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End the Cage Age: senatori di tutti i partiti si impegnano su dismissione gabbie

Rappresentanti maggioranza e opposizione.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 11 giugno 2025

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“Io scelgo un'Italia senza gabbie.”

Questo è il messaggio lanciato ieri in Senato da rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione che hanno trovato un terreno comune nell'obiettivo di un'Italia in cui nessun animale allevato a scopi alimentari venga più confinato in gabbia.

La conferenza, promossa dalla coalizione End the Cage Age*, “Verso un'agricoltura senza gabbie: scienza, etica e politiche per la transizione”, tenutasi ieri, 10 giugno, presso la Sala Caduti di Nassiriya del Senato, ha rappresentato una testimonianza concreta di quanto il benessere animale e il superamento del crudele e obsoleto sistema dell'allevamento in gabbia siano temi condivisi e trasversali nel panorama politico e sociale.

Un impegno condiviso in modo trasversale da quasi tutti i partiti e che ha incluso l'impegno di passi avanti legislativi come quelli annunciati dal senatore che ha ospitato l'iniziativa in Senato, Stefano Patuanelli (Movimento 5 Stelle), che in apertura della conferenza ha comunicato la messa in cantiere di un disegno di legge per istituire un fondo destinato a facilitare la transizione del settore verso sistemi cage-free.

Un futuro ‘senza gabbie' è possibile se c'è l'impegno di tutti. Oggi ci chiediamo se nel corso degli ultimi anni si è fatto qualcosa: io credo di sì. Soprattutto abbiamo creato un humus parlamentare. Mozioni e ordini del giorno, da sinistra a destra. All'interno di ogni forza politica c'è oggi questo tipo di sensibilità. Il mio impegno è quello di assicurare un sostegno finanziario alla creazione di un fondo, da inserire inizialmente in un disegno di legge, per poi tradurlo in un emendamento alla prossima legge di bilancio. Ci impegneremo su questo ad ogni provvedimento economico del Governo,” ha commentato il senatore Stefano Patuanelli (MoVimento 5 Stelle), promotore dell'evento, a cui ha dato inizio con i saluti istituzionali.

Alla conferenza hanno partecipato Michaela Biancofiore (Noi Moderati), Ilaria Cucchi (AVS), Simona Malpezzi (PD), Manfredi Potenti (Lega), Domenica Spinelli (FDI) e Julia Unterberger (SVP/per le Autonomie).

Secondo Michaela Biancofiore (Noi Moderati) è fondamentale che il settore zootecnico si impegni a riconoscere maggiori tutele agli animali allevati, esseri senzienti capaci di provare dolore: “Come abbiamo aumentato la difesa penale, così è necessario intervenire per un divieto degli allevamenti in gabbia: non si possono trattare gli animali, esseri senzienti, in questo modo. È importante comprendere che gli esseri che vengono mutilati o uccisi hanno un'anima come noi. Gli operatori del settore devono fare uno sforzo: sono comunque disposta a incontrarli per confrontarmi direttamente e lavorare insieme per un cambiamento”.

Cambiamento necessario e soprattutto realizzabile secondo Simona Malpezzi (PD), che ha commentato: “Eliminare le gabbie si può fare, non stiamo parlando di un'utopia e l'Italia potrebbe diventare addirittura la prima in Europa a imporre questo divieto per tutte le specie. Per questo chiederemo al presidente della Commissione politiche dell'Unione europea di poter far partire un'indagine conoscitiva e aiutare il Parlamento tutto a capire meglio questo tema e quindi a legiferare con più consapevolezza”.

Anche la senatrice Ilaria Cucchi (AVS) ritiene auspicabile e imprescindibile il divieto dell'allevamento in gabbia, in linea con le richieste dei cittadini: “Desidero ringraziare il senatore Patuanelli per aver organizzato questa importante conferenza stampa e tutte le associazioni presenti per il loro impegno costante nel tutelare il benessere animale. Mettere fine all'allevamento in gabbia è una battaglia di civiltà che trova già oggi un ampio consenso tra i cittadini europei. È nostro dovere ascoltare la società civile e sostenere chi ha scelto di investire in modelli sostenibili e rispettosi della vita animale. Da parte mia, rinnovo la piena disponibilità a portare queste istanze nelle sedi parlamentari, affinché si possa giungere in tempi brevi a un cambiamento normativo concreto e condiviso.”

Cambiamento a cui i cittadini europei hanno già dimostrato di essere pronti, ha sottolineato Julia Unterberger (SVP/per le Autonomie), riferendosi all'introduzione dell'obbligo dell'etichettatura per le uova fresche: “Un contributo importante alla progressiva dismissione delle gabbie è arrivato dai consumatori. Da quando, a livello europeo, è stata introdotta l'etichettatura obbligatoria delle uova fresche crude con l'indicazione del metodo di allevamento, si è registrata una significativa riduzione dell'allevamento in gabbia. Purtroppo, però, un obbligo analogo non esiste per le uova utilizzate nei prodotti trasformati o nella preparazione alimentare, e la sua introduzione rappresenterebbe un ulteriore passo in avanti fondamentale.

Secondo Domenica Spinelli (FDI) è importante garantire alle aziende degli incentivi economici che sostengano il passaggio al cage-free: “L'agricoltura gioca un ruolo importante per l'economia del nostro Paese, è doveroso che le aziende vengano accompagnate nella transizione con un fondo strutturale che sostenga soprattutto i produttori più piccoli”.

Similmente il senatore Manfredi Potenti (Lega) ha posto l'accento sulla necessità di bilanciare difesa degli animali e tutela del settore: “Un piacere potermi confrontare, quale responsabile Tutela Benessere degli animali della Lega, sulla questione gabbie. Un tema che dovremo seguire con responsabilità ed equilibrio tra esigenze di tutela degli animali e del sistema produttivo, in attesa di decisioni comunitarie da tempo attese”.

GLI INTERVENTI DELLE ASSOCIAZIONI
Siamo felici che esponenti politici provenienti da diverse aree politiche abbiano scelto di impegnarsi, insieme a noi, in questa fondamentale battaglia di civiltà,” commentano le associazioni promotrici dell'evento – Animal Equality Italia, Animal Law Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, Humane World for Animals Italia, LAV, Legambiente e LNDC Animal Protection – membri della coalizione italiana End the Cage Age.

Gli interventi delle associazioni hanno illustrato come la politica possa fare molto per ridurre le sofferenze degli animali nel settore zootecnico e garantire standard di tutela più elevati, rispondendo anche alle richieste dei cittadini. Durante l'intervento della Responsabile Media e Relazioni istituzionali di Essere Animali, Chiara Caprio, è emerso come l'opinione pubblica italiana sostenga con convinzione l'abbandono del sistema di allevamento in gabbia: sono infatti il 91% gli italiani che si sono detti contrari alle gabbie (Eurobarometro 2023) e l'85% degli elettori di tutti i partiti che chiede maggiori tutele per gli animali (YouTrend 2024). Quello delle gabbie è un sistema crudele e che si può normare in modo differente, aggiornando le leggi europee in modo più attuale e rispettoso delle evidenze scientifiche, come illustrato da Francesca Flati, Responsabile delle Relazioni istituzionali di Animal Equality Italia, e da Bianca Boldrini, Campaigner Area Animali negli allevamenti di LAV, alla luce delle evidenze scientifiche e delle rilevanze emerse dai tanti casi seguiti. Una testimonianza ulteriormente valorizzata dalla presenza di quattro pannelli fotografici, che resteranno esposti per una settimana nella sala del Senato, a mostrare le condizioni di estrema sofferenza in cui versano conigli, quaglie, scrofe e galline allevati in gabbia in Italia a scopo alimentare.

Dagli interventi è emersa con maggiore evidenza l'esistenza di un ampio consenso sulla necessità di eliminare progressivamente l'uso delle gabbie dagli allevamenti italiani ed europei; una nuova consapevolezza che si è diffusa fra consumatori e consumatrici, che chiedono etichette chiare per tutti i prodotti e un bollino cage-free che possa indirizzare le scelte dei consumatori in modo trasparente, e di cui sono coscienti anche alcune delle più grandi aziende del settore alimentare. Lo ha riportato Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia, che ha presentato alcuni casi studio italiani che vedono protagoniste realtà come Barilla, Ferrero e Fumagalli, che hanno già adottato politiche cage-free, mostrando che le aziende hanno già anticipato i passi dei legislatori.

Anche la comunità scientifica si è espressa sull'incompatibilità delle gabbie con il benessere animale. In recenti pareri scientifici, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha raccomandato l'abbandono dell'uso delle gabbie per galline ovaiole,scrofe impiegate nella riproduzione, quaglie e anatre evidenziando come tali sistemi non siano in grado di garantire condizioni adeguate a tutelare il benessere di queste specie.

Molte importanti realtà aziendali hanno già dimostrato la fattibilità di un'alternativa alle gabbie, milioni di persone lo chiedono a gran voce e la comunità scientifica lo conferma puntualmente: è tempo di relegare le gabbie impiegate negli allevamenti ai libri di storia,” commentano, in conclusione, le organizzazioni animaliste. “Se, come anticipato**, la Commissione europea presenterà nel 2026 la proposta di eliminazione graduale dell'uso delle gabbie negli allevamenti, l'impegno dei politici presenti sarà fondamentale per costruire un futuro migliore per i milioni di animali che ancora soffrono in gabbia in Italia ogni anno. L'Italia può e deve sostenere l'eliminazione progressiva delle gabbie, appoggiando la proposta della Commissione UE e istituendo anche un fondo di sostegno per la transizione al cage-free.”

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*La coalizione italiana End the Cage Age è formata da: Amici della Terra, Animal Aid, Animal Equality Italia, ALI – Animal Law Italia, Animalisti Italiani, CIWF Italia, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Humane World for Animals Italia (precedentemente nota come Humane Society International in Italia), Il Fatto Alimentare, Jane Goodall Institute Italia, LAC – Lega per l'Abolizione della Caccia, LAV , Legambiente, LEIDAA, LNDC Animal Protection, LUMEN, OIPA, Partito animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus.

**Nel 2021, in risposta all'Iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age, che aveva raccolto con successo oltre 1,4 milioni di firme certificate attraverso l'impegno di oltre 170 associazioni europee, la Commissione UE aveva assunto un chiaro impegno formale a presentare entro la fine del 2023 una proposta legislativa per vietare l'uso delle gabbie negli allevamenti europei. L'esecutivo UE non ha ancora tenuto fede all'impegno preso, sebbene abbia di recente rinnovato l'intenzione a presentare proposte legislative entro il 2026.