

(1 marzo ) Interrotta la raccolta firme con due mesi e mezzo di anticipo rispetto alla scadenza naturale: Fur Free Europe ha raggiunto 1,5 milioni di firme validate in soli nove mesi e superato la soglia nazionale in 21 Stati Membri.

Con “Fur Free Europe” 1.502.319 cittadini europei stanno chiedendo alla Commissione Europea di:

- vietare l’allevamento di animali per la produzione di pellicce (estendendo quindi a tutta l’Unione in tanti divieti nazionali, Italia inclusa, già vigenti)

- e, per coerenza, vietare il commercio e l’import da paesi terzi di prodotti di pellicceria.

2023

(7 dicembre)  La Commissione Europea ha conferito uno specifico mandato ad EFSA per valutare l’impatto sul “Benessere dei visoni, delle volpi rosse e artiche, dei cani procioni e dei cincillà allevati per la produzione di pellicce”.

2025

(30 luglio ) EFSA ha pubblicato il Parere Scientifico “Welfare of American mink, red and Arctic foxes, raccoon dog and chinchilla kept for fur production” https://doi.org/10.2903/j.efsa.2025.9519